La finanza USA in disaccordo con Trump. Le valutazioni di Logan, capo economista HSBC

Se le promesse elettorali verranno mantenute, entro un anno o due gli Stati Uniti entreranno in recessione

La banca americana HSBC, una tra le prime banche nel mondo, crede che le politiche economiche di Donald Trump " potrebbero probabilmente portare l'economia americana in recessione entro un anno o due", nel caso che Trump mantenesse “ in toto” tutte le sue promesse elettorali.

Il capo economista della banca Kevin Logan ha espresso le previsioni in una nota inviata ai clienti mercoledì scorso, dopo l' elezione di Trump.

Logan sostiene che, mentre le politiche come gli sgravi fiscali potrebbero dare all'economia una spinta a breve termine, l' espulsione di massa degli immigrati illegali e le politiche commerciali aggressive volte a ridurre il deficit commerciale probabilmente avranno un effetto negativo abbastanza rapidamente.

Ecco i punti chiave sostenuti da Logan nella sua relazione:

"Mentre i tagli fiscali attuabili nel primo anno di amministrazione Trump potrebbero dare al PIL un notevole impulso per un anno o giù di lì, lo shock combinato da una contrazione della forza lavoro e da una perturbazione al commercio internazionale porterebbero l'economia in una recessione dopo un anno o due.

"A nostro avviso, la piena attuazione delle proposte politiche di Trump aumenterebbe la volatilità dell'attività economica aggregata, con potenziali ripercussioni per la volatilità dei mercati finanziari e portare ad una politica monetaria più restrittiva".

Logan afferma anche che la politica di Trump porterà "meno tasse, deficit elevati, restrizioni al commercio e al flusso internazionale di capitali, e potenzialmente una riduzione considerevole della forza lavoro" provocata dall' espulsione in massa degli immigrati clandestini.

Logan è convinto che la domanda chiave per i mercati finanziari è "Quante e quali azioni velocemente saranno adottate applicando un certo numero di sue promesse elettorali?" Che sono, in linea di massima, le seguenti:

  • una rinegoziazione dei trattati, come l' accordo NAFTA e quelli commerciali con la Cina e il Messico, con l'obiettivo di ottenere un basso deficit commerciale;

  • eventuali restrizioni sui flussi internazionali di capitali;

  • taglio dell'imposta sul reddito;

  • abrogazione dell' Affordable Care Act (Obamacare);

  • limitazione dell' immigrazione basata sulla religione e l'origine nazionale;

  • espulsione degli immigrati clandestini, che potrebbero essere fino a 11 milioni di persone.

Logan crede che l' espulsione "sarebbe costosa e potrebbe anche portare ad una riduzione considerevole nella forza lavoro del Paese. Questo, a sua volta, potrebbe portare a una riduzione sia della crescita reale che potenziale del PIL".

Il taglio delle imposte sul reddito e un taglio previsto sul rimpatrio di denaro dall'estero dal 10 al 30%  da parte delle imprese potrebbero probabilmente aumentare il deficit in quanto vi sarebbero meno entrate fiscali raccolte.

Tuttavia, gli Stati Uniti potrebbero evitare la cupa previsione di Logan perchè " dipenderà dalla volontà del Congresso  emanare una legislazione per mettere realmente in atto le sue proposte in legge".

E' molto probabile che vi saranno pressioni da più parti sulla Casa Bianca, dal momento che le valute estere sono aumentate di valore rispetto al dollaro (*) subito dopo l' elezione di Trump, cosa che suggerisce un sentimento anti-Trump nei mercati finanziari.

(*) Negli ultimi giorni però il dollaro americano si è rafforzato rispetto all' euro, avvalorando l' ipotesi che potrebbe presumibilmente avviarsi verso la parità con la valuta europea entro qualche mese

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/11/2016