La verità secondo Facebook

Il social network più diffuso pensa a come smascherare i post falsi e gli insulti

E’ recente l’idea di Facebook di voler contribuire a svelare, e quindi a eliminare, tutto ciò che sulle proprie pagine venga ritenuto falso o illecito, e se la proposta parrebbe essere lodevole, sono però le modalità a lasciare perplessa la giurisprudenza internazionale.

Sino ad oggi, Facebook si era limitato a censurare parole e immagini che fossero palesemente illecite o violassero la morale, come video pornografici e insulti.

Su illeciti di questa natura, risultava sostanzialmente semplice la loro rimozione, che fossero su segnalazioni dirette degli utenti o in maniera automatica e autonoma da parte della piattaforma.

Se ora, invece, il social network dovesse compiere scelte mirate dovendo quindi entrare nel merito di qualsiasi post, è evidente quanto la capacità e il discernimento di ciò che si andrà a marginalizzare siano scelte più opinabili e soggettive, dove per soggettive si intende a discrezione dello stesso Facebook.

Attualmente, la legislazione sul commercio elettronico prevede l’esenzione di responsabilità da parte del provider rispetto ai contenuti pubblicati dagli utenti.

Nell’ipotesi in cui la piattaforma intervenisse per controllare il contenuto di ciascun post senza la diretta richiesta di un utente, ecco che per definizione Facebook potrebbe trovarsi nella scomoda situazione di essere “responsabile” di ogni virgola pubblicata, con la conseguenza, da parte della piattaforma, di verificare immediatamente ogni post pubblicato e quindi facendo venire meno quella libertà di pubblicazione che contraddistingue i social network e il web in generale.

Forse, sarebbe (stato) più opportuno da parte di Facebook attrezzarsi al fine di dare risposte più rapide alle richieste degli utenti, anziché prendersi l’onere di entrare automaticamente nel merito di ogni singola virgola postata sulla propria piattaforma.

Ancora una volta, quindi, si ripropone uno dei grandi dilemmi della libertà della rete e della vericidità dei propri contenuti, così come era accaduto, e continua ad accadere, per Wikipedia, l’enciclopedia fatta da chiunque e i cui contenuti, quindi, devono essere presi con le molle.

Oggi chiunque può scrivere opinioni e dare notizie sul web, e se questo da un lato offre la possibilità di sentirsi più liberi, dall’altro rischia di farci sentire imprigionati dall’ignoranza di prendere per vero ciò che non lo è, cosa che in parte c’è sempre stata, ma che oggi rischia di non avere dei veri responsabili, dal momento che qualsiasi nickname in rete non è facilmente identificabile e punibile.
 


Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 05/01/2017