L' economia dell' Africa continua a crescere più degli altri continenti

Luci ed ombre del continente africano secondo l' FMI e la Banca Mondiale

Agli Annual meetings di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale ha tenuto banco la debolezza della ripresa economica mondiale. La fotografia è quella di un’economia affaticata che costringe l’Fmi a rivedere al ribasso le previsioni di crescita globale: quest’anno dovrebbe essere del 2,9%, -0,3 punti percentuali.

Nella frenata generale, un unico continente continua irrefrenabile la sua corsa: l’Africa. Una crescita destinata a durare o solo un fuoco di paglia? 

Chuhan-Pole, capo economista della Banca Mondiale, riferisce che " la performance dell’Africa sub-sahariana si attesta quest’anno al 4,9%. Se si esclude il Sud Africa, che ha una crescita più moderata, il resto del continente migliora velocemente; alcuni paesi come Etiopia e Zambia hanno una crescita del 7%, fra le più alte al mondo. D’altronde, 7 delle 10 economie più performanti sono africane e le prospettive del prossimo outlook sono molto positive. Una tendenza che ha aiutato a formare una classe media e ha creato nuovi interessanti mercati per beni e servizi. Va aggiunto che negli ultimi anni sono stati scoperti importanti giacimenti naturali di gas e petrolio. In Mozambico e in Tanzania sono state scoperte riserve di gas, in Kenya e Uganda di petrolio. Questi Paesi storicamente non hanno mai contato su risorse così importanti, che, se usate bene, potrebbero essere un ulteriore sprone alla crescita ".

Secondo il rapporto, quest’anno sono previsti 40 miliardi d’investimenti esteri nel continente. Chuhan-Pole riferisce “In generale è stata attuata una politica monetaria per sostenere la crescita e controllare l’inflazione. Da una parte l’aumento degli investimenti, dall’altra quello dei consumi, facilitati dalla tenuta dei prezzi delle materie prime che, salvo qualche fluttuazione, sono stabili da anni, consentendo uno sviluppo sostenuto. Un circolo virtuoso che, grazie anche a investimenti locali e a una maggiore fiducia, ha portato a innalzare i redditi.

Il rischio per la crescita dell’Africa è rappresentato dal modello di sviluppo basato su una monocoltura (petrolio o prodotti agricoli)”. In Angola il 97% dell’export è costituito da prodotti energetici, in Nigeria il dato si attesta attorno all’85%, mentre in Gabon l’oro nero conta per il 60% del pil. È chiaro che una frenata dei prezzi delle materie prime avrebbe forti ripercussioni, sia sulla crescita sia sulla di bilancia commerciale. Un rischio da non sottovalutare, cui si aggiunge un’amara constatazione: l’incapacità d’incidere in modo adeguato sulla povertà. Uno ogni due africani vive in condizioni di estrema povertà, ossia con 1,25$ al giorno.

La crescita dell’Africa non ha inciso sulla povertà, a causa degli alti livelli di diseguaglianza”, continua Chuhan-Pole, “Il tasso di povertà del continente era al 58% nel 1999 ed è sceso al 48,5% nel 2010. Circa un 10% in meno, la metà del cammino fatto dalla Cina nello stesso arco temporale ".

È interessante notare”, dice Olivier Blanchard, il capo degli economisti dell’Fmi, "che il rallentamento dei mercati emergenti non ha portato a un rallentamento simile nei Paesi a basso reddito, dove abbiamo ancora previsioni di crescita sostenuta. Questo perché la crescita di questi Paesi è in gran parte basata sulla domanda interna, che rimane forte. Anche perché i Paesi a basso reddito commerciano effettivamente di più con le economie avanzate, rispetto a quelle emergenti. Un forte rallentamento in Cina, tuttavia, avrebbe un effetto negativo sui prezzi delle materie prime, e implicitamente sui produttori di tali materie ".

La ricetta degli esperti è unanime. L’Africa deve fare enormi investimenti infrastrutturali, che riguardino anche le zone rurali, dove la povertà è più concentrata, investire in istruzione di qualità (in grado di creare una classe media) e diversificare i propri investimenti, in modo da creare un’economia più stabile e meno legata alla fluttuazione dei prezzi delle materie prime. Una ricetta che i leader africani sembrano avere molto chiara. Alla conferenza stampa dei ministri degli Esteri africani degli Annual meetings il mantra è: investimenti in infrastrutture, istruzione e diversificazione.

Fonte: Limes

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Articolo pubblicato il 29/01/2017