Bersezio, scultore piemontese, presenta oggi a Roma, allo Studio Arte Fuori Centro, una nuova serie di opere "matemateriche", in mostra sino al 1° dicembre
Mantra della ruota-della-preghiera, cadenzato scampanio tibetano o gong sull’ossimorica immobile mobilità fluttuante della librata, aerea vividezza cromatica d’un’instabile fragile de-struttura calderiana. Però, con gradazioni tenui, quasi atone, di coloritura delle superfici semilucide patinate, lignee o cartacee, in contrasto all’acceso nero-rosso degli inserti in tessuto sui batacchi, al candore dei cordoncini, ai brillanti riflessi metallici di ganci, moschettoni e tubi.
Quei cilindri avvolgono in sé stratificazioni di casuali fram-men-ti biografici – dalle bollette alle liste-della-spesa, dai bigliettini agli appunti… –, pez-zet-ti strap/pati all’effimero, giornaliere scorie significativamente insignificanti, che altrimenti sarebbero destinate ad esser cestinate, cioè buttate, gettate, heideggerianamente parlando, nel tempo dell'esserci (Sein und Zeit). Al di sopra, sono impresse a rilievo cifre, codici, iscrizioni di differenti lingue e culture, alla frontiera fra Oriente e Occidente, intelletto e inconscio, naturale e razionale, materiale e concettuale, corpo e anima. Già presentato a maggio, in versione singola, alla Cavallerizza di Torino, l’ideale programma creativo-interpretativo dell’autore piemontese viene riesibito nella nuova riformulazione raddoppiata, moltiplicata, accanto ad alcuni quadri, tavolette e stele d’intensa elaborazione, giusto oggi, dal 14 novembre, viaggiante termine notturno del 2017 (ch’è proprio un “protoanno”, data o dato reiterato sui pannelli), in mostra allo spazio Fuori Centro di Roma, in partnership con la subalpina C.S.A.Farm Gallery.
In una sorta d’aurorale “marcopolare” esplorazione a ritroso lungo la Râh-e Abrisham o Seidenstraße (Strada della Seta), dalla Città Eterna ai deserti africani, solcati dalle carovane tuareg, alle più remote propaggini dell’Asia, all’India, al Tibet, alla Cina, al Sol Levante, mappe, pergamene, targhe, obelischi, lapidi, pietre-miliari segnano le tappe di tale itinerario d’iniziazione all’elevazione trascendentale e alla crescita personale, psicosociale, ovvero percorso/processo d’individuazione mediante la dimensione etico-etnico-archetipica collettiva, nel senso junghiano. Sulle orme di mitici eroi – magari gli Argonauti alla ricerca del Vello d’Oro –, inseguiamo e scoviamo tra le piccole vicissitudini quotidiane di noi singole (s)comparse del tragicomico teatro terreno e nella Grande Storia del Mondo, in lande lontane, il vicino Sé irraggiungibile, che si rispecchia e ci riguarda dall’abisso che vogliamo sempre sforzarci di scrutare, senza scorgerlo mai appieno, nella vacuità momentanea della nostra precaria esagerata umanità (Menschliches, Allzumenschliches), onde desiderare di “divenire quel che siamo” (direbbe Nietzsche). E riuscire a rimirar le stelle. Contandole.
Ecco. Gli affascinanti, criptici, enigmatici, incalcolabili, incommensurabili, sfuggenti, solitari numeri-primi, intorno ai quali nei millenni si sono esercitate, insieme all’astronomia e alle scienze fisico-matematiche (con le connesse congetture, ipotesi e teoremi, da Euclide ed Eratostene a Fermat, da Eulero a Riemann e Goldbach), nonché la cabala mistico-religiosa e i riti esoterici o magico-misterici, anche musica (ossia l’ossessionato Messiaen), filosofia e letteratura (Contact di Sagan e, di recente, il noto romanzo di Paolo Giordano, poi tradotto al cinema, per la regia di Saverio Costanzo), spesso si è esplicato nell’arte moderna (essendo, ad esempio, desumibile, come tema di sottofondo, pure nella volatile installazione luminosa “organicolistica” di Mario Merz, ispirata alla famosa sequenza di Fibonacci e dal 1998 collocata in bella-vista sulla cupola della Mole Antonelliana, simbolo verticale della capitale sabauda).
2, 3, 5, 7, 11, 13… Appesa al fulcro del cielo, l’opera scultorea di Enzo Bersezio s’incide e s-com-po-ne nella poetica aritmetica ritmica d’una ciclicità esistenziale cronologicamente modulata, accumulantesi… ad infinitum…
(Enrico S. Laterza, Imprimere l'innumerabile, recensione introduttiva in catalogo)
"Intorno ai Numeri Primi"
Mostra personale
di Enzo Bersezio
a cura di Marcello Corazzini
in collaborazione
con Teresa Pollidori
Dal 14 novembre
al 1° dicembre 2017
Inaugurazione
martedì 14 novembre, ore 18,00
Fuori Centro
Associazione Culturale
Via Bombelli, 22 – Roma
Info: 06-5578101 / 328-1353083
info@artefuoricentro.it
Cosmoshopart.it
Contemporary Art on line
Contemporary Art
by Cosmoshopart.it
Via Vanchiglia, 36 (interno cortile) – Torino
Info: 011-0441264 / 339-7796065
info@csafarmgallery.it
marcello.corazzini@gmail.com
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Nelle immagini fotografiche a corredo dell'articolo
alcune opere scultoreo-installative lignee a tecnica mista
della serie "Intorno ai Numeri Primi" (2017) di Enzo Bersezio
(dall'alto, da sinistra a destra, "B 2017", sotto il titolo
quindi, in corso di testo, tra i paragrafi
"Poesia dei Numeri Primi", "Intorno ai Numeri Primi"
"03 13 10 2017" e "04 13 10 2017")
in mostra personale allo Studio Arte Fuori Centro di Roma
© E.Bersezio/M.Corazzini/CSA/FuoriCentro
link al precedente articolo Esplosione atmosferica (a pez-zet-ti)
relativo alla mostra personale di Pietro Meletti
presso la Galleria CSA Farm di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.esplosioneatmosferica
link all'articolo Ci capiscono un'Acca
relativo alla mostra collettiva
in occasione di AccaAtelier 2017
presso lo studio di Enzo Bersezio
e alla Galleria CSA Farm di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.cicapisconoun'acca
link all'articolo Una vita da scultore
relativo alla mostra-evento personale Biography di Enzo Bersezio
presso la Galleria CSA Farm di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.unavitadascultore
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Articolo pubblicato il 14/11/2017