In Italia il cybercrimine fa più danni di quanto si investe per combatterlo

Il Rapporto Clusit sulla sicurezza Ict danni pari a quasi 10 miliardi di euro

Presentato a Milano il Rapporto Clusit sulla sicurezza Ict in cui viene stimato come l’Italia abbia subito danni pari a quasi 10 miliardi di euro nel 2016 per attività di cyber crimine.

Come fa osservare Il Corriere delle Comunicazioni: “si tratta di un valore dieci volte superiore a quello degli attuali investimenti in sicurezza informatica, che arrivano oggi a sfiorare il miliardo di euro”.

Inoltre sul versante dei privati in un articolo del 4 febbraio scorso Il Sole 24 Ore riportava che in Italia “oltre 16 milioni di utenti della rete sono caduti in trappole informatiche lo scorso anno, oltre un terzo della popolazione adulta (37%).

Le perdite in Italia hanno totalizzato quasi 3,5 miliardi di euro, e ogni vittima ha perso in media più di 2 giorni lavorativi per occuparsi delle conseguenze del crimine informatico subito” stando al Norton Cyber Security Insights Report.

Tornando alle aziende, invece, La Stampa del 22 febbraio commenta i dati dell’indagine ‘Global Economic and Fraud Survey 2018’ di PwC, Alberto Beretta, Partner della società, sostiene che: “Le aziende italiane hanno meno strumenti per intercettare questi fenomeni fraudolenti.

In più è stata riscontrata una certa ritrosia a dichiarare questi fenomeni. Il risultato è che il dato evidenziato in Italia è più basso rispetto a quello globale». Infatti il dato delle aziende del nostro Paese vittima di cyber crimine si attesta al 23%, mentre nel 2016 era al 21%.

Ci troviamo di fronte a una rischiosa carenza di prevenzione tanto in ambito aziendale, quanto privato.

Tenendo conto di quanto la Rete sia destinata a diventare sempre più il crocevia da cui passano dati sensibili, come coordinate bancarie, password di vario genere, comunicazioni interaziendale etc. è palese quanto sia necessario, specie per le aziende e a maggior ragione ancora quelle che vogliano essere competitive e non farsi trovare impreparate, investire nella sicurezza in Rete e dotarsi delle apposite figure per correre ai ripari.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 05/03/2018