Il Terzo Settore vale l'8% del sistema produttivo

Le rilevazioni Istat certificano un'espansione più significativa rispetto al profit

In Italia c'è chi combatte e, almeno in parte, vince la crisi: il Terzo Settore. Le rilevazioni Istat, presentate in occasione della XIX edizione delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, svoltasi pochi giorni fa, certificano una forte vitalità del non profit. I dati, insomma, sottolineano la correttezza del titolo scelto quest'anno da Aiccon (Centro Studi dell’Università di Bologna) per il suo tradizionale appuntamento di condivisione e riflessione: “Prosperità inclusiva. Aspirazioni e azioni per dar forma al futuro”.

 

Basta qualche numero, tra i molti forniti dall'Istituto di ricerca, per comprendere l'importanza del dinamico e capillare fenomeno che abbiamo di fronte (e in cui, più precisamente, siamo immersi). Le istituzioni attive nel nostro Paese sono 350.492 (2,1% in più rispetto al 2016) e impiegano 844.775 dipendenti (+3,9%). Nel 2001 le istituzioni del non profit erano 235.232. Il settore si espande con tassi di crescita medi annui superiori alle imprese profit, passando dal 5,8% del 2001 all'8% del 2017 per numero di unità e dal 4,8% al 7% per gli addetti. A livello regionale questa crescita è più sostenuta al Sud (+3,1%), nel Nord-Ovest (+2,4%) e al Centro (+2,3%). Circa due terzi delle istituzioni non profit sono attive nel settore della cultura, sport e ricreazione (64,5%), seguono quelle dell’assistenza sociale e protezione (9,2%), delle relazioni sindacali e rappresentanti (6,5%), della religione (4,8%), dell’istruzione e ricerca (4%) e della sanità (3,5%).

 

L’85% delle istituzioni non profit opera senza dipendenti. Aumentano di più in particolare i lavoratori a tempo determinato (+24,5%); soprattutto fra gli over 50 (+7,9%), tra gli stranieri (+7%) e i laureati (+6,3%). Fra i dipendenti prevalgono le donne (71,7%). Rispetto alle forme giuridiche (dati bienni 2015-2016) le istituzioni non profit aumentano pressoché in tutte, ma sono le fondazioni a crescere di più (+16,4%) mentre le cooperative sociali mostrano un lieve calo (-3,3%). L’associazione è la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,1%), seguono quelle con altra forma giuridica (8,2%), le cooperative sociali (4,5%) e le fondazioni (2,2%).

 

Davvero, come ha sottolineato il Professor Stefano Zamagni nel suo intervento introduttivo alla Giornate, “l’economia civile ha di fronte a sé la possibilità di contribuire al disegno di una società che sappia trasformare la quantità sempre maggiore di risorse umane escluse dal processo di produzione a causa dell’incessante sviluppo tecnologico in una forza che agisce per migliorare la qualità della vita”.

 

D.C.

 

 

(Immagine in copertina tratta da job4good.it)

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Articolo pubblicato il 22/10/2019