Torniamo, nostro malgrado, a parlare di "Immigrazione criminale". La politica non resti sorda al grido degli onesti.
Sempre più lettori di “Civico 20 News” ci pungolano sul tema degli odiosi crimini compiuti – ormai con cadenza quotidiana – da immigrati.
Molti tra voi ricorderanno una rubrica che abbiamo portato avanti per diverso tempo: “Immigrazione criminale”. Non è il titolo di una fiction televisiva ma la constatazione di una triste, tristissima, realtà che – ovviamente – il mainstream dell’informazione non vuole raccontare.
Con questo articolo vogliamo portarvi a conoscenza del fatto che nel weekend fra il 2 e il 4 febbraio il personale della Squadra Mobile della Questura di Asti, coordinato dal Questore di Asti, Marina Di Donato (nella foto a destra), “ha tratto in arresto un 36enne di origine straniera in esecuzione al provvedimento di Ripristino dell’Ordine di Esecuzione per la Carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti”.
Notizie del genere – purtroppo – non ci stupiscono più. Tutti gli italiani, ormai, sanno che le carceri sono sovraffollate ed occupate in modo abnorme da detenuti immigrati.
Dalla Questura di Asti hanno tenuto a specificare che “l’uomo, rintracciato in Asti, doveva espiare la pena di anni 1, mesi 7 e giorni 26 di Reclusione oltre al pagamento di 309,00 euro di multa per un cumulo di pene derivante dai reati di furto (commesso in Alessandria nel 2018) e falsa attestazione a Pubblico Ufficiale (commesso in Asti nel 2021, quando a personale di Volante, intervenuto per una lite, l’uomo forniva false generalità in quanto sprovvisto di documenti validi e non in possesso del permesso di soggiorno)”.
Il celebre principe della risata, Totò, avrebbe esclamato: “Alla faccia del bicarbonato di sodio!”.
Sono tanti, sempre di più, i cittadini piemontesi stufi di questa situazione. Non si capisce per quale motivo i contribuenti italiani debbano tollerare una situazione simile e – dopo esser stati danneggiati da immigrati che delinquono – debbono pure mantenerli in carcere.
La buona notizia, se di “buono” si può parlare, è che l’uomo è stato accompagnato presso la Casa di Reclusione di Quarto d’Asti. La speranza è che vi resti il più a lungo possibile e che, scontata la pena, venga rimandato al Paese suo.
Non si può, a tal proposito, non ringraziare il Procuratore Capo di Asti, Biagio Mazzeo (nella foto a sinistra), per l’ottimo e scrupoloso lavoro che svolge con perspicacia e professionalità nella bella e storica terra astigiana.
Torneremo senz’altro sul tema.
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Articolo pubblicato il 11/02/2024