Metti in banca il tuo tempo e ne scoprirai il valore.

Ti manca tempo per fare quello che dovresti? Ti annoi perché non sai come impiegare il tempo che hai a disposizione? Alla fine della giornata ti sembra di aver perso tempo? Non ricordi cosa hai fatto ieri?

Sono veramente tante le domande che scaturiscono dall’osservazione dell’uso del tempo che la vita ci mette a disposizione. Indipendentemente dal farsi oppure no delle domande al riguardo, una cosa è certa: il tempo è l’unica ricchezza che non può essere recuperata una volta consumata.

Il più delle volte non ricordiamo neppure come abbiamo utilizzato tale ricchezza. Delle 24 ore di ogni giornata una gran parte sono già ipotecate da impegni precedentemente programmati per un lungo periodo futuro; solo il riposo ne richiede circa un terzo, e un altro terzo abbondante è impegnato nel lavoro, studio, preparazione e viaggio per recarsi dove tali impegni si svolgono.

Nella restante parte del tempo rientrano i momenti in cui si cerca e prepara il cibo che assumiamo, si mantiene l’ordine, l’igiene di noi stessi e del luogo dove viviamo. Infine, qualche volta, ne rimane ancora un ritaglio per lo svago. Tutte queste pratiche sono gestite quasi totalmente in modalità automatica poiché fanno parte della routine quotidiana. Per questo difficilmente ci ricordiamo di quanto è trascorso, salvo svegliarci di colpo quando, facendo mente locale a causa di un avvenimento particolare che ha spezzato l’automatismo, ci rendiamo conto di quanto tempo sia trascorso da questo o quell’evento che costituisce una pietra miliare nella nostra memoria.

Cosa possiamo farci? Il tempo scorre che lo si voglia o no! Eppure la percezione del tempo varia da persona a persona e in relazione al coinvolgimento di essa nell’avvenimento. C’è un tempo che scorre veloce e uno che non passa mai anche per la stessa persona. Ma un’ora è un’ora, sia per l’essere umano più potente del mondo che per chi a malapena riesce a sbarcare il lunario, sia per un luminare di un campo particolare dell’attività umana che per un contadino che innaffia l’insalata o una persona che si offre di leggere un libro a chi non lo può più fare da sé. Da queste ultime semplici constatazioni nasce l’idea della banca del tempo.

Essa è un istituto in cui non si deposita denaro, ma tempo, il cui valore è uguale per tutti: un’ora vale un’ora, sia se impiegata in una attività ritenuta di gran valore oppure irrilevante. Chiunque può aderirvi poiché non vi sono distinzioni di età, sesso, provenienza, capacità, religione, cultura, e di tempo ne disponiamo tutti, anche se ognuno tende ad utilizzarlo quasi totalmente secondo la propria scaletta di priorità e valori prestabiliti. Tuttavia un riesame di tale stato di cose può riservare delle sorprese. Per esempio si può scoprire che alcuni impegni possono essere sostituiti con altri più adatti alle nostre attuali necessità relative alla qualità della vita percepita.

Si tratta spesso di un adattamento fisiologico e cosciente al trascorrere del tempo che rivela una certa saggezza nella visione di insieme ed un desiderio di uno scambio più equilibrato tra i vari aspetti del quotidiano da cui deriva in modo essenziale la salute psico-fisica e nervosa. Quasi come preparare da sé un rimedio specifico per alleviare l’accumulo di stress ed evitare di doversi difendere dal mondo e dagli altri chiudendosi sempre più in se stessi. Una grande possibilità di aprirsi agli altri e al mondo che è prima di tutto, e in essenza, aprirsi a se stessi.

Come funziona una banca del tempo?

Se qualcuno chiede un’ora del mio tempo per una attività tra quelle che ho dichiarato, ed io gliela concedo, ricevo da costui un assegno di pari importo. Così io avrò maturato un’ora a credito e lui una a debito. Sia il credito che il debito potranno essere pareggiati da un altro correntista. Già, perché si tratta proprio di un conto corrente in ore con tanto di estratto conto annuale. È una sorta di economia circolare in cui gli scambi non avvengono necessariamente tra coloro che hanno maturato il credito o il debito, ma tra qualunque aderente alla banca del tempo. Non è escluso neppure il dono del tempo o il baratto del tempo con beni, in quanto possono aderirvi anche altre associazioni, enti o istituzioni.

È facile gestire una banca del tempo?

La mia personale esperienza di cofondatore nel 2013, e attuale presidente, della piccolissima banca del tempo del mio paese (1901 abitanti e, per adesso, pochi iscritti), e alla luce di quanto ripreso da informazioni provenienti dalle banche del tempo provinciali, non sempre la semplicità di un’idea è indice di facilità realizzativa e operativa. Anzi, tenendo conto che si tratta di relazioni che implicano rapporti di fiducia personali, poiché si frequentano gli ambiti privati degli associati, e che alcuni tipi di scambi già avvengono per necessità in modo spontaneamente non codificato, non è così scontato che, anche in presenza di buone intenzioni e volontà, tutto funzioni senza difficoltà.

Viviamo infatti tempi di grande smarrimento della coscienza, di perdita di valori di riferimento, antagonismo esacerbato, pregiudizio e diffidenza diffusi. Tuttavia si può ancora contribuire ad evitare il completo sfacelo sociale, sporcandosi le mani laddove serve farlo e nessun altro vuole farlo. Così a volte avviene, con grande sorpresa, che si verifichino situazioni completamente nuove e impensabili solo alcuni giorni prima. Per esempio che, su suggerimento di chi sta vivendo una situazione particolare, possa prendere il via un progetto di creazione di valore all’interno di ore già normalmente utilizzate per scopi simili a quelli indicati da una banca del tempo.

Per questo i nostri associati saranno sempre più impegnati a fare quanto necessario per valorizzare ulteriormente le ore che verranno scambiate, in qualsiasi ambito sociale, mediante l’apporto di informazioni operative riguardanti il funzionamento delle relazioni intergenerazionali, in particolar modo tra genitori, figli, istituzioni e società.

Questa è la sfida che tutti noi abbiamo accettato, questo è un uso diverso e cosciente del tempo. Questo è anche un modo per scoprirne il valore.

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Articolo pubblicato il 23/04/2018