Schiavi di chi, liberi da chi.

Sorprendente scoperta che non ammette alibi.

Se accade qualcosa che non ci piace è sempre per colpa di altri; è un luogo comune che difficilmente rifiutiamo. Un altro luogo comune, altrettanto duro a morire, è che noi non potremo mai agire come coloro che biasimiamo per il loro comportamento; ci indigniamo anche al solo pensiero che qualcuno abbia l’impudenza di paragonarci a loro.

 

Siamo convinti di non essere sottomessi a nessuno e quindi di prendere decisioni in totale libertà e autonomia, secondo morale e giustizia. Però qualche volta davanti a fatti che inspiegabilmente continuano a ripetersi sempre allo stesso modo, abbiamo come l’impressione che qualcosa non torni, che ci sia qualcosa di nascosto che muove le cose a nostra insaputa.

 

Allora cominciamo a formulare teorie come quella di gruppi di potere che complottano alle nostre spalle, governandoci politicamente, economicamente e ideologicamente, come se fossimo marionette.

 

Altre ipotesi e idee più o meno concrete o fantasiose si avvicendano davanti alla nostra coscienza spingendoci a trarre conclusioni folcloristiche; nessuno ci batte in quanto a creatività nel disegnare scenari per il teatrino in cui recitiamo la nostra parte.

 

Creato e identificato l’obiettivo, possiamo agire come meglio crediamo, scaricando su di esso tutte le nostre aspettative o frustrazioni, sperando così di sentirci meglio, di sentirci appagati. Insomma dobbiamo organizzare una condizione che ci soddisfi. Se non possiamo farlo personalmente, cerchiamo qualcuno di nostro gradimento a cui delegare il compito. Naturalmente, se poi il delegato non svolge il compito che gli abbiamo affidato nel modo atteso (che non è mai quello giusto, qualunque sia), ce la prendiamo con lui; come potrebbe essere diversamente?

 

Infatti si mette in moto il seguente infallibile processo:

 

1 – la massa degli esseri umani desidera e pensa ciò che crede giusto e buono per sé ……………

 

2 - … e, poiché “la necessità crea l’organo adatto alla funzione richiesta” (come avviene nel nostro corpo o nei campi morfogenetici), genera agglomerati di desideri, aspettative e pensieri relativi a quello che desidera e pensa (l’opinione pubblica, i luoghi comuni, i principi etici condivisi, etc etc);

 

3 – tali agglomerati si aggregano per affinità con altri agglomerati simili,

(in organizzazioni, associazioni, enti, istituzioni, gruppi spontanei o corporativi, etc etc );

 

4 – questi agglomerati, creati dagli esseri umani, si devono esprimere, alimentarsi ed essere gestiti;

 

5 - quindi in essi vengono individuati esseri umani particolarmente adatti a diventare loro canali, medium, e così nascono “i gruppi di potere” che conosciamo e che servono a mantenere questo circolo vizioso.

 

Non sono quindi essi coloro che mettono in piedi tale circolo, ma l’uomo comune che, dopo averli inseminati, gestiti, partoriti, allevati e dimenticati, dice di non aver fatto niente, nulla di male, che non è colpa sua; invece è proprio l’uomo della massa che, per soddisfare i suoi bisogni costringe questa natura a creare l’organo adatto a farlo;

 

6 - non sono quindi la causa, ma la conseguenza, cioè sono anche essi vittime del modo di funzionare dell’essere umano ordinario, naturale, normale, incosciente; ecco la ragione per cui si dice “se vuoi cambiare il mondo devi prima cambiare realmente te stesso”

 

7 – …solo così le cose possono trasformarsi, … altrimenti …

 

8 - …il trucco adottato da tali agglomerati che vogliono conservarsi, e dagli stessi esseri umani che vogliono continuare a soddisfarsi con ogni mezzo, è far credere a chiunque, se stessi inclusi, che occorre combattere tali gruppi di potere, anziché combattere contro le proprie inclinazioni che li producono.

Così, non solo si mantengono tali condizioni, ma si rafforzano, producendone sempre di nuove e più forti sullo stesso genere (movimenti di ogni genere a sostegno di questo o quell’obiettivo, etc etc). Così si tiene in piedi il circolo vizioso …che ricomincia in una spirale ipnotica crescente.

 

Chi ha compreso questo meccanismo e lo usa a suo uso e consumo, con il nostro tacito consenso, si chiama “influencer”.

 

Già, come l’influenza, che è una malattia contagiosa.

 

Una malattia dalla quale, però, si può perfino guarire, volendo, semplicemente staccando la spina, mettendosi a riposo, restando sconnessi per tutto il tempo necessario.

 

Non perdetevi il prossimo articolo: OGNI DESIDERIO SI REALIZZA SEMPRE; potreste trovarci qualcosa di stranamente utile: infatti se la necessità crea l’organo, la decisione di non usarlo più lo condanna all’atrofia.

 

Schema e testo

Pietro Cartella

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Articolo pubblicato il 18/08/2018