Ogni desiderio è un ordine.

Se la lampada è stata strofinata, il genio è costretto ad obbedire

Molte delle cose che vediamo intorno a noi sono state realizzate grazie alla presenza dell’essere umano sulla terra. O per meglio dire, sono state fabbricate attraverso il meraviglioso laboratorio costituito dal suo complesso e magnifico sistema realizzativo biologico. Sistema che funziona continuamente, indipendentemente dalla sua volontà e coscienza, fabbricando situazioni e cose che, normalmente, sfuggono al suo controllo razionale.

Nello schema introduttivo sono messi in relazione i 4 pilastri della realizzazione pratica di ogni cosa attraverso l’essere umano. Che egli rivesta un ruolo attivo o passivo nel processo non fa differenza.

La prima cosa evidente è che tutto inizia dal desiderio e non dal pensiero (cogito ergo sum) o dalla volontà (con la buona volontà si può tutto).

Uno dei significati di desiderio, dal latino de-sideria, letteralmente “proveniente dalle stelle”, significa infatti “richiamare”, “costringere” qualcosa o qualcuno a procurarci ciò di cui sentiamo la mancanza; per questo quando si vede una stella cadente si dice: “esprimi un desiderio!”

Il pensiero biologico razionale è solo la capacità dell’organo cerebrale di produrre un risultato a partire da uno stimolo ricevuto da un qualsiasi agente biologico esterno; ovvero senza stimoli esterni il cervello non produce pensieri.

Continuando a ricevere impulsi esterni, il cervello non solo produrrà pensieri, ma sarà anche in grado di elaborarli e organizzarli in una certa qual misura. Tutto ciò si traduce in modelli di riferimento che verranno via via a costituirsi come “una banca dati” di ciò che è stato prodotto in precedenza, con i quali saranno confrontate tutte le future operazioni cerebrali. L’intero sistema provvederà infine a conservarne i risultati in apposite memorie a vari livelli.

Il pensiero libero e intelligente è completamente altra cosa; si produce, sempre mediante il cervello, ma a partire da stimoli di altra natura che in questa sede non tratteremo.

La volontà è la proprietà di poter impiegare l’energia disponibile per il conseguimento di un obiettivo. Quando viene opportunamente stimolata, agisce come una calamita, richiamando e concentrando l’energia necessaria per attivare il processo di realizzazione materiale di ogni cosa o situazione.

Difficilmente la volontà stimolata da aspetti coscienti dell’essere umano si attiva in modo sufficiente; nella quasi totalità dei casi essa è conseguenza di processi inconsci.

Così desidero fare una cosa e finisco per farne un’altra!

Se qualcuno ci fa un torto e potessimo averlo immediatamente tra le mani, senza timore delle conseguenze, la nostra reazione potrebbe essere particolarmente pericolosa o brutale; fortunatamente, quasi sempre, i fattori spazio e tempo provvedono a modificare immediatamente le condizioni al contorno in modo da impedire la possibile risposta diretta.

Quando ciò non avviene possiamo avere un’idea di cosa succede leggendo i giornali: liti e aggressioni nei parcheggi, nelle riunioni di condominio e in un gran numero di altre situazioni che possono verificarsi anche all’interno della famiglia e degli affetti.

Inoltre chi “viene agito” attraverso tale meccanismo, chi si comporta in tal modo, è come “posseduto da altro” al punto che spesso non ricorda neppure ciò che ha fatto, come se non fosse stato lui a compiere il fatto! Sono veramente pochi gli esseri umani capaci di “usare la coscienza”, di sapere quello che fanno!

Nessuno ci spiega mai veramente, per esempio, come siamo fatti e funzioniamo; si preferisce agire mediante l’imposizione a fare o non fare questo o quello. In fondo sembra più semplice fare così, e di conseguenza tutti si adeguano.

Nessuno ce lo spiega semplicemente perché pochi ne hanno almeno una certa conoscenza o sono disposti ad accettare le conseguenze del rivelarlo.

L’ignoranza è un male fondamentale; se non conosco l’uso corretto di uno strumento posso fare grandi danni maneggiandolo. Perciò, in assenza di sufficiente conoscenza e responsabilità, si cerca di ovviarne gli effetti mediante il suggerimento di norme o l’imposizione di regole e leggi la cui trasgressione comporta una pena pecuniaria o di altro tipo.

Perché non siamo in grado di controllare il processo realizzativo con la volontà?

Perché il controllo mediante la volontà avviene attraverso un equilibrato processo di scambio metabolico tra desiderio e pensiero; se ciò non avviene, se uno dei due aspetti predomina, succede uno sconquasso: nel caso in cui predomina il desiderio emotivo, si agisce d’impulso in modo scriteriato; nel caso in cui predomina il pensiero razionale, si tende a reprimere o controllare l’impulso, finendo per spostare la reazione che avverrà comunque, quando meno ce la aspettiamo, in tempi imprevedibili e modi impensabili.

Tutto parte dall’impulso proveniente da un desiderio al quale il cervello risponde generando un pensiero coerente; si genera uno scambio a circuito chiuso fino a mettere in moto un “effetto volano” che, giunto al punto di massa critica, attrae sufficiente energia per scatenare le reazioni fisiche e materiali che possiamo osservare e provare con i nostri sensi.

La continua ripetizione di tali processi genera un programma di funzionamento automatico dell’essere umano di cui tratteremo nel prossimo articolo.

Per completezza informativa dobbiamo dire che il sistema funziona anche all’inverso, ovvero, come nelle arti marziali o nelle tecniche yoga, si possono indurre cambiamenti nel pensiero e desiderio agendo attraverso la ripetizione di determinate azioni fisiche. Ma è anche quanto avviene attraverso la ripetizione della routine quotidiana, che ci modifica a nostra insaputa.

Queste poche informazioni sono di importanza fondamentale per comprendere come “è costretto ad agire” l’essere umano biologico se non è maturo al punto di poter conoscere se stesso, comprendere le interazioni con se stesso e tutto il resto, e quindi operare coscientemente.

Nell’essere umano “l’effetto volano” costituito dal circuito chiuso desideri-pensieri-desideri-pensieri genera un condizione di permanenza in uno stato di causa-effetto automatico che rende difficile agire diversamente da come si è abituati, se non applicando un grande sforzo cosciente. 

In altre parole: se in me nasce un desiderio, anche se inconscio, prima o poi si produce un pensiero coerente ed una immagine mentale associata che inizieranno a circolare continuamente nella mia mente fino al punto in cui sarò spinto, costretto a cercare sufficienti energie e risorse per realizzarlo.

È un semplicissimo, potentissimo, efficace meccanismo naturale che una volta avviato è praticamente inarrestabile. È talmente semplice che viene snobbato da tutti e così può funzionare indisturbato, nel bene o nel male.

Rendersene conto può permettere una scelta tra la possibilità di cercare il modo di agire consapevolmente o continuare ad essere spinti a operare come marionette.

Schema e testo

Pietro Cartella

 

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Articolo pubblicato il 22/08/2018