Privati del privato

� J.Cachki/CSA

Dipinti tratti da video di sorveglianza o webcam generano il gioco di "rubate" riflessioni creative dell'artista Julien Cachki, in mostra da stasera, gioved� 27 settembre (vernissage dalle 17,00), fino al 1� dicembre prossimo, alla CSAFarm di Torino

Il celebre reiterato slogan sessantottino "il privato è pubblico" diventa "privati del privato", nell'era o epoca bimillenaria dei social dell'irretimento ed incretinimento internautico – virtualmente, viziosamente coattivo-compulsivo – e dell'ossessivo, invasivo, realmente onnipresente controllo remoto d'ogni angolo delle vite degli altri (Das Leben der Anderen), anzi no, delle nostre (# chiuse fra cancelletti #).

Così, alla mostra personale che s'inaugura stasera, giovedì 27 settembre (vernissage dalle ore 17,00), negli spazi seminterrati ma luminosi della CSA Farm Gallery di Torino, non ci stupisce l'esito dell'intrigante ricerca dell'artista franco-subalpino Julien Cachki, che, "rubando" furtive immagini dai filmati di videosorveglianza nei vari luoghi e non-luoghi di frequenza quotidiana (aeroporto, metropolitana, esercizi pubblici, strade...) e dalla compiaciuta autoschedatura digitale di gente comune, drogata di notorietà, continuamente intenta a scattare e postare i propri inevitabili selfie narcisistici (sia belle sia brutte figure), ne coglie, con spirito ironico quanto oggettivo, atteggiamenti e situazioni più o meno inconsapevoli, forse vagamente inquietanti, riviste e ritratte dall'autore in modi mai indifferenti, sempre attraenti, sino a dipingere eleganti soffusi quadri foto-iconici a soggetto human still-life (potrebbe dirsi) di riprese di sequenze di giovani donne che girano in webcam scene di sesso on-line. S-ciàkkete!