Nei primi mesi del 2018, +31% di attacchi hacker

I settori più colpiti: automotive, research-education, hotel e ristoranti

Sono stati recentemente presentati a Verona i dati del rapporto sulla cybersecurity di Clusit, associazione italiana che si occupa di sicurezza informatica. Aumento degli attacchi nel 2018: la prima metà dell’anno ha visto un incremento del 31% delle offensive informatiche nei confronti delle aziende rispetto all’ultimo dato registrato nella seconda metà del 2017.

 

Il settore automotive è il bersaglio “preferito” dagli hacker, che ha registrato un +200% di offensive. +128% di attacchi in ambito research-education e non è rimasto indenne anche il settore di hotel e ristoranti con un +69%. Seguono Sanità (+62%), Istituzioni (+52%), servizi online/Cloud (+52%) e consulenza (+50%).

 

Spiega il membro Andrea Zapparoli Manzoni del comitato direttivo Clusit su Il Corriere delle Comunicazioni: “considerato che nel nostro campione analizziamo attacchi particolarmente gravi contro primarie organizzazioni a livello mondiale è sconcertante che la somma delle tecniche di attacco più banali, come Sqli, Ddos, vulnerabilità note, Phishing e Malware semplice, rappresenti oggi ancora il 61% del totale. Significa che gli attaccanti riescono a realizzare attacchi di successo contro vittime teoricamente strutturate con relativa semplicità e a costi molto bassi, oltretutto decrescenti. E questa è una delle considerazioni più preoccupanti tra quelle che emergono dalla nostra ricerca”.

 

Mai come nell’ultimo anno, con gli scandali che hanno riguardato ben note società informatiche, il tema del trattamento dei dati personali è centrale. In un mondo sempre più iperconnesso, alzare delle buone difese per la propria rete aziendale è il minimo per poter garantire sicurezza ai propri utenti e anche alla salute della stessa impresa.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da Il Tempo)

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Articolo pubblicato il 05/10/2018