Tasse più alte per gli store online

La proposta del Parlamento britannico a tutela dei negozi fisici

Tasse più alte per i rivenditori Internet come Amazon così da aiutare a salvare i negozi fisici in difficoltà per via dell’e-commerce, è quanto emerge da un rapporto del Parlamento britannico.

Sono circa 70 mila i posti di lavoro persi nel settore del commercio al dettaglio nel 2018 nel Regno Unito, che rappresenta circa il 5% del prodotto interno lordo. I piccoli rivenditori tradizionali pagano più della quota di tasse che sarebbe “giusta”, mentre i rivenditori online non contribuiscono abbastanza, indica il rapporto. Infatti le tasse di Amazon ammontano a circa lo 0,7% in proporzione al fatturato, mentre la maggior parte dei rivenditori su strada paga da due a otto volte. Amazon si difende affermando di pagare le tasse nel Regno Unito e in tutti i Paesi in cui opera.

Come scrive Il Corriere delle Comunicazioni: una tassa sulle vendite online, una maggiore imposta sul valore aggiunto e “tasse verdi” sulle spedizioni e sugli imballaggi dovrebbero essere considerate come un aiuto per alleggerire la pressione fiscale sui negozi fisici mentre i consumatori passano allo shopping su Internet, secondo il rapporto”.

Un’altra proposta arriva da Mike Ashley, proprietario di Sports Direct International, che vede nell’e-commerce la più grande minaccia per i negozi del Regno. Ha suggerito di incoraggiare i rivenditori a mantenere aperti i negozi fisici per mezzo di tassa del 20% su quelli che fanno più di un quinto delle loro vendite online.

 

L.V.C.

 

(Immagine in copertina tratta da FoxLife)

 

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Articolo pubblicato il 27/02/2019