Genitori e figli – 8 di 10

Perché non possiamo impedire che accadano certe cose?

Siamo giunti alla conclusione che tutto ciò che accade nella nostra vita parte da un desiderio specifico anche se non ce ne rendiamo conto e che tale desiderio si sviluppa mediante un programma specifico sostenuto da un altro programma estremamente semplice ed efficace. È così semplice che in esso si può esprimere la massima potenza realizzativa del nostro intero sistema.

Infatti ciò che viene attivato attraverso di esso, coinvolge e determina la funzionalità specifica dei nostro sistemi endocrino, nervoso, cerebrale e sanguigno.

 

Stimolati da impulsi specifici attraverso il sistema nervoso gli organi a secrezione interna producono ormoni, che trasportano informazioni specifiche a tutto il sistema attraverso il flusso sanguigno, strutturando attraverso la configurazione di specifiche proteine tutto l’intero sistema.

 

In pratica si genera un circuito chiuso che si autostruttura e si automantiene a spese dell’energia vitale in dotazione al sistema.

 

Come può avvenire che questo meccanismo possa funzionare senza che ne accorgiamo e se ce ne accorgiamo non possiamo fermarlo o modificarlo?

 

Semplicemente perché non possiamo vederlo agire prima che i suoi effetti siano visibili; quando gli effetti sono visibili è già troppo tardi.

 

Infatti attraverso la nostra coscienza non possiamo vedere il desiderio, ma solo sentirlo come sentiamo la sete.

 

Semmai vediamo nel nostro schermo interiore cerebrale gli effetti che tale desiderio produce come lo stimolo della sete produce la visione dell’acqua che scorre dal rubinetto del bicchiere, del rubinetto, del gesto di muoverci verso l’acqua, di aprire il rubinetto, riempire il bicchiere, portarlo alla bocca, di bere e finalmente calmare la sete.

 

Questo stesso processo si produce per ogni cosa che facciamo sotto l’impulso generato da un qualsiasi desiderio cosciente oppure no. E funziona anche a partire da quanto schematizzato nell’articolo precedente a proposito di tutto ciò che soggiace al desiderio di autoconservazione.

A questo desiderio di autoconservazione si uniscono alcune altre categorie di desideri minori generati da ambiti specifici ed il gioco è completamente servito; il banco vince sempre e chi ne fa le spese indovinate un po’ chi è?

 

In questi ambiti specifici si possono riconoscere alcune nostre vecchie conoscenze come il desiderio di proteggere la famiglia, il proprio lavoro, le proprie credenze, sentimenti, ideali, amicizie, stato di salute, condizioni sociali ed economiche, oppure si possono incontrare elementi che riteniamo stranieri come il destino, l’ereditarietà, le caratteristiche di razza o appartenenza sessuale. Insomma un guazzabuglio inconcepibile, e tuttavia in perfetta sintonia con il nostro percorso individuale, dal quale provengono continuamente impulsi, apparentemente random, che ci spingono ad agire come agiamo.

 

Genitori o figli, fa poca differenza: la regola vale per tutti.

 

Come abbiamo potuto vedere sintetizzato nello schema precedente tale processo avviene in 4 fasi:

 

  • fase 1 : Quando nasce un desiderio (cosciente o incosciente), sollecitato da un impulso interno o esterno al sistema, esso invia segnali alla parte mentale, in cui si generano di conseguenza pensieri coerenti, ed inizia uno scambio che mette in moto un circuito.

Questi scambi diventano sempre più frequenti e potenti al punto di produrre una massa critica che …

 

  • fase 2 : induce la parte specifica ad attrarre ed immagazzinare sufficiente energia …

 

  • fase 3 : da mettere a disposizione della parte fisica per elaborare tutto quello che serve ……

 

  • fase 4 : per la realizzazione di quanto desiderato.

 

Il processo funziona anche al contrario come avviene nelle arti marziali. Infatti mediante la ripetizione continua e meticolosa di movimenti fisici particolari si può produrre qualche cambiamento nella qualità e forza dei pensieri e desideri.

 

Lo stesso avviene mediante ripetizioni rituali di mantra o preghiere, ma anche semplicemente per ripetizione di pratiche abitudinarie o finalizzate.

 

Tuttavia molti altri settori operativi dell’intero sistema non vengono interessati e rimangono tali e quali; così si finisce molto facilmente per produrre una frattura, uno scollamento nelle capacità della coscienza di rispondere coerentemente al piano di vita individuale.

 

Ed è anche quello che, purtroppo, avviene adottando sistemi di formazione ed istruzione standardizzati o cercando di costringere qualcuno a comportarsi in un modo ritenuto più adatto al contesto sociale o familiare.

 

La coscienza si troverà divisa tra la necessità di seguire coerentemente la propria strada e la continua sollecitazione a deviarne per rispondere ad altro.

Il risultato è il conflitto di tutti contro tutti a cui non sfuggono neppure genitori e figli. Un conflitto alimentato proprio dalle migliori intenzioni di evitare conflitti mediante un certo tipo di tentativo educativo!

 

Ovvero il tentativo di costruire, migliorare o cambiare qualcosa senza conoscere realmente i termini della questione.

 

E ignorare a cosa si va incontro agendo in un certo modo, anche se in buona fede, non è mai una buona idea. Basti pensare a come decidono di agire molti politici in nome dei loro elettori per comprendere cosa significhi.

 

Qualcuno un giorno ha detto: la legge non ammette ignoranza!

 

Appunto!

 

Qui stiamo proprio parlando di leggi che non possono essere ignorate nascondendo la testa sotto la sabbia come struzzi!

 

Che poi questo possa far piacere oppure no poco importa.

 

Cosa possiamo ancora aggiungere?

 

Che c’è ancora altro da scoprire ma conviene farlo a piccole dosi omeopatiche per ragioni salutari di sopportazione e quindi …

 

seguirà nella nona parte

disegno, schema e testo

Pietro Cartella                                                             

 

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Articolo pubblicato il 07/04/2019