Nuda notte

foto � V.Sangiorgi/CSA

In occasione della seconda edizione di FoTo, con relativa vigilia "bianca", la CSAFarm Gallery di via Vanchiglia espone le intriganti immagini femminili "domestiche" di Valeria Sangiorgi

La notte vede nudo. Già, quella "bianca" del prossimo 11 maggio, nell'ambito di Fo-To (Fotografi-a-Torino), rassegna alla seconda edizione (dopo il notevole successo di quella d'esordio dell'anno scorso), che si svolge dal 3/5 al 16/6 2019 in varie sedi, pubbliche e private, istituzioni, gallerie ed altri "luoghi e laghi" cittadini, sotto l'egida progettuale-organizzativa del MEF - Museo Ettore Fico -, si presenta "svestita" di ogni velo d'ipocrita patinatura estetizzante, in mostra alla CSA Farm di via Vanchigia (colla collaborazione di Mauric Renaissance Art), negli intriganti, intelligenti, ironici, iconici scatti in bianco-e-nero, stampati su carta-baritata, che Valeria Sangiorgi ha ideato e realizzato con delle modelle non professioniste ritratte, appunto senz'abiti, "in libertà", nell'ambito delle stanze più familiari del vivere domestico, quali la cucina, il bagno, la camera, il soggiorno, la mansarda: persone vere, "comuni", in cui identificarsi e rispecchiarsi, riprese, o spiate, dall'indiscreta, curiosa ma amorevole ottica introspettiva – rispettosa sempre, mai intrusiva – dell'obiettivo analogico, così, per caso (e... "per casa"), almeno in apparenza, in diversi atteggiamenti banali, consuetudinari o "strani" della "normale" quotidianità, delle faccende da sbrigare – o magari da rifuggire –, riprodotti con un pizzico di sensualità spensierata, involontaria quanto ricercata, fors'anche sberleffo allo spesso grossolano immaginario "guardone" sessista maschile da cinepanettone.

Questo il primo capitolo delle Narrazioni dell'autrice veneta, in esposizione da oggi pomeriggio-sera (vernice d'inaugurazione a partire dalle 16,00) sino al 18 del mese, cui seguirà Satori, dal 26 settembre al 12 ottobre. Doppia libidine libidine doppia (esclamerebbe Calà). Doni di donna.

(c.s./e.s.l.)

(*) Il titolo dell'articolo rievoca quello di un recente film horror (2018) di Lorenzo Lepori... nonché i versi di un'incantevole Serenata poetica (1921) di Federico Garcia Lorca.