Dialoghi sul senso della vita – 2.3 di n

I primi anni di vita

Proseguiamo seguendo lo spunto che ci è stato fornito nel precedente articolo dal titolo: Che cosa cerchiamo continuamente? …..

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Noi non siamo ancora in relazione diretta con l’Origine; stiamo cercando di risalire ad Essa mediante un percorso fatto di indizi, ricordi, esperienze e informazioni da utilizzare in questa vita.

 

Approfondiamo allora cosa accade in tenera età.

 

 

Ancora prima di essere concepiti attraverso l’operato dei genitori, quando ancora non possediamo un accenno di corpo, noi siamo già potenzialmente presenti. Infatti, sebbene sia necessaria la partecipazione dei genitori, siamo noi a sceglierli secondo una modalità ben precisa di proseguimento del piano di esperienze necessarie. Noi intesi come il tutto costituito da quel microcosmo che contiene anche quello che noi siamo e pensiamo di essere.

 

In sintesi questo essere potenziale ha e riceve informazioni per entrare in una esistenza fisica visibile. In questo involucro fisico che comincia a costituirsi iniziano ad agire queste informazioni. Sapete per esempio quanto si sia discusso e si discuta sul fatto se il feto appena concepito sia già da considerare essere umano oppure no.

 

IDPè un eterno enigma!

 

E quando finisce di essere umano pur funzionando ancora da un punto di vista biologico? Per usare una similitudine che ci aiuti potremo dire: quando un’automobile finisce di essere un’automobile? È ancora automobile quando, pur mantenendo la sua forma, non funziona più? Abbiamo ancora un’automobile o solo la forma di un’automobile? Già un’osservazione come questa basterebbe a scatenare grandi discussioni di orde di opinionisti, specialisti, filosofi, e ogni genere di altra autorità autoreferenziata o delegata. Per arrivare a cosa? A niente! A mantenere del tutto inalterata l’ignoranza in merito, a non fare un vero cambiamento di “paradigma”, come è di moda dire oggi! Ma anche noi non siamo tanto diversi! Solo che anziché rendere noto il nostro inesistente punto di vista, facciamo come se già sapessimo la verità oppure non ci interessi affatto conoscerla!

 

Quindi le informazioni cominciano ad agire in questo complesso umano apparentemente inanimato e lo attivano. Inanimato in relazione ad alcuni aspetti della vita e a come qualcosa di apparentemente vitale, sia tale solo in relazione a qualcosa che gli conferisce la vita. Più semplicemente sappiamo che un corpo morto assomiglia a un corpo vivo ma non è più vitale perché ciò che lo rendeva vitale non c’è più.

 

La nostra cultura e tradizione ci ha abituati a chiamare genericamente anima questa forza vitale. Ma non sappiamo di cosa stiamo realmente parlando quando ci riferiamo ad essa e pochi hanno veramente tentato di capirci qualcosa.

 

Non la faccio tanto lunga perché chi vuole partecipare a tale dibattito lo può fare come, quando e dove vuole nelle università, nei salotti culturali, sui mass media e quindi è inutile che mi ci metta pure io in questo momento.

 

Continuiamo invece il nostro discorso! Nei famosi nove mesi di gestazione l’essere in questione rivive sinteticamente tutta l’evoluzione biologica della sua specie dagli albori della vita fino al momento in cui entrerà fisicamente nel suo nuovo periodi di esperienza esistenziale.  Anche su questa fase non entriamo in merito per il momento.

 

Arriviamo al momento della nascita! Come vediamo nello schema suindicato tale essere umano avrebbe un percorso ottimale di esperienze da fare, che gli è proprio, se non incontrasse da subito sulla sua strada i membri di una società forte e strutturata che iniziano immediatamente ad interagire con lui. Genitori, famiglia, società, istruzione, lavoro impongono il loro peso deviando tale percorso dal suo tracciato corretto. Non entriamo nel merito del fatto che ciò sia positivo o negativo, semplicemente lo constatiamo!

 

Quindi il progetto originale viene modificato e diventa un'altra cosa! Lo schema ci mostra come tutto ciò che incontriamo e facciamo di conseguenza non sia parte del nostro programma di vita ma ne determini una distorsione assai importante, addirittura in grado di farci perdere la memoria del nostro vero compito in questa esistenza, di mantenere attiva la chiara indicazione del senso della nostra vita! In tale situazione è inutile scegliere tra una cosa e l’altra; e come scegliere se annegare di pancia o di schiena! O come scegliere se far andare la nostra auto sulla strada o sott’acqua! Certo si può buttare l’auto nell’acqua, nessuno ce lo impedisce, però lì rimane inutilmente perché non è fatta per quello!

 

Ma tali deviazioni sono il più delle volte considerate giuste e naturali; un po’ come avviene per le note musicali; con sole sette note si possono comporre tutte le sinfonie del mondo. Però ogni sinfonia ha la sua caratteristica riconoscibile che non può essere cambiata, altrimenti diventa un’altra sinfonia!                               

 

Sembra di banalizzare la situazione; in realtà l’informazione essenziale della nostra esistenza è di una semplicità sconvolgente; talmente semplice e sconvolgente che nessuno la vuole nuovamente prendere in considerazione perché vorrebbe dire esserne responsabili senza se e senza ma. Quale è questa informazione essenziale? In parte già lo avete intuito e sentito dire ma……. tempo al tempo!

 

IDPmi scusi….questo percorso sarà comunque differenziato per ciascuno di noi!…

 

sì, certamente!

 

IDPcosì lineare…… così semplice…..per tutti? …. Non tiene conto del fatto che comunque ciascuno di noi si trova a vivere in una società e incontra tutte queste particolarità? ….

 

Ora ci arriviamo! Il nostro percorso sarebbe simbolicamente lineare, ma non vuol dire una linea, piuttosto una interazione continua e coerente di cose inerenti il proprio programma qualunque cosa succeda proprio per la ragione che lei ha sollevato, ovvero ognuno ha un proprio percorso! Però, perché ciò accada veramente, occorre che ognuno di noi segua le indicazioni che provengono direttamente dal proprio interno e non da quanto le imposizioni esterne o le convenienze personali indichino. Inoltre ognuno di noi non solo è irripetibile ma possiede una banca dati precedente e inconscia sia di tipo personale che ereditario e collettivo; l’interazione tra di essa e i fatti contingenti fornisce sempre una risposta diversa a domande apparentemente identiche, quindi non si possono stabilire, soprattutto ora, comportamenti comuni a tutti gli esseri umani come invece vorrebbe la società per poterli e potersi gestire.

 

Quindi l’essere umano non nasce a caso da due genitori qualsiasi, ma proprio da quelli e in quella situazione che avrebbe tutte le caratteristiche per poter svolgere il proprio compito esistenziale.

 

Anche questa è un’affermazione dura da digerire!

 

Segue nell’articolo 2.4 dal titolo:

Poi cominciano a succedere altre cose.

 

Foto, schema e testo

Pietro Cartella

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Articolo pubblicato il 05/08/2019