Facebook investe nelle interfacce neurali e acquisisce Ctrl-Labs per circa un miliardo di dollari

Controllare i computer con il pensiero (e non è fantascienza)

Facebook con un'operazione dal valore di circa un miliardo di dollari, ha acquistato la società Ctrl-Labs, che da qualche anno studia il modo per consentire alle persone di comunicare con i computer tramite segnali cerebrali, in particolare tramite un bracciale elettronico rivoluzionario.

CTRL-Labs è una società creata nel 2015 da Thomas Reardon, neuroscienziato computazionale statunitense, precedentemente sviluppatore in Microsoft, di cui è stato il padre del browser Internet Explorer.

Questa azienda si è da subito specializzata nella realizzazione di interfacce uomo-macchina di nuova concezione, sviluppato una nuova tecnologia che usa gli impulsi del cervello per trasformarli in comandi per i dispositivi elettronici.

La notizia dell’acquisizione è stata confermata questo lunedì (come dal post pubblicato) da Andrew Bosworth, responsabile della divisione di Facebook di realtà virtuale e aumentata.

Bosworth ha dichiarato che il bracciale di Ctrl-Labs offrirà nuove modalità di interazione uomo-macchina evitando l'utilizzo di qualunque dispositivo di input tradizionale, come mouse, tastiere, schermi touch, e controller.

Ctr-Labs si unirà al team di Facebook Reality, il quale intende subito utilizzare la nuova tecnologia a interfaccia neurale per lo sviluppo di un braccialetto che dia alle persone il controllo dei loro dispositivi come una naturale estensione del movimento tramite il pensiero.

Se così fosse sarebbe una vera e propria rivoluzione.

Basterebbe pensare un’azione, e tramite questo braccialetto, in contatto con i più svariati dispositivi elettronici che ogni giorno usiamo, il comando sarebbe automatico.

Nessun input sulla tastiera o sul touch con il dito, basterebbe pensare, ed ecco che il computer scrive per noi, la TV si accende o si spegne, la telefonata si attiva verso la persona desiderata, tanto per citare qualche banale esempio.

Ma le applicazioni potrebbero essere tantissime e inimmaginabili. Benvenuti nel futuro.

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Articolo pubblicato il 29/09/2019