I nuovi muri tra Stato e Religione

Dalle frontiere con il Messico alla islamizzazione di Santa Sofia: le nuove divisioni

Il secolo delle divisioni, dei genocidi di massa, della xenofobia e dell'odio razziale l'avevamo lasciato alle spalle con la chiusura del Novecento, fatto di divisioni, guerre, supremazia razziale tra nazismo, fascismo e altri ismi.

Con questo nuovo millenio, pensavamo, e ancora molti ci credono, che le brutture del secolo precedente unite a una nuova globalizzazione fatta anche di sinergie come le Nazioni Unite e l'ONU e una progressiva disponibilità ad aumentare i diritti (immigrati, omosessuali, coppie di fatto, eutanasia, ...) potessero proiettarci verso un periodo di maggiore rispetto per gli altri.

Recentemente, però, stiamo assistendo in più parti del mondo ad atteggiamenti da parte di governanti di una certa destra, da cui sinceramente è meglio prendere le distanze, in completa controtendenza.

E così negli Stati Uniti, il Presidente Trump ha innalzato quell'orribile muro verso il Messico temendo una invasione di massa dei vicini latinoamericani; in Ungheria, Orban ha introdotto il filo spinato verso il confine con la Serbia; in Turchia, Erdogan ha trasformato la Basilica cristiana di Santa Sofia in una moschea islamica, dando uno schiaffo a quella Europa che voleva includere il suo Paese dentro l'Unione Europea.

La capacità degli uomini di migliorare e migliorarsi è sempre passata attraverso anche la contaminazione culturale e linguistica, e quel melting pot di etnie (ispaniche, cinesi, ma anche italiane) tipico degli USA è stato in grado di trasformare il Pese nord americano in uno dei più avanzati del mondo.

Claudio Magris soleva dire che due culture, due lingue, due paesi si traducono, si integrano, si mescolano in quella ideale traduzione permanente che costituisce la realtà delle loro relazioni.

Eppure oggi con la presa di posizione di Erdogan in Turchia stiamo assistendo ancora una volta a quella strumetalizzazione dell'identità religiosa che pure un turco come Ataturk aveva voluto mettere da parte donando al mondo una Basilica di Santa Sofia in veste di museo permanente di una identità culturale storica di tutti prima che dei soli cristiani, tanto da renderla patrimonio mondiale UNESCO.

Il noto teologo Hans Kung sosteneva che non ci sarà alcuna pace tra le nazioni senza pace tra le religioni e non ci sarà sopravvivenza sul nostro pianeta senza un'etica mondiale.

Eppure, sembra che nel mondo un certo tipo di religiosità conduca verso stagioni già viste, già sperimentate, già sofferte, per quell'idea balzana secondo cui la fede religiosa deve guidare le scelte politiche, anziché lasciare più spazio a una maggiore secolarizzazione che in Occidente sembra(va) aver già attecchito.

La religione, all'alba del nuovo millenio, dovrebbe diventare sempre più un qualcosa di privato, senza dover influenzare scelte progressiste in grado di migliorare il mondo in cui viviamo, altrimenti la religione rischia di diventare strumento per far affermare ad alcuni piccoli capetti di una destra atavica che l'identità nazionale passi attraverso la fede religiosa, cosa decisamente anacronistica e tipica di un conservatorismo fuori tempo.

Condizione essenziale per assicurare la pace tra religioni e la libertà religiosa è la laicità dello Stato, da non confondere assolutamente con il laicismo. Lo Stato non può essere confessionale, non può avere alcuna religione, proprio per poter garantire la libertà religiosa a tutti. Erdogan, rischiando di perdere il potere a sentire i sondaggi, cerca di far leva sulle frange islamiste e ultranazionaliste: insomma questa sorta di conversione della Basilica di Santa Sofia dice al mondo che la Turchia è ben lungi dall'essere uno Stato laico.

In questo, l'Occidente dovrebbe e potrebbe dare un grande esempio al mondo, ma vedendo come alcuni suoi esponenti, sia in Europa che negli Stati Uniti, si stanno comportando verso lo straniero, il confinante, il diverso e soprattutto nel farlo ostentando di essere cristiani, la dice lunga su come il processo di desacralizzazione della politica sia decisamentre lontano.

 

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Articolo pubblicato il 31/07/2020