Processo a Salvini e Costituzione

L'Opinione di Gigi Cabrino

L’udienza del processo a carico di Matteo Salvini a Catania è stata aggiornata e verranno chiamati a testimoniare anche Conte e Toninelli; è stata accolta la richiesta della difesa che mira a dimostrare che la decisione dell’allora ministro dell’Interno di non far sbarcare migranti clandestini è stata una decisione politica – accettabile o meno, ma politica – e quindi condivisa con altri esponenti dell’allora governo gialloverde.

Ci sarebbe davvero da ridere se non fosse un processo serio in un tribunale della repubblica; Salvini è accusato di sequestro di persona per non aver permesso di sbarcare a diversi migranti clandestini ma la logica insegna che il sequestro è impedire ad una o più persone di uscire da un posto chiuso, mentre l’invito fatto in quanto ministro da Salvini era proprio quello di andare altrove.

La scelta fatta in quei mesi di dichiarare pubblicamente che sbarchi di clandestini, spesso raccolti da ONG spregiudicate (e miliardarie) in accordo con i criminali scafisti, non sarebbero stati più permessi ha avuto il merito di ridurre drasticamente le partenze dei barconi dal nord Africa; al tempo stesso ha fatto chiudere più di un occhio su tutti gli ingressi clandestini che sono proseguiti in quei mesi dai valichi alpini del nord Italia, oltre che dalla frontiera di Ventimiglia; proprio da questi posti di frontiera la solidarietà europea è stata sospesa con Francia, Germania ed Austria che riversavano sul nostro territorio come oggetti migranti non desiderati.

Non risulta peraltro che le magistrature di questi paesi abbiano processato i governanti per queste azioni violente; ricordiamo la donna incinta trascinata e presa a calci dai gendarmi francesi e buttata letteralmente in territorio italiano.

Ma il punto è che, per quanto complessa e non semplificabile a slogan, la questione delle migrazioni è un tema politico e come tale va affrontato; non è un tema da risolvere nelle aule dei tribunali; bene inteso, quando decisioni analoghe o anche più severe sono state prese da governi di altro colore la magistratura non si è sognata di intervenire.

Ma senza essere giuristi sarebbe sufficiente un minimo di senso civico ed aprire la Costituzione, che oltre ad essere la più bella del mondo – Benigni dixit - è pur sempre il fondamento giuridico della Repubblica.

Infatti l’accusa ha chiamato in causa i trattati internazionali sugli sbarchi di clandestini, e la difesa si è appellata a errori di traduzione dal testo inglese all’italiano.

Ma al titolo V, quello in cui si stabiliscono competenze dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, si afferma ( art.117) che la potestà legislativa è esercitata da Stato e dalle Regioni  nel rispetto della Costituzione nonché nei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario. Quindi prima viene la Costituzione, poi i vari trattati internazionali. Ebbene, poche righe dopo lo stesso articolo afferma che lo Stato – di cui Salvini era ministro all’epoca dei fatti contestati - ha competenza legislativa esclusiva, in materia di diritto all’asilo e condizione giuridica dei cittadini extra UE e in materia di migrazioni (commi a e b del medesimo articolo).

Salvini potrebbe anche non  essere esente da colpe politiche che in quanto tali verrebbero tuttalpiù giudicate dagli elettori, ma il processo per sequestro di persona è una palese invenzione di quella parte militante della magistratura che si è auto conferita il compito di combattere gli avversari politici della sinistra con le armi dei processi.

 

Gigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 05/10/2020