Dialoghi sul senso della vita – 8.4 di n.

Anche se sembra assurdo, sono i figli a scegliere da quali genitori dovranno nascere!

 

 

 … prosegue dal precedente articolo 8.3 di n.

 

 

… e le esperienze dirette, come abbiamo visto, possono essere grandemente distorte da tutto ciò che interagisce con loro.

 

E ancora; quell’essere, quel figlio, per un tempo più o meno lungo, si servirà direttamente anche di tutto ciò che appartiene specificatamente ai genitori attraverso le informazioni presenti nel seme e circolanti nel sangue comune a quella famiglia. Il problema della mancanza di reciproca autonomia tra genitori e figli nasce dall’ignoranza del fatto che non basta solo tagliare il cordone ombelicale fisico alla nascita, ma occorre tagliare tutti i cordoni ombelicali, energetici e funzionali, presenti tra di essi a livello delle emozioni e dei pensieri, quando ciò è diventato necessario.

 

Non solo! Inoltre il figlio è in grado, prima di nascere, di vedere in sintesi tutto questo! Dal momento della nascita fisica in poi questa visione si perderà gradualmente, diluendosi nelle esperienze dirette che, a poco a poco, finiranno per prevalere.

 

Possiamo quindi prendere in considerazione un altro aspetto dei rapporti tra di essi: i figli risultano essere più “vecchi” dei genitori in quanto la loro esperienza tiene conto, fin dalla nascita, anche di quella maturata dai genitori. Quindi, per certi versi, si può affermare che in realtà i figli sono genitori dei genitori e non solo una continuità dei genitori alla loro morte! E rende evidente quanto sia inutile che i genitori tentino di educare i figli secondo un pensiero arbitrariamente ritenuto giusto; infatti i figli vedono dentro i genitori come sono in realtà le cose e se l’esempio che essi forniscono non è coerente con quanto dicono non saranno più creduti, perderanno autorevolezza nei confronti dei propri figli! Lo stesso vale per i valori che l’istruzione e la società intendono trasferire; se non sono coerenti con l’esempio fornito non saranno accettati!

 

Ecco altre affermazioni non facilmente digeribili!

 

Ora abbiamo un po’ risalito il corso delle informazioni che istruiscono la nostra esistenza, anche se solo per la parte biologica!

 

IDPche confusione!

 

Certamente sembra un gran caos incomprensibile! E subito si scatenano altre domande: quale parte svolge in tutto questo disegno la volontà di chi viene concepito in modo violento, o in modo incosciente, o che nasce con malattie gravi, o vive pochi istanti, o segue un destino apparentemente nefasto?

 

Occorre entrare in un ordine di idee per noi quasi inconcepibile, perché siamo abituati a giudicare ogni cosa classificandola come giusta o sbagliata secondo il nostro personale criterio, senza partire da una vera conoscenza al riguardo!

 

Infatti in alcune sacre scritture, trascritte in modalità differenti secondo l’ambito culturale di provenienza, possiamo leggere alcune frasi che si riallacciano a tutto questo, le quali, secondo la tradizione più vicina a noi, suonano più o meno così: “il mio popolo si perde per mancanza di conoscenza” e ancora: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!”. Certo il loro significato è assai più ampio e importante, ma ci aiutano a comprendere le cose anche a questo livello!

 

Siamo abituati a giudicare immediatamente le cose in giuste o sbagliate senza soffermarci il tempo necessario per comprenderle veramente per quello che sono: giuste e sbagliate insieme! Solo perché le osserviamo separatamente, quindi abituati a vederle sempre parzialmente, mai per intero! Giudicando ora l’una ora l’altra come se potessero essere indipendenti, mentre sono una cosa sola! Così facciamo anche con noi stessi: guardiamo la parte di noi che ci piace o vogliamo mostrare e cerchiamo di dimenticare o combattere quelle parti che non ci interessano o ci danno fastidio. Così, alla fine, diventiamo un’altra cosa, né carne né pesce, un vera mescolanza casuale di fatti che non c’entrano proprio in alcun modo con la nostra vera essenza! Tutto ciò, è abbastanza chiaro a tutti, non può farci bene!

 

Vi ringrazio ancora per la continua disponibilità e apertura che mi permette di parlare in termini diretti e crudi di queste cose; ma in questo modo esse potranno veramente arrivare a muovere dentro di noi qualcosa degli aspetti archetipici che ci sono propri!

 

Per completezza occorre dire che non tutto dipende dal figlio, ma anche i genitori e la situazione ambientale fanno la loro parte richiamando, per affinità strutturale e per risonanza essenziale, il nuovo nato, che potrà essere loro utile per svolgere una parte considerevole del proprio compito esistenziale ed evolvere secondo il programma generale.

 

In questi contesti il nuovo nato servirà a destabilizzare per un certo tempo lo status quo!

 

Queste interazioni reciproche sono necessarie per costringerci ad andare oltre le situazioni in cui ci troviamo e che per questione di mera sopravvivenza saremmo tentati, come in realtà facciamo, di mantenerle inamovibili, inalterabili e sempre uguali a se stesse per paura dell’ignoto che nasce dal nuovo, dallo sconosciuto, e da una più generica paura della morte che pervade ogni nostro atto, anche se non ci pensiamo coscientemente o crediamo che non possa mai toccare a noi.

 

A proposito di queste paure e come esse dominano l’intero nostro modo di vivere, inserisco un altro schema che alcuni di voi già conoscono perché l’ho sviluppato e inserito tempo fa nel corso relativo al funzionamento dell’essere umano. Torna utile anche ora!

IDPprima lei ha presentato famiglia e scuola come sempre devianti!  Deve essere per forza così perché uno sia costretto a scegliere coscientemente il proprio programma o può essere accompagnato?

 

Domanda fantastica; grazie! Può succedere che sia accompagnato sulla sua strada! Ma torno a dire che le cose semplici sono anche sconvolgenti da far paura quando si presentano inevitabilmente; figuriamoci a proporle!

Io stesso, che ne sono pervaso in ogni cellula, faccio fatica a trovare il modo di esprimerne il senso. Però ci provo!

 

Noi cerchiamo di proteggere il nuovo nato, di dargli tutto quello che riteniamo sia giusto! Ma quello che noi riteniamo giusto è quasi sempre ciò che lo fa deviare dal suo programma! Perché abbiamo paura per la sua sorte (e più nascostamente anche per la nostra) e di tutta una serie interminabile di cose e situazioni, probabili o ipotetiche, e quindi tendiamo a costruire intorno a lui una infinità di sistemi di sicurezza. Queste si rivelano sempre sicurezze inutili perché vi sono cose che succederanno inevitabilmente! Il nuovo nato potrebbe vivere anche per un istante solo e questa sarebbe comunque tutta la vita che doveva vivere! Perché era quanto mancava a completare il suo cammino! Era ciò che gli restava da fare! Ma noi non possiamo e non vogliamo accettarne l’evidenza! Perché vorrebbe dire che ciò possa valere anche per noi, cioè che anche la nostra esistenza, come è successo per la sua, possa terminare in questo stesso istante! Se non abbiamo coscienza di cosa siamo realmente avremo sempre paura di perdere l’unica cosa in cui crediamo!

 

IDPma è anche la ragione che ci porta qui! …

 

Non è la ragione! È l’abitudine a pensare in un certo modo accettato a priori!

 

IDPIn uniformità con il sistema! Perché in origine vi è un’informazione che poi viene adeguata al sistema!

 

È il risultato finale di un adeguamento a tutte quelle sollecitazioni del sistema, della società in cui viviamo, per non sentirsene emarginato.

 

IDPma quanto ho evidenziato poco fa può giustificare la ribellione che tutti i figli hanno, ad un certo punto, nei confronti dei genitori? È giustificabile anche accettando a priori che quel figlio si è scelto i genitori?

 

Certo! Perché ciò non significa che ci debba essere per forza e per sempre compatibilità, ma lo stato di affinità potrebbe servire solo per il tempo necessario e poi diventare controproducente! Stiamo parlando di seguire delle linee guida, non di essere costretti a seguire i binari di una ferrovia da una stazione ad un’altra! Sappiamo, per averlo osservato, che in natura il nuovo nato viene abbandonato al suo destino non appena in grado di potersi arrangiare da solo. Viene escluso dalla protezione dei genitori! La madre non lo allatta più e non gli procura più il cibo; quindi o si arrangia o muore! È un dato insito anche nella nostra banca dati inconscia (perché similmente noi disponiamo di uno strumento corporeo come quello degli animali in cui, diversamente da loro, la coscienza si è spostata dall’esterno di un corpo di gruppo all’interno del singolo individuo, ma non è ancora sufficientemente in grado di agire autonomamente); tuttavia, come abbiamo detto più volte, tutta la nostra società (poiché non siamo più solamente animali, ma esseri umani, sebbene ancora poco senzienti e poco adatti a sostenerci reciprocamente), si è strutturata per tentare un’operazione di implementazione della sicurezza per la salvaguardia dei suoi componenti!

 

Quindi tornando alla domanda: possono essere accompagnati?

 

Sì, possono esserlo, ma solamente in un modo!

 

… continua nel prossimo articolo.

 

foto e testo

pietro cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 13/10/2020