Cosa serve per guarire?

Intenzione, attenzione, sincerità e volontà sono alcuni dei principi attivi, ma ognuno deve trovarne le giuste proporzioni, necessarie proprio in quel momento, per evitare effetti collaterali indesiderabili.

 

 

Parte ottava del nono incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 25 ottobre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

… prosegue dalla parte settima

 

Molte delle cose che crediamo essenziali non lo sono affatto!

 

Possiamo fare una lunga lista di cose ritenute assolutamente necessarie da fare entro una certa data e poi, riguardandola dopo un certo tempo, comprendere quanto poche sono quelle che abbiamo fatto; tutte le altre sono ancora da fare, e resteranno fa fare o non si faranno mai, senza che sia accaduto, o accada, niente di quanto temevamo accadesse se non le avessimo fatte come stabilito.

 

IDP … eh, ma non è proprio così! …

 

… No ?!? …

 

IDP … la lista ce l’ho anch’io, però non ce l’ho nel portafoglio … anche se l’ho sistemata ben in vista …

  

Non funziona così! La lista deve essere con noi … SEMPRE! Altrimenti cessa l’effetto del … “sempre a disposizione alla bisogna!” Possiamo di nuovo procrastinare la consultazione al momento in cui arriveremo a casa e questo rimette in moto il meccanismo del dover ricordare qualcosa.

 

IDP … certo! Ma se c’è una scadenza e io la consulto troppo tardi … è chiaro che non potrò più farci niente …

 

IDP … è chiaro che bisogna stabilire delle priorità …

 

Noi facciamo così con tutte le cose della nostra vita: abbiamo fatto una lunga lista di cose assolutamente importanti da fare di cui ci ricordiamo solo al momento in cui dobbiamo morire! Così diciamo: non posso morire proprio adesso perché ho ancora mille cose importanti da fare! Evidenziamo così una verità amara: non abbiamo fatto l’unica cosa che dovevamo fare, cioè vivere! Infatti se avessimo svolto il nostro (unico) compito non avremmo più niente da fare e sarebbe oltremodo semplice accettare che l’esistenza abbia fine!

 

Ci vorrebbe un po’ più di leggerezza anche quando ci accadono episodi pesanti; anziché come punizioni, considerarli per quello che sono: normali accadimenti della vita, … anziché aspettarsi un aiuto da chicchessia, fare ciò che possiamo …

 

IDP … anche perché ciò che ha senso per me può non averlo per altri ... quindi è chiaro che devo essere io a gestire tali cose … però credo che ciò che rende tutto difficile sia il senso del tempo che passa … del breve tempo che rimane … del tempo che verrà a mancare … e quindi a non avere tempo per concludere le cose della vita …

 

Sebbene non ci siano ricette per risolvere questa condizione, noi possiamo non di meno stravolgere l’intera nostra vita, come farebbero i bambini mentre giocano. Ho compiuto 63 anni; come si desume dai numeri … 7x9= 63, sono già nove volte che i cicli di cambiamento di sette anni ciascuno sono avvenuti in me; significa che quello che doveva per forza accadere nella mia vita è già avvenuto e quindi da questo momento in avanti non c’è più niente che aspetti di essere fatto da me tranne … continuare a praticare ciò che la vita mi ha chiesto di fare fino a quando mi viene concesso, e questo è un gran dono! Tutto ciò che sto vivendo è un grande e meraviglioso dono che devo condividere con tutti sia che duri solo un istante o qualche decennio ancora; cosa avrei da recriminare se finisse?  Si tratta comunque di un dono, niente di dovuto, niente che possa essere perso o sciupato, se condiviso senza limitazioni o preferenze! Qualunque cosa succeda ne ho goduto, essendo un dono, come un di più di quanto mi spettasse! Grandioso!

Ho degli acciacchi? … però sono qui!

Ho delle scadenze scadute? … però sono qui!

Non posso pagarle? … mi porteranno via la casa! … però sono qui!

Di case ce ne saranno ancora anche dopo che sarò morta – diceva mia nonna!

Queste osservazioni non significano che sono diventato menefreghista: semplicemente posso rimettere le cose al loro posto in ordine di importanza, cosa che mi era sfuggita da molto tempo mentre ero perso dietro a questa o a quella inutile incombenza che mi ero autoimposto o avevo accettato per buona solo perché si era sempre fatto così o l’aveva detto una qualche autorità. D’altra parte anche il tempo è relativo: posso averne molto a disposizione senza mai fare niente oppure fare quello che devo fare nel poco tempo che mi è concesso! Tutte le cose che consideriamo normalmente fanno parte di un mondo fittizio che ci siamo costruiti invece di vivere nel vero mondo solo perché abbiamo creduto che fosse giusto fare così!

 

Comunque sia, gli anni trascorsi non possono essere più perduti né rubati! Questa interessante constatazione porta ad un’altra altrettanto interessante constatazione: se oggi mi chiedessi cosa mi aspetto dalla vita non saprei cosa rispondere; non avendo aspettative non posso essere deluso dai risultati! Ciononostante non mi è tolta la possibilità di patire o godere delle cose che accadono; per esempio godere della vostra presenza in questo momento! È un grande dono essere messi nella condizione di avere una sufficiente libertà per poter vivere il momento presente! In questi momenti ogni cosa avviene fuori dalle mura delle nostre prigioni quotidiane pur non essendo ancora una fuga da esse! Stiamo parlando di cose che provengono dal nostro intimo senza reticenze né timori di un giudizio; siamo liberi di farlo perché per qualche momento siamo liberi dalla famiglia, dalle bollette, dal lavoro, dagli amici, dai nemici, dallo stato di salute; siamo semplicemente qui perché vogliamo esserci e ci è stato permesso. Ma se avessimo pensato a tutti i nostri vincoli quotidiani, forse saremo stati costretti a non venire, perché ci sarebbe comunque stata una buona ragione!

 

Pensiamo a quante convinzioni e vincoli sono stati scardinati da una così semplice azione come quella di essere qui presenti! E se ci è stato possibile fare questo, allora cosa ci impedisce di fare qualsiasi altra cosa?

 

IDP … allora un qualcosa c’è che si può fare … altrimenti sarebbe inedia … stasi …  

 

Certamente! Quando permettiamo che cambi qualcosa della nostra routine, permettiamo anche il cambiamento dei nostri riferimenti, della nostra percezione generale; le cose sono sempre le stesse ma ne vediamo aspetti che ci erano sempre sfuggiti e quindi le comprendiamo meglio. Quindi prima stavamo male perché la pasta non era cotta al punto giusto, ed ora siamo in grado di apprezzarne alcuni aspetti in qualunque modo ci venga servita! In qualunque condizione ha sempre qualcosa di buono da offrirci!

 

IDP … quindi da quella condizione occorre uscirne …

 

… da qualunque condizione occorre comunque poterne uscire. Tutte le condizioni sono transitorie.

 

IDP … speriamo …

 

Sono sempre transitorie! Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma … nel tempo necessario.

 

IDP … quindi transitoria comunque …

 

IDP … ritornando all’argomento farmaci che … mi sembra aver capito … il cui uso lei non approva … quando si vivono determinate problematiche che ci fanno toccare il fondo … indipendentemente dalle conoscenze o amicizie che uno può avere e con le quali può avere più o meno affinità … famiglia a parte … sei comunque solo con i tuoi guai … quando tocchi il fondo … ti guardi dentro … pensi e ripensi … finisci per ingigantire le cose , come diceva lei prima, … hai bisogno di un aiuto … nel mio caso per le problematiche fisiche ho avuto bisogno di un medico che mi ha seguito … che però, guarda caso, mi cura altri aspetti … e mi ha aiutato a stare meglio … anche se il percorso terapeutico non è ancora terminato ... è un neurochirurgo non uno psicologo … quindi i farmaci che mi sono stati prescritti mi hanno aiutato … perché io da sola -  sono andata in erboristerie etc etc – io da sola non ce la facevo … quindi è stato un salvagente … quindi questi farmaci a volte ci aiutano … 

 

… l’azione dei farmaci …

 

IDP … come la nostra stessa energia, come diceva, la nostra volontà … ci mettono nelle condizioni di risalire la china … però chi lo vive dice: è stata l’azione del farmaco ad aiutarmi! …

 

… esiste l’effetto placebo, per cui ogni tipo di cosa che si ritiene funzioni produce l’effetto desiderato; è un dato ormai consolidato …

 

IDP … come la memoria dell’acqua … confermata da esperimenti! …

 

Infatti a tutte le persone che hanno qualcosa che si deve risolvere consiglio di iniziare la giornata bevendo un po’ di acqua tiepida e di lasciar passare un po’ di tempo prima di fare qualsiasi cosa. È come dare al corpo l’ordine di ripulirsi da ogni scoria.

 

IDP … perché tiepida?

 

IDP … io non bevo infatti! … mentre tutti i medici consigliano di bere molto …

 

Non bere a sufficienza crea malfunzionamenti a livello sanguigno e neurologico.

 

IDP … perché tiepida … l’acqua? A me non piace!

 

IDP … è depurativa! …

 

Ha una funzione diversa dall’acqua che si trovi in qualunque altro stato, dovuta alla condizione in cui l’abbiamo portata con il nostro intervento consapevole. Per portarla in quella condizione abbiamo dovuto fare qualcosa noi. Non è sufficiente aprire il rubinetto o prendere la bottiglia e bere l’acqua. Occorre agire coscientemente per attivarla allo scopo.

 

IDP … si può fare un infuso …

 

… solo acqua! …

 

IDP … l’acqua calda non mi piace!

IDP … io la bevo fredda di frigo!

IDP … così fa male!

IDP … a chi fa male?

 

… non c’è nulla che non si possa cambiare!

 

IDP … conta il rito o, diciamo così, il contenuto?

 

La memoria dell’acqua fa la sua parte! L’acqua che beviamo ha fatto un lungo giro prima di giungere alla nostra disponibilità. Durante questo giro ha raccolto, in ogni dove, molte informazioni che trattiene e può rendere disponibili in certe condizioni. Scaldandola attiviamo consapevolmente queste sue funzioni. Senza il nostro intervento non funzionerebbe allo stesso modo per tutta una serie di ragioni che non sto ad elencare in questa sede, ma sulle quali, se volete, potete trovare tutte le informazioni (masaru emoto – l’insegnamento dell’acqua).

 

IDP … ma comunque anche l’acqua tenuta in frigorifero … come dice la signora ... qualcosa fa … all’interno del nostro corpo …

 

Certo! Ma provi lei ad entrare in un frigorifero per un certo tempo e, uscendone, mettersi a correre! Mi dispiace, non ci riuscirà!  Non a caso prima di una attività fisica occorre riscaldare i muscoli!

 

IDP … e a temperatura ambiente?

 

IDP … quando ci si mette a mani giunte e si ascolta una musica di Marilyn Mason piuttosto di una di Chopin, fa una bella differenza! … la prima genera fastidio al corpo la seconda procura giovamento!

 

Sì, però siamo sempre in un campo dove agiscono rimedi palliativi e neanche sempre auspicabili! Si tratta di condizioni indotte, come da una droga o una trance ipnotica, che producono assuefazione; ne divento dipendente e ne devo usare sempre di più per avere lo stesso effetto! Se sono arrabbiato con il mondo intero, mi metto le cuffie e mi isolo, però quando smetto il mondo è ancora lì e io sono come prima, se non peggio! Sono talmente imbambolato dalla condizione indotta che esco da casa e mi faccio stirare da un’auto!

 

Svegli! Occorre essere svegli e attenti per fare qualcosa di significativo per noi stessi! Non ci si può addormentare solo per stare bene! Oppure godere nel farsi male! Se così è, forse occorre farsi qualche domanda e provvedere di conseguenza! Attenzione, tutto ciò che facciamo per stare meglio senza cambiare davvero il nostro stato, prima o poi non è più efficace, e finiamo per ritrovarci davanti alla cosa non risolta quando meno ce lo aspettiamo! (si chiamano recidive ... e non nel senso che sono dive della recitazione!).

 

Siamo responsabili di noi stessi e nessuna cosa esterna può veramente aiutarci se prima non siamo noi stessi a farlo! Questo vale anche per tutto ciò che sentiamo e pensiamo, e in modo particolare per quanto riguarda il senso della vita! Le parole che possiamo ascoltare da un tizio qualunque come me possono anche darci un momentaneo sollievo, ma subito dopo lasciano il tempo che trovano se non trovano un terreno predisposto da noi stessi su cui germogliare!

 

IDP … si parla ancora di effetto placebo! …

 

Intendo dire che tutti coloro che sentono un disagio generalizzato e cercano una soluzione a tale stato, stanno ricevendo segnali, stimoli e informazioni nel loro sistema; segnali, stimoli ed informazioni che agiscono direttamente su qualcosa che è già presente nel sistema allo stato latente, altrimenti non succederebbe proprio nulla di osservabile, perché non ci sarebbe niente con cui tali segnali possano interagire, mancherebbe la controparte! Un suono si può udire se c’è un orecchio che sente, un odore si può apprezzare se c’è un naso funzionante! Anche se quasi sempre non si tratta di segnali e risposte chiari e puntuali, ma piuttosto confusi o equivocabili; in questi casi, come in tutte le cose, occorre allenamento e attenzione, altrimenti si combinano guai ulteriori prendendo, come si suol dire, “lucciole per lanterne”! …

 

… quindi nel caso dei farmaci … non sono contrario a priori ad un loro uso … piuttosto sono contrario al loro uso in sostituzione della nostra attenzione e responsabilità rispetto alla cosa che sentiamo, alla situazione in cui ci troviamo, poiché nulla avviene a caso!

 

Dobbiamo riprenderci la responsabilità di comprendere che ogni cosa che ci accade è per il nostro bene (ricordiamoci che in questo mondo tutte le cose cercano di sopravvivere) anche se in quel momento ci sta facendo male, invece di cercare di metterci una pietra sopra per farla tacere! Dobbiamo assolutamente rimettere in discussione ciò che ci è stato insegnato da bambini perché ora siamo adulti in grado di farlo!

 

IDP … quindi la chemioterapia può essere dannosissima …

 

È tutto relativo! Non si può dire è così a priori! Come dicevo, è però indispensabile un esame caso per caso in cui lo stesso paziente sia implicato, poiché per una persona una piccola quantità di veleno è letale mentre per un’altra è terapeutico!

 

Per una persona il veleno di un’ape può provocare uno shock anafilattico mentre personalmente, in dosi omeopatiche, mi ha aiutato nel risolvere definitivamente cistiti recidive. Anche ciò di cui ci nutriamo può causare reazioni diverse: sono ghiotto di arachidi e liquirizia, entrambe potenzialmente dannose, però mentre per le arachidi il massimo che mi è capitato è diventare temporaneamente stitico, con la liquirizia le cose sono andate diversamente: ecco la mia esperienza sotto forma di racconto breve …

 

*******

 

PRIMA DI TRARRE CONCLUSIONI …

 

Gli episodi continuavano ed erano sempre più frequenti.

 

Ogni volta che fermavo l’auto e stavo per uscirne ... tac! Scattava l’interruttore e il mondo intorno cominciava a girare sempre più forte; poi seguivano la nausea e i sintomi dell’imminente svenimento.

Non c’era altro da fare che reclinare lo schienale del sedile e restare sdraiato fino a quando, circa venti minuti dopo, l’episodio si fosse esaurito.

Ogni volta, del fatto non restava traccia e tutto tornava a funzionare come sempre; tuttavia qualcosa si doveva fare per interrompere l’automatismo.

Cominciai col consultare alcuni medici.

Uno mi disse: - È certamente lo stress! Provi a cambiare vita o lavoro!

Un’altro mi chiese se avessi subito incidenti automobilistici e dopo la mia conferma esclamò: “Probabilmente sarà una conseguenza dello shock!”

Una dottoressa, che aveva preso più a cuore il caso, mi fece fare un sacco di analisi, inclusa una tomografia assiale computerizzata al cervello.

Non avendo rilevato alcunché di anomalo dai risultati, concluse seccamente: - “Sarà colpa di sua moglie!”

 

Dopo questo giro di consultazioni disponevo delle seguenti indicazioni:

 

1 - cambiare vita e lavoro

2 - accettare il fatto di essere stato rovinato in conseguenza di un incidente automobilistico

3 - cambiare moglie.

 

Mentre ancora stavo pensando a tutto quanto avrei dovuto cambiare, alla fatica che mi sarebbe costato e ai dubbi circa la necessità di tali azioni, mi balenò un’ultima possibilità: un consulto presso il dentista-ginecologo-stregone del paese dove abitavo allora.

Questi mi fece ripetere tutta la storia sottolineando con sordi borbottii e parole strascicate le fasi salienti del racconto e, dopo essere stato in una specie di raccoglimento-torpore per qualche minuto, mi domando: “Non sarà mica che mangi qualcosa che ti fa male?”

Quindi tirò fuori da una borsa scalcagnata un librone scompaginato e cominciò ad elencare in ordine alfabetico i nomi di ogni cosa commestibile chiedendomi se e quanto ne mangiassi.

 

“Ananas?” chiese. “Sì” risposi.

La cosa prosegui …

“Banane?” – “Sì”.

“Budino?” – “Sì”.

“Cavolo?” – “Sì”.

“E ... F ... G ... I ...” – “Sì”.

Non accade nulla di particolare, finché giunse a …

“Liquirizia?” – “Sì, due pacchetti da 25 gr. al giorno”.

 

“DUE PACCHETTI AL GIORNO!”

“PAZZO INCOSCIENTE!” - urlò incredulo e spaventato come se avesse visto in faccia un demonio, schizzando simultaneamente dalla sedia, paonazzo in volto.

“Pazzo, incosciente” - continuò a ripetere fino a quando si fu un po’ calmato.

Ripresosi mi spiegò che l’assunzione di una tale quantità di liquirizia provocava nelle cellule uno spostamento del Potassio a favore del Sodio. In carenza di Potassio il collegamento elettrico tra le cellule risultava compromesso e gli impulsi per il normale funzionamento del sistema passavano in modo discontinuo o non passavano affatto, provocando lo sconquasso lamentato.

 

Non cambiai vita, né lavoro, né moglie, né avevo subito shock: solo buttai via alcuni pacchetti di liquirizia e tutto finì!

 

ps: Attualmente ho ripreso ad assumere liquirizia, in quantità ragionevole, senza conseguenze.

 

Morale: PRIMA DI TRARRE CONCLUSIONI ... ACCERTARSI DI AVER INSERITO IL CERVELLO.

 

********

 

Chi mai si ricorderebbe di riferire ad un medico un particolare così insignificante come mangiare abitualmente liquirizia?

 

Ho visto recentemente in una trasmissione televisiva una concorrente ballare in maniera fantastica. Niente di particolare se non che lo stava facendo con protesi in luogo delle gambe che le erano state amputate in seguito ad un incidente! È chiaro che non erano le protesi a ballare, e che le gambe non erano ricresciute, ma quella persona sapeva cosa voleva fare e quindi ha trovato tutto ciò che occorreva per farlo!

 

Seguendo il percorso necessario per fare una cosa si trova (sempre!) quello che serve per farlo.

 

Se cerco il vero senso della vita lo troverò sicuramente,

indipendentemente da cosa accadrà durante tale ricerca.

 

Il sistema dell’essere umano ha in sé tutto quello che serve allo scopo per cui quel sistema è stato creato.

 

… prosegue nel prossimo articolo

 

foto e testo

pietro cartella

 

PS: se desiderate approfondire l’argomento salute e malattia potete leggere i seguenti articoli

 

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29483

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29485

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29487

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29488

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=29489

 

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Articolo pubblicato il 22/11/2020