Facile come bere un bicchiere d’acqua (tiepida!).

Sorridendo perduto tra le dune del deserto nella notte sottozero saltellando a testa in giù sul dito mignolo della mano sinistra senza alcun pensiero.

 

 

Parte nona, ed ultima, del nono incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 25 ottobre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

 

… prosegue dalla parte ottava

 

A tutte le persone che hanno qualcosa che si deve risolvere da molte parti arriva il suggerimento di iniziare la giornata bevendo un po’ di acqua tiepida e di lasciar passare un po’ di tempo prima di fare qualsiasi altra cosa. È come dare al corpo l’ordine di ripulirsi da ogni scoria, per ripartire “sul pulito”.

 

IDP … si starebbe ad ascoltare per ore …

 

… e questo è un problema … perché le cose possono diventare interessanti ma … poco pratiche … finiscono per distrarre dall’obiettivo! Per questo alla fine cerchiamo di condensare tutto ciò che è stato detto in uno slogan, una frase che ci aiuti a ricordarne il senso!

 

È evidente che trattare di argomenti che ci toccano da vicino possa essere interessante, ma di cose interessanti ne possiamo trovare a bizzeffe ovunque; libri, conferenze, incontri … tutta roba buona, di cui però in pratica non utilizziamo niente, per varie ragioni indipendenti dalla loro bontà!

 

IDP … torniamo ancora all’acqua … se la preparo dalla sera prima … e la lascio lì tutta la notte … a temperatura ambiente … non ho fatto comunque il gesto? … non è la stessa cosa che scaldarla?

 

… al momento!

 

IDP … perché?

 

Perché altrimenti entriamo nell’ordine della programmazione, del predisporre in anticipo le cose. Piuttosto, se non si può fare al momento, semplicemente non lo si fa, altrimenti si riproducono schemi abitudinari preconcetti, che è quello che facciamo sempre. Faccio questo adesso per ottenere quello dopo. Le cose devono essere fatte quando è ora, né prima né dopo! Non serve mangiare ancora quando la pancia è già piena, né dopo essere morti di fame!

 

IDP … però per me sarebbe un disagio bere l’acqua tiepida …

 

…perché?

 

IDP … perché non ci riesco!

 

IDP … mia sorella la beve!

 

Calma, calma! Ognuno capisce da sé cosa fare! Non è una prescrizione medica!

 

IDP … comunque la consigliano anche alcuni medici!

 

IDP … ho capito, però non cambia la situazione!

 

IDP … però si può provare!

 

IDP … posso scaldare un po’ d’acqua e non berla!

 

Se siamo noi a voler porre i limiti alle cose, come possiamo pretendere che facciano il loro effetto?

 

Quando ancora bevevo vino chiedevo a mia moglie di spiegarmi come si potesse bere acqua durante il pasto invece del vino. Poi ho smesso di bere vino e ho capito!

 

IDP … io bevo acqua fredda del frigo!                              

 

L’acqua che si usa per dissetarsi è una cosa; questa la usiamo per dare un ordine al nostro sistema in modo cosciente e partecipato!

 

IDP … è il rito che conta!

 

No, non è un rito (che deve essere fatto secondo delle modalità precise e per altri fini); è un’azione cosciente e responsabile (che può essere fatta nel modo che si vuole, con qualsiasi tipo di fuoco, pentolino, acqua del rubinetto o di fonte, su una gamba sola, sotto un ombrellone, rivolti a sud o a nord, senza che venga meno la sua efficacia!). E non deve diventare una azione scaramantica, perché ne diventeremmo dipendenti al punto che, se fossimo impossibilitati a farla, ci sentiremmo in colpa o privi di protezione … finendo dalla padella brace! Piuttosto … meglio la pastiglietta!

 

IDP … ma se uno lo fa tutte le mattine... non diventa un rito, un’abitudine? …

 

Provi a farlo consapevolmente ogni volta, anche quando è in ritardo per il lavoro, o il figlio strilla, o il vicino suona perché il suo gatto è finito nel suo giardino, o non trova il vestito che voleva mettersi, o è appena scattato l’antifurto dell’auto, o il cane ha vomitato sul tappeto, o ha appena pensato quanto sia inutile scaldare l’acqua, o quanto sia “idiota“ il tizio che le ha messo in testa di farlo! … poi riferisca!

 

IDP … due parole sulla memoria dell’acqua …

 

… potete sperimentare voi stessi!

Fate congelare dell’acqua, presa dal rubinetto, ed osservate cosa si intravede della sua struttura. Potrete distinguere in trasparenza delle linee più chiare che si sviluppano secondo un certo disegno. Ora fate la stessa cosa con altra acqua, ma solo dopo averci immerso per un istante un oggetto qualsiasi. Poi rifatelo, ma solo dopo aver lasciato l’acqua a riposare vicino ad una pianta. Vedrete che ogni volta il disegno che appare all’interno dell’acqua ghiacciata sarà diverso. Ciò significa che la struttura dell’acqua è sensibile al variare delle condizioni in cui si viene a trovare, ovvero ha memoria di cosa gli accade!

 

Nel nostro caso l’acqua che mettiamo a scaldare in modo cosciente, assorbe in sé l’informazione dello scopo che ci prefiggiamo e lo rilascia durante il percorso all’interno del nostro corpo portando tale informazione ad ogni cellula o organo che lambisce.

 

L’informazione è: annullare ogni ordine e legame precedente e ripartire da zero facendo solo ciò che è necessario! E poi lasciare il tempo sufficiente perché il nostro sistema recepisca ed esegua senza interferenze da parte nostra! (circa mezz’ora). Semplice ed efficace in ogni caso!

 

Funziona come il principio attivo presente in una qualsiasi medicina, però senza effetti collaterali nocivi!

 

IDP … come un rimedio omeopatico!

 

Non proprio! Nel caso dei rimedi omeopatici ci possono essere reazioni transitorie di aggravamento dei sintomi; nel caso dell’acqua no! La saggezza popolare dice: è come bere un bicchiere di acqua, facile e senza conseguenze!

 

Se poi facciamo fatica a credere che l’acqua possa avere una memoria, portare informazioni, allora ripensiamo a noi stessi, di come ci arrabbiamo semplicemente ricordando un fatto avvenuto ma non più presente e poi riflettiamo su dove stanno i nostri ricordi: nello stretto spazio di una zona del cervello o disseminati e immagazzinati nella massa d’acqua di cui è in gran parte composto il nostro corpo, da cui vengono “ripescati” quando occorrono? Non a caso si usa il termine “ripescare” per definire l’azione di riportare alla mente i ricordi!

 

L’acqua che introduciamo nel nostro corpo scambia le sue informazioni con l’acqua già presente; quindi direttamente o indirettamente con i sistemi, nervoso, sanguigno ed ormonale fino a confluire in tutti i livelli della coscienza.

 

Poi ci possono essere vari tipi di memorie, vari livelli di importanza e magazzini di memorie di settore posti in ogni dove, perfino … nel cervello.

Esse agiscono ed interagiscono in modi a volte imbarazzanti. Pensate a quando ritroviamo dopo tanto tempo una persona che abbiamo conosciuto: ci aspettiamo che sia esattamente uguale a quando l’abbiamo lasciata anche se … sono passati alcuni decenni e … pensandoci bene … faremo meglio a prestare attenzione a lei come faremo con una persona che abbiamo appena incontrato e dobbiamo ancora conoscere! Eviteremo gaffe ed errori difficili da rimediare: ciò che abbiamo memorizzato tempo fa non è quello che c’è in questo preciso istante!

 

L’acqua trasmette informazioni come fa la televisione o lo smartphone, solo che lo fa meglio e senza tralasciare nessuna parte. È un mezzo tecnologico supersofisticato esistente e disponibile da sempre, ma facciamo fatica a credere che lo sia perché è senza pulsanti e batteria, ed è anche trasparente!

 

Il buon giorno si vede dal mattino!

Meglio iniziarlo senza pesi inutili!

L’acqua, il diluente per natura, scioglie e porta via ciò che non serve!

 

IDP … domani ci provo!

 

IDP … ora volevo fare un’osservazione … in questi mesi anche lei è cambiato … non è più l’uomo più raffreddato del mondo! (risate!) …

 

Adesso che me lo avete ricordato, anche se non ne ho bisogno, devo per forza usare un fazzoletto.

Scherzi della memoria!

Rito tranquillizzante!

 

Fine dell’incontro!

 

foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 24/11/2020