Abbiamo costruito un mondo tutto chiuso che gira su sé stesso come un cane che si morde la coda …

… credendo di poter afferrare un nemico diverso da sé.

 

 

Parte terza del decimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 15 novembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

… prosegue dalla parte seconda

 

L’essere umano biologico naturale non è altro che un’altra specie animale e come tale si comporta, secondo la natura e le leggi di specie, almeno fino a quando non riesce ad uscire dalle regole del suo “tutto chiuso” biologico naturale. Nessuno escluso!

 

Tuttavia anche questa situazione drammatica ha una sua ragione d’essere che invita a trascendere tale stato accettando senza limitazioni quanto occorre fare per uscire da questa ignoranza fondamentale, per seguire con le parole di Dante l’indicazione:

 

“fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtù e conoscenza”.

 

Che però, ancora una volta, non significa aspirare a qualcosa come crediamo noi, ma come è necessario fare.

 

Questo è il senso del mistero che si cela all’essere umano nascosto dentro ogni essere umano e che spesso egli stesso, per svariate ragioni, evita di cercare, ma che, prima o poi, a forza di azioni correttive impostegli dal destino, sarà “amorevolmente portato” a fare per il suo stesso bene.

 

Per adesso, nonostante tutti gli sforzi che si fanno in buonafede a livello comportamentale, il risultato è sotto i nostri occhi! Quindi posso non credere alle fantasie che ho nella testa, ma non posso non credere a ciò che vedo.

 

Perché miliardi di persone si associano per perseguire scopi benefici, si stanziano fondi e si costruiscono organismi e centri di assistenza umanitaria, ma lo sfruttamento, la sofferenza, le malattie e le guerre si moltiplicano?

 

Per contro cresce l’aspettativa di vita in ogni parte del pianeta; quindi non si può neanche dire che la situazione sia solo negativa! Si può solamente osservare quante cose diverse accadano nello stesso tempo in luoghi diversi, negli stessi luoghi in tempi diversi o in diversi tempi in luoghi diversi, in una continua alternanza di cose negative e positive, ora per l’uno ora per l’altro, senza che mai ci sia qualcosa di buono per sempre.

 

Poiché però tutto questo accade sotto i nostri occhi, ecco che, prima o poi, noi possiamo cominciare a farci delle domande al riguardo.

 

Perché un paese è in guerra da cinquanta anni?

 

Perché un altro si vanta di esser pieno di persone che vivono grazie alle banche in cui altre persone portano, per proteggerli, i propri soldi sottratti alle tasse?

 

Perché, in un ospedale creato a scopo umanitario nel centro di un deserto, si cura la persona che appena dimessa corre a tagliare la testa del rivale?

 

Perché proteggiamo e lasciamo entrare nel nostro letto il gatto e alleviamo i maiali per ucciderli e mangiarli?

 

Basta farsi alcune domande per cominciare a comprendere che il mondo è fatto a nostra immagine e somiglianza, … o meglio lo abbiamo fatto così noi!

È anch’esso un “tutto chiuso” che si ripete sempre uguale essendo il prodotto delle azioni di esseri “tutti chiusi”. Non c’è soluzione finché non si riesce a spezzare la corazza trasparente con la quale crediamo di proteggerci e invece ci separa dalla vita, costringendoci ad una esistenza di questo tipo.

 

Ribadisco che non è un giudizio di merito; essendo ancora come animali non possiamo che agire così! Però non possiamo far finta di nulla: tra le nostre specifiche caratteristiche animali ne abbiamo alcune che ci permettono di acquisire dati, compararli, elaborarli e trarne deduzioni logiche e comportamentali da cui cominciare a farci domande in relazione allo scopo del nostro agire.

 

Il santo e l’assassino sono egualmente prodotti del “tutto chiuso” e si equivalgono nell’economia del “tutto chiuso”; uno fa il lavoro pulito e l’altro quello sporco; entrambi lavori di cui c’è bisogno nel tutto chiuso. Se ci dovessero essere ancora dubbi, ricordiamoci cosa avviene nel nostro organismo tra le difese immunitarie e gli organismi intrusi, molti dei quali siamo noi stessi ad introdurre perché riteniamo che ci facciano bene alla salute di questo o quell’organo.

 

Ops … forse sto esagerando … scusatemi … la giuria non ne tenga conto!

 

Stavo giustificando l’ecosistema umano e mi sono fatto trascinare dalla foga!

 

Ma sono costretto a insistere poiché ugualmente succede nel cosmo, in cui l’operare universale genera e cancella stelle, pianeti e galassie. Già chissà che relazione c’è tra tutto questo e la mia bolletta da pagare o la scelta del panino! O con i capelli che diventano grigi e il dito che mi sono pestato con il martello!

 

Tutto ciò non è né bene né male, ma poiché ce ne sfugge il vero senso, tali li definiamo per tagliare corto! Ignoriamo la ragione per la quale esistiamo e quindi giudichiamo ogni cosa in relazione a quanto ci tocchi o meno o ci piaccia o no.

 

IDP … chiedo scusa, però … se le persone sono a questo livello … se non possono che fare così … se non hanno colpa di ciò che fanno … allora vuol dire che dobbiamo accettare questa situazione … accettare tutto quello che accade … giustificare tutto … non dobbiamo criticare nulla … perché se …

 

Non è proprio così! Sarebbe un atteggiamento passivo, mentre l’osservarlo ci rende attivi nel aiutarci a comprendere quale sia la situazione nella quale ci troviamo e quindi stimolarci a trovare una soluzione, una via d’uscita, predisponendoci ad accettare senza preconcetti ciò che sarà evidente, anche se potrebbe non piacerci (nessuno di noi sceglie di farsi operare se non in caso di effettiva necessità, … o no?).

 

Vogliamo che i nostri politici cambino, che il mondo diventi migliore, ma senza prendere in considerazione che perché ciò possa avvenire dobbiamo obbligatoriamente cambiare prima noi stessi.

 

IDP … certo!

 

Allora partiamo da lì! I politici sono l’espressione di una base costituita da tutti noi; cambiamo noi stessi, cambieranno i politici!

 

IDP … certo! I politici sono lì perché noi li abbiamo portati lì!

 

Non c’è dubbio!

 

IDP  … mannaggia!

 

Se cominciamo a renderci conto di qualcosa, se cominciamo a vederla, ne diventiamo corresponsabili. Se vediamo che ci sta cadendo addosso un macigno e non ci spostiamo è facile capire cosa accadrà; non è colpa del macigno se ci colpisce perché non ci siamo spostati!

 

Ricordate la scorsa volta quando accennavamo al fatto di voler aiutare le persone; l’aiuto che noi vogliamo dare non è quello che serve; l’aiuto che loro chiedono, che serve loro, diciamo di non poterglielo dare perché non coincide con quello che siamo disposti a concedere per tacitare la coscienza ed evitare che ci disturbi troppo. Perché pensiamo che sia giusto così ed è anche più comodo!

 

IDP … la cosa è complicata! … troppo complicata!

 

Non c’è niente di cattivo o sbagliato; solo crediamo che sia così perché ignoriamo tutto il resto. Se potessimo conoscere tutto insieme ci renderemo conto che ogni cosa che accade è sempre giusta nel quadro generale e facilmente errata se si considera a se stante, separata da tutto il resto. Se nessuno morisse mai a quest’ora sulla terra ci sarebbero circa 110 miliardi di esseri umani (stime BBC), alcuni dei quali vecchi di qualche milione di anni! Per non parlare di quanti miliardi di animali di specie ormai estinte e di quali estensioni di vegetazione impenetrabile! E se potessimo vedere come le cose si sono evolute dal minerale all’essere umano ci stupiremmo ancora di più per come abbiamo potuto credere nelle nostre puerili fantasie. 

 

IDP … mi ricorda ancora la frase “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”…

 

Certamente, anche se contiene molti altri significati!

 

IDP … l’ho letta proprio ieri sera!

 

Cercando in tutte le filosofie, in tutte le religioni, scopriremo che ciò che ci impedisce di scoprire il vero senso delle cose è la nostra incredibile ignoranza e la ancora più incredibile presunzione che non sia così! Ignoriamo fondamentalmente quasi tutto ciò esiste e crediamo di sapere a sufficienza per spiegare ogni cosa!

 

Come stupirci allora se poi combiniamo quello che combiniamo? 

 

Se poi tanti ignoranti agiscono insieme producono più danni di una epidemia devastante! Se poi gli ignoranti più potenti comandano un numero enorme di ignoranti passivi è una tragedia immane!

 

E allora non c’è proprio speranza?

 

Fortunatamente il piano in cui tutto si muove non è opera nostra!

Lo possiamo facilmente constatare proprio alla luce di quanto abbiamo evidenziato; contrariamente a quanto avrebbe dovuto succedere, cioè al fatto cha a causa dei nostri incredibili comportamenti avremmo già dovuto essere spariti dalla faccia della terra, invece siamo ancora qui più numerosi che mai! Allora, o qualcosa non quadra, o non abbiamo ancora capito come funzionano le cose e a che serve la nostra presenza!

 

Quando il nostro sistema è sufficientemente maturo, non automaticamente ma quasi sempre attraverso uno shock, la nostra corazza di ignoranza subisce dei colpi che provocano delle aperture sufficienti a farci percepire l’esistenza di tutto il resto di cui eravamo sempre rimasti all’oscuro. Di conseguenza iniziano a farsi valere nuovi impulsi della coscienza che si traducono in domande strane ed inedite rispetto ai nostri pensieri abituali.

 

Perché se ho sempre cercato di fare ciò che è giusto, se mi sono sbattuto per fare del bene, se ho sempre pagato le tasse, se ho cercato di non fare mai del male a nessuno o di fregare il prossimo, ho allevato i figli, … adesso mi capita questa cosa, … perché mi è venuto un cancro, … cosa ho fatto di male per ricevere questa punizione?

 

È evidente che una domanda come questa non ha risposte ricavabili dal solo ambito delle nostre esperienze; molti altri fattori devono concorrere a ciò anche se non li conosciamo direttamente. Sappiamo per esempio che siamo legati a fattori di ereditarietà sanguigna con i nostri parenti di generazioni precedenti. Già questa osservazione fa nascere altre domande.

 

Come è possibile che continui ad esistere qualcosa che proviene da qualcuno che non esiste più?

 

Oppure è possibile che continui ad esistere perché quel qualcuno continua ad esistere anche se in condizioni diverse da quelle a cui siamo abituati a credere?

 

Oppure, oppure, oppure … Ogni domanda, anziché ricevere risposte, sembra generare altre domande, moltiplicare le domande, rendendoci sempre più consapevoli di quanto ignoriamo di noi stessi prima ancora di tutto il resto.

 

E il tentativo di cercare le cause di ciò che ci accade cade spesso nel vuoto e, ahimè, ancor più spesso nella formulazione di spiegazioni fantasiose o errate, vestite di una forma scientifica, artistica o trascendente.

 

Se però non ci arrendiamo e continuiamo a cercare, prima o poi, viene richiamata la condizione riportata nella figura 2 …

 

 

… e si aprono nuovi scenari mai prima contemplati. Ha inizio la possibilità di disporre di un embrione del senso della vita che dovrà essere accudito, protetto e nutrito per potersi sviluppare fino alla sua completa maturità.

 

È ancora una situazione transitoria che però, attraverso quel nuovo senso, permette di fare esperienze realmente diverse, tra le quali “poter vedere” realmente dentro quel “tutto chiuso” e conoscerne il funzionamento, le dipendenze che lo manipolano e le possibilità che offre.

 

IDP … e allora?

 

… e allora cominciamo a parlarne …

 

IDP … e allora che dire di coloro che cambiano vita … magari diventa religioso mentre il giorno prima era una pornostar? … come avvengono questi cambiamenti?

 

Questi cambiamenti non significano cambiamento di vita, perché siamo tutti contemporaneamente religiosi e pornostar (risatine!); sono solo cambiamenti di sfumature, come durante i diversi momenti della giornata siamo genitori che danno la prima colazione ai figli, poi lavoratori in fabbrica, poi automobilisti, poi di nuovo torniamo a casa a fare i genitori e poi i coniugi, una volta affettuosi e un’altra despoti aggressivi. Siamo tutte queste cose … pensateci un attimo e ve ne convincerete subito! Non c’è sostanziale differenza tra un santo e un assassino, tra un religioso e una pornostar … dipende solo dall’opportunità del momento! (o di un periodo più lungo) (risatine!).

 

Però, quasi sempre, giustifichiamo le nostre ipotetiche scelte cambiando il giudizio e la morale secondo necessità e gusto; fare la pornostar diventa “un dignitoso lavoro” per fare soldi “ o nell’ambito coniugale “ un modo per stemperare i contrasti, o merce di scambio”; diventare un santo dopo uno spavento o un bagno di spiritualità diventa “una conversione da ostentare” ma che alla prova dei fatti svanisce come neve al sole, basti ricordarsi cosa avviene nell’intimo di alcuni conventi o congreghe religiose come nell’intimo di noi stessi.

 

Se siamo veramente sinceri quante volte dovremo vergognarci di avere certi pensieri?

 

Che differenza c’è tra vendere una parte del proprio corpo anziché un’altra in un certo ambito piuttosto di un altro, per una ragione o per un’altra; tra vendere sesso per la strada o farlo in un ambito autorizzato da tutti, tra vendere la propria immagine su un social o le proprie braccia in una fabbrica avvitando bulloni?

 

Tutti abbiamo una ragione per fare ciò che facciamo!

 

Se non cambia fondamentalmente, essenzialmente lo stato del sistema si può raccontare e far vedere tutto quello che si vuole, ma restiamo quelli che siamo: santi ed assassini allo stesso tempo, accarezziamo il nostro gatto e ammazziamo il maiale per saziarci!

 

IDP … però è un po’ diverso (risate!) … in un caso (la fabbrica) uno si fa un mazzo tanto … in alcuni altri casi invece …

 

Scusate, mi spiegate come fa ad essere così diverso?

 

Se di nuovo riflettiamo un momentino converremo che si tratta nuovamente di una nostra valutazione di parte. Gli indigeni di alcune parti del mondo vivono tutto il loro tempo nudi ma non si ritengono nudisti, né che sia sconveniente o vergognoso! Noi che viviamo vestiti quando ce li togliamo ci sentiamo nudi e se qualcuno ci vede abbiamo vergogna e ci copriamo; ma anche in questo caso diverse sono le reazioni di chi viene scoperto nudo: alcuni si coprono i genitali, altri gli occhi, altri ancora hanno comportamenti diversi secondo la loro cultura. Il corpo di tutti è simile, il comportamento in relazione ad esso è diverso. E diversa è anche la valutazione dell’uso che se ne fa al variare dei tempi, dei luoghi, delle situazioni, della cultura, delle credenze.

 

E ancora, … non riflettiamo abbastanza sul fatto che le cose non accadono separatamente in quei settori del corpo dove vediamo accadere qualcosa, ma tutto parte dalla cabina di regia dei nostri pensieri generati da desideri a volte inconfessabili. Cosa riusciremo a fare se non avessimo timore delle punizioni che ce ne potrebbero derivare!

 

Nonostante tutto questo oggi siamo qui, insieme, perché in ciascuno di noi qualcosa di diverso è già certamente avvenuto, almeno una volta. E tanto basta per non essere più quelli che eravamo prima.

 

Per questo ci facciamo domande; quali?

 

… prosegue nel prossimo articolo.

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 13/12/2020