E se davvero la sinistra volesse il voto anticipato?

L'Opinione di Gigi Cabrino

Matteo Renzi sta minacciando la crisi di governo sulla squadra di supermanager voluta dal Presidente del Consiglio per la gestione dei fondi europei del Recovery fund; secondo molti osservatori sta solo alzando l’asticella al fine di poter pertecipare alla spartizione della torta, un gruzzoletto di oltre 200 miliardi.

Giorgia Meloni è di questo avviso e ritiene che tutto alla fine rientrerà perché Renzi alla fine teme le urne con la sua Italia Viva che si aggira attorno al 3%.

Giorgia Meloni è sicuramente una leader affermata e la sua abilità politica non è in discussione , ha infatti portato  FdI a percentuali di tutto riguardo, ma temo, per quello che può valere il parere dell’ultimo dei consiglieri comunali, che su questo tema abbia sbagliato di grosso.

Se la paura folle delle urne può riguardare ciò che resta dei 5 stelle, la cui compagine parlamentare dopo questa legislatura potrà vedere Montecitorio e Palazzo Madama solo dalla TV di casa, per il PD e la sinistra in generale questo discorso non quadra.

L’uscita di Renzi e Calenda dalla casa madre PD è solo tattica, molti parlamentari filorenziani sono ancora nel PD ( Lotti su tutti) ed al momento opportuno troveranno la formula per un rientro strategico.

Inoltre l’ex Ministro Andrea Orlando proprio nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni che, seppur in toni molto più concilianti di quelli esplosivi di Renzi, esprimono la stessa posizione di Italia Viva.

In poche parole credo che il PD abbia superato lo stordimento del minimo storico ottenuto alle elezioni del 2018, minimo storico che non ha impedito al principale partito di Sinistra in Italia di tornare al governo poco più di un anno dopo le elezioni; i sondaggi , per quello che valgono, accreditano il partito di Zingaretti attorno al 20%, il rientro al momento giusto, cioè alle elezioni, di Renzi e Calenda con le loro formazioni politiche potrà portare un 5/6%.

Questo basta ed avanza a rassicurare la Sinistra italiana.

Non dobbiamo dimenticare che nel 2013 il PD a guida Bersani conquistò un 25% scarso dei consensi elettorali e questo fu ampiamente sufficiente a garantire 5 anni di governi ininterrotti a guida PD – Letta, Renzi e Gentiloni-; cambiava la legge elettorale ma l’impianto proporzionale è prevalente anche nella legge attualmente in vigore

I leader del centrodestra non devono accontentarsi di essere avanti alla Sinistra come coalizione, se non ottengono il 50% più un voto alle elezioni e la maggioranza in Parlamento dall’altra parte ci sarà sempre una Sinistra che con la metà dei voti del centrodestra saprà fare scouting tra l’ampia schiera dei “responsabili” e garantirsi il Governo; in questa legislatura iniziata con lo psicodramma di un 18% che rappresentava il risultato peggiore della Sinistra dal 1945 è stato sufficiente un purgatorio di un anno o poco più e son risaliti in sella cuocendosi per benino i rottami del Movimento 5 Stelle.

Forse Renzi e Zingaretti sarebbero anche disposti in questo momento a far saltare il banco, è alla loro portata un magro 25% di consenso che spianerebbe la strada ad un’altra legislatura a trainata da una Sinistra incapace di vincere ma sempre salda al timone di comando.

Salvini, Meloni e Berlusconi ( che da 27 anni viene dato per finito politicamente ma è sempre in sella) si impegnino ad allargare il campo del loro spazio politico, se si andrà ad elezioni con un Centrodestra al 49% ed una Sinistra al 25% sappiamo già chi andrà al Governo. Non sarà chi ha preso più voti.

 

Gigi Cabrino

 

 

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Articolo pubblicato il 14/12/2020