Non possiamo più raccontarci bugie.

Perché la vita stessa farà in modo di renderle visibili a tutti.

 

 

 

Parte undicesima del decimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 15 novembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

… prosegue dalla parte decima

 

 

Se vogliamo vivere con altre regole dobbiamo entrare in un altro tipo di mondo: quello che esiste da sempre e di cui questo è solo una istituzione scolastica nella quale occorre imparare quello che serve per diventare adulti. 

 

In questo mondo è inutile cercare di dividere giusto e sbagliato perché questa apparente o evidente contrapposizione è il solo modo che ci permettere di aprire gli occhi, di maturare una coscienza sufficiente a far attivare il senso della vita e a prendere la decisione cosciente di fare quello che c’è da fare di conseguenza.

 

Durante la frequentazione di questa scuola ci vengono poste delle domande alle quali non dobbiamo più rispondere soltanto secondo il modo in cui siamo stati ammaestrati a rispondere mentre eravamo ancora analfabeti. Dobbiamo cominciare a distinguere le voci che parlano dentro di noi; quelle che vogliono conservare ad ogni costo alcune condizioni da quelle che seguono il continuo mutamento cosmico. Quelle che vogliono solo sbarcare il lunario senza patire troppo, da quelle che vogliono vivere senza porre vincoli o condizioni. Quelle che vogliono solo il proprio tornaconto, da quelle che si mettono al servizio della vita senza discriminare a favore di chi.

 

Cominciare ad ascoltare quelle suggestioni, così diverse dal consueto, che eravamo abituati a scartare automaticamente perché scomode, e cominciare a percorrere la nostra strada in autonomia evitando mezzi e suggerimenti che ci vengono messi a disposizione da chi ha interessi diversi. Ricordate le tentazioni di Gesù Cristo nel deserto: fai questo e avrai quello! O la scelta di Neo in Matrix, pillola rossa o pillola blu: vuoi restare attaccato all’illusione di vivere o conoscere la verità e incominciare a vivere! Buddha sosteneva che la causa di tutte le sofferenza erano gli attaccamenti ai desideri, alle situazioni, persone o cose da cui potevamo ricevere felicità o dannazione. Il nostro cervello non distingue tra ciò che è vero e ciò che sembra vero! Tutti hanno ragione ma a che serve?! Gli unici a conoscere e poter percorrere la nostra via siamo noi. Le indicazioni che ci sono state fornite nel corso del tempo sono cartelli indicatori verso le tappe di una strada comune a tutti gli esseri umani; tuttavia le modalità di percorrenza di questa unica via sono relative ad ognuno di coloro che devono percorrerla.

 

Queste sono le nostre responsabilità!

 

IDP ...certo noi abbiamo la responsabilità di noi stessi, però … ci sono cose avvenute che noi non riusciamo …

 

… che la nostra mente non riesce a spiegare, … usiamo i termini corretti!

 

IDP ... non a spiegare … ad accettare! Mi riferisco per esempio … poi ci hanno speculato un po’ tutti ... ma quello che è successo con il nazismo … se mi dice che nella storia dell’uomo doveva accedere che succedesse qualcosa che facesse aprire gli occhi a tante persone … sono d’accordo …

 

No! non intendevo questo! Torno a dire: guardate cosa facciamo all’interno delle nostre famiglie!

 

IDP ... per carità! …

 

Allora vedremo in piccolo quello stesso schema che è stato utilizzato durante quegli stermini.

 

IDP ...allora vuol dire che non abbiamo capito niente!

 

No! … No! Non abbiamo compreso il senso di ciò che accade in un tutto chiuso: si ripetono sempre le stesse cose perché quello è il modello; non ce ne possono essere di nuovi! Possono cambiare gli ambiti e le sfumature di applicazione, ma il modello di funzionamento è e rimane quello. A qualunque livello guardiamo il modello è quello. Che lo metta in atto a fin di bene o per malvagità, il risultato è lo stesso. Ancor prima del nazismo molti altri non son andati tanto più morbidi, vedi crociate, inquisizioni, pulizie etniche o tribali; ancora oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta in ogni luogo del mondo. Questo è il modello!

Per cambiarlo non basta fare qualche ritocco qua e là. Bisogna che sia completamente cambiato, occorre staccarsi completamente da questo modello!

 

IDP ... e allora come si fa a creare questo stacco! … ce lo spieghi!

 

Non abbiamo fatto altro per tutto il tempo! (grandi risate!).

Guardi lo schema alla lavagna.

Vede la funzione della mente?

Ha sempre davanti a sé quello che serve ma non lo può vedere; le manca la possibilità di confrontarsi con un modello nuovo che non è contemplato nel suo archivio di conoscenze. Posso continuare a disegnare questo schema ma per la nostra mente sarà invisibile come le caravelle di Colombo per gli Indios.

 

Posso anche continuare a parlare, ma il fattore discriminante della mente si imporrà dicendo: non mi sta dicendo quello che voglio io!

 

Non c’è storia! Anche quando abbiamo tutto a disposizione non ce ne possiamo rendere conto! Ci manca la possibilità o ci viene impedito di riconoscerlo! E se in qualche modo riusciamo a riconoscere di avere a disposizione quello che serve, adduciamo altre scuse per continuare a non fare quello che serve ma solo quello che ci piace. Non se ne esce senza un rivolgimento radicale. … che proprio non rientra nei nostri piani!

Arriviamo alla fine della nostra esistenza dicendo: non può finire adesso che ho ancora tante cose da fare! Abbiamo avuto tutto il tempo necessario, ma lo abbiamo usato per fare tutt’altro!

 

Avevamo solo una cosa da fare: seguire le indicazioni che ci provenivano da dentro; abbiamo preferito trastullarci con i giocattoli del paese dei balocchi come Pinocchio!

 

Abbiamo preferito costruire qualcosa pur sapendo bene che non sarebbe potuta durare che a prezzo della vita, ed ecco che arriva il conto! Non serviva a niente, ma è comunque da pagare; questa è la storia dei grandi sforzi dell’umanità. In questo sta la sua sofferenza: continuare a fare cose inutili, per poi morire, al posto dell’unica cosa che serve per vivere per sempre!

 

Ora potremo formulare il proposito di smetterla di fare quello che abbiamo sempre fatto per abitudine e cominciare a fare quello che serve davvero! E se continueremo a fare le solite cose, potremo almeno provare a non cercare di giustificarle come se fossero indispensabili. Basta bugie per ignoranza! Ora non sono più ammesse perché sappiamo che sono bugie!

 

Se queste bugie non potranno più contare sulla nostra complicità, incosciente o cosciente, perderanno presto la loro forza e non potranno più imporsi a noi dominandoci. E lasceranno spazio perché possa accadere altro. Allora alcune di quelle suggestioni che prima venivano automaticamente eliminate, potranno permanere davanti alla coscienza il tempo necessario per essere prese in considerazione come scelte possibili! Questa è già una svolta clamorosa che accade nel nostro sistema che non potrà più essere il “tutto chiuso” nel quale è stato imprigionato fino a quel momento. 

 

Questa è vera pratica, non quella che crediamo lo sia solo perché ripete modelli che già conosciamo! I modelli che conosciamo e sono serviti finora, non ci servono più; da questo momento ne occorrono altri per andare avanti; altri che nessuno conosce se non quando si presentano quali risposte alle necessità, ai compiti rivelati dalle nuove lezioni della vita. Cosa ci può essere di più pratico?

 

IDP ...certo, però lei ha parlato della famiglia … Ci faccia un esempio pratico!

 

Ricorda come una scorsa volta, proprio con lei, avevamo affrontato il discorso degli schemi di comportamento adottati con i propri figli? Adottiamo schemi preconcetti e non lasciamo spazio affinché i figli possano esprimere il loro piano di vita e non quello che gli prepariamo o costringiamo a seguire.

 

IDP ...ecco, questo è un esempio pratico!

 

Ciò avviene perché abbiamo timore di cosa potrebbe accadere a noi se loro fanno quello che devono fare. Non ci fa comodo, ci disturba, ci costringe a uscire dal nostro tran tran; chissà a cosa ci può portare! Già, così invece?

Li facciamo diventare dei frustrati che non possono che rifugiarsi in questo o quel diversivo per non diventare delle fotocopie dei propri genitori oppure ribellarsi ad essi per non esserne soffocati.

 

Questo è un crimine che non viene punito dalla giustizia umana, ma direttamente dalla vita. Finché c’è ignoranza non ci può essere colpa dei genitori, ma quando si è in grado di comprendere, ognuno porta le conseguenze dei suoi atti.

 

Ogni essere umano ha diritto a potersi esprimere; il fatto che sia nato in quella famiglia è solo un aspetto tecnico e non un certificato di proprietà.

C’è una ragione precisa perché nasca in una famiglia piuttosto di un’altra, però mai perché ne diventi uno schiavo (neanche al fine di proteggerlo).

 

IDP ...però mi sembra che questa fase sia stata superata …

 

Davvero?  Non leggiamo le notizie riportate ogni giorno sui giornali?

 

IDP ...si, certo! …

 

… e quelli riportati sui giornali sono quelli evidenziati; quelli di cui non abbiamo notizia sono molti di più! Sono la normalità accettata, però sono dei crimini senza fine! E ancora di più sono quelli che noi stessi nascondiamo dentro di noi e non facciamo solo per paura della punizione.

E ce ne sono di quelli che badiamo bene a non far trapelare perché ne abbiamo vergogna.

 

IDP ... ma io sono sicura che qui tra tutte queste persone … questo modo di pensare … non dico sia la totalità … magari con dei problemi o degli sforzi …

 

… non dica di sapere cosa ne pensano gli altri, provi a chiedersi cosa lei pensi veramente!

 

IDP ... io lo so perché questa battaglia me la son fatta e quindi la conosco.

IDP ... è impossibile non soffrire per un figlio che sbaglia … poi quella è la sua vita … se sbaglia cerchi di correggerlo …

 

… e noi siamo sicuri che sbaglia? Che è lui a sbagliare e non noi a giudicare?

 

IDP ... beh … se vedo che è un delinquente … se vedo che spara ad uno

 

… che cosa c’è di diverso tra questo e far vivere ad un altro una vita non sua; … è un ergastolo, una condanna che si riserva solo a pochi delinquenti incalliti e non a qualcuno che ancora non ha commesso qualcosa di punibile. Pensateci bene!

 

Avremo tempo di pensarci fino al prossimo incontro! (risate liberatorie)

Arrivederci!

 

  Fine del decimo incontro.

 

Foto e testo

pietro cartella

 

 

 

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Articolo pubblicato il 31/12/2020