Offrirsi alla vita senza condizioni.

È il modo per pregare e meditare senza secondi fini.

 

 

Parte quarta del dodicesimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 29 novembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

 

 

Quando andiamo alla ricerca di qualcosa di più essenziale nel profondo di noi stessi, siamo più propensi a guardare cosa fanno gli altri per imitarne le caratteristiche che riteniamo più giuste o consone, a seguire esempi lontani ventimila chilometri, piuttosto che guardare intorno o dentro di noi!  Tutto ciò a giustificazione del nostro “non fare” per impossibilità e non per comodità. Infatti possiamo addurre a scusa il fatto che occorre fare ventimila chilometri per trovare quello che serve, e non è sempre possibile farlo, mentre se lo avessimo vicino a noi costantemente, non potremo avere scuse.

 

Quali giustificazioni potrei usare per non farlo?

 

IDP … quindi, anche la meditazione e la preghiera presso di noi è la stessa cosa … no? …

 

Fondamentalmente vi è una matrice comune nell’agire dell’essere umano, ma occorre fare una grande distinzione: la preghiera come ci è stata insegnata …

 

IDP … intendo dire … preghiera con intenzione …

 

… è la stessa cosa. … Si tratta di una richiesta più o meno velata, … e questa non ha niente a che vedere con la preghiera, … così come la meditazione fatta per meditare, cioè mettersi in un determinato stato, non è meditazione. Queste sono sempre e solo richieste di un qualcosa, sia esso uno stato di salute, benessere, beatitudine, oggetti, situazioni, più o meno giustificabili ma relativi ad una propria soddisfazione. … Ripeto … niente a che fare con preghiera o meditazione! Solo richieste di soddisfazione di una parte specifica del nostro ego camuffate da buone intenzioni!

 

Una vera preghiera e una vera meditazione lo sono a prescindere dalla ricerca e dall’ottenimento di un risultato. Rivelano l’intero stato d’essere dell’entità che si trova in uno stato di preghiera o di meditazione, e che, attraverso quelle condizioni, si mette a disposizione di ogni cosa senza attendere niente in cambio. Non vi è nulla di forzato, di artificiale, di tecnico in tutto ciò, ma è un persistente stato nel quale si vive ogni attimo in piena coscienza. È l’offerta totale di sé senza condizioni!

 

Anche interrogarsi nel profondo è una forma di preghiera e di meditazione a prescindere dalla domanda, … fosse anche … “perché i piselli sono verdi chiari”; … basta che sia una domanda autentica e senza secondi fini!

Anche se a noi può sembrare banale e irrilevante, ciò che coinvolge il nostro intero essere, lo cambia istantaneamente in accordo con il costante cambiamento proposto dalla vita!

 

Ecco un altro senso delle parole “non la mia, ma la Tua volontà sia fatta” e “Signore cosa vuoi che io faccia”, facendo ancora una volta attenzione a non cadere nell’inganno di immaginare di rivolgersi ad una autorevole entità al di fuori di noi, ma rivolgendosi alla nostra sconosciuta essenza profonda originale senza forma.

 

Questa è la parte più difficile della possibilità di agire “liberamente”, perché secoli di abitudini ed imposizioni dogmatiche hanno inciso nel nostro sangue “un convenzionale stereotipo del divino” difficile da sradicare! Le parole hanno preso un significato diverso e la verità e stata distorta! Per questo, prima di poter agire in tal senso, occorre provvedere a ripulire il sangue da queste menzogne! Per poterlo fare è necessario seguire un processo di purificazione radicale e senza deviazioni! In assenza di tale minima condizione operativa, non è possibile realmente pregare o meditare, ma solo farne una imitazione il cui risultato è un rimedio peggiore del male. Guardate, aprendo occhi e coscienza, a cosa hanno portato tutte le preghiere e le meditazioni di tutti gli esseri umani e dei rappresentanti religiosi di tutti mondo … e comprenderete senza bisogno di troppe spiegazioni! La paura e le guerre, che ne sono la conseguenza, sono addirittura aumentate! Perché quel tipo di preghiera e di meditazione è al servizio della nostra paura di morire e del desiderio di sopravvivere a tutti i costi anche a scapito degli altri!

 

Ecco perché insisto nel dire che la preghiera e la meditazione sono altro rispetto a quello che si crede normalmente.

 

C’è molta più “preghiera e meditazione sincera” in quello che stiamo facendo qui in questo momento che in quanto avviene in santuari e luoghi famosi per queste pratiche! C’è molta più “preghiera e meditazione sincera” semplicemente nell’essere a disposizione così come si è, senza predisporsi a farlo come un attore che si prepara per recitare la sua parte indossando un vestito, cambiando espressione al proprio volto, in vista dell’applauso del pubblico o della ricompensa promessa. Senza farlo anche se non si è coscienti di fare gli attori, anche se lo si fa con le migliori intenzioni!

 

Tale è la potenza di una risposta ad un apparentemente banale interrogativo, come quello dei piselli ricordato poco fa, posto alla nostra essenza più vera, che fa scomparire ogni riferimento a forme di preghiera o meditazione alle quali siamo soliti riferirci!

 

 IDP … perché è necessario credere in qualcosa … o in qualcuno … io alla sera quando mi corico non vedo l’ora di chiudere gli occhi … che può essere inteso in vari modi … quello che dicevamo prima … il silenzio … perché comunque devi distaccarti da tutto quello che ti circonda ... devi uscire un attimo da questa bolla … per guardare dentro di te … e questo mi fa star bene un attimo … però … nello stesso tempo … nella vita quotidiana … quella di tutti i giorni … ritengo che io … ma penso anche le altre persone … hanno bisogno di credere … in qualcosa, in qualcuno … adesso … al di là della religione … può essere buddista, cattolico, o … non credente … però … secondo me anche il non credente … ha bisogno di credere in qualcosa …

 

… infatti non esiste alcuno che possa definirsi tale, in quanto ogni essere ha, comunque e sempre, alcuni valori di riferimento assimilabili a qualcosa di superiore a sé stesso per i quali valga la pena di fare ciò che fa.

 

IDP … quindi quelli che hanno scritto i libri sacri sono persone normali …

IDP … non lasciate parlare solo me … se ci sono altri … o altri argomenti … se mi vengono in mente le cose … le dico … gli altri non so … e se ci sono altri argomenti … da affrontare … per carità …

 

… mi riallaccio a quello che lei ha detto a proposito del distaccarsi …

… quando facciamo silenzio … non ci distacchiamo dalle cose, ma, anzi, partecipiamo a tutte le cose, mentre normalmente partecipiamo solo a quelle che ci interessano. Ecco perché si può stare bene senza apparentemente fare nulla; … perché siamo trasportati nel flusso del cambiamento vitale senza ostacolarlo. Stiamo vivendo nella totalità delle cose, non ne siamo separati! Questa condizione permette un certo riequilibrio dell’intero sistema, grazie al normale scambio del dare ed avere non soggetto alla nostra discrezione. Ogni cosa a cui noi ci concediamo interamente, restituisce concordemente la contropartita.

 

IDP … questo è bellissimo! … io ho constatato … in questi cinque minuti … ho acquistato una visione … non cercata, non voluta … però … posso dire … mi son messa nella condizione di … qui mi sento non a disagio … ma comunque in mezzo agli altri … sono scivolata in un bel prato, seduta sotto un grande albero … ed era tutto molto sereno e bello … e alla fine ho anche visto il mare in fondo e sentito … il profumo della macchia mediterranea ... sono stata bene … ed allora lì … ho avuto dei sentimenti … nobili … molto belli … della mia vita … ed ho avuto una sintesi della mia vita … molto alta … e molto gratificante …

 

… ciò che lei dice è estremamente importante se lei lo ha “davvero sentito”; … a volte lo è già solo poterlo esprimere a parole, … anche se sembra di raccontare l’ennesima favoletta, … o voler dare una connotazione particolare ad un qualcosa che si è sentito. … Ma questa è la realtà dei fatti!

Essa è molto diversa da quella che noi siamo soliti sperimentare ogni giorno, legata e dipendente da quelle azioni quotidiane che diamo per scontate come necessarie alla nostra esistenza, alla nostra vita; la nostra vita è altro!

 

Non bisogna temere quello che cominciamo a “vedere” diverso!

Dobbiamo semplicemente accettarlo con attenzione cosciente!

 

IDP … posso dire … mi sento di dover dire … di esprimere ciò che ho sentito … che ero proprio felice … di sentirmi tutte queste persone accanto … con cui vado d’accordo e mi sento in armonia … e poi di conseguenza ... le persone a me care … quanto sono felice di averle … è stato un grande dono quello di averle vicino … anche se ho avuto una vita travagliata … però sono grata alla vita … di tutto questo … sono proprio piena di questo … mi è venuto … non ho cercato nulla … mi è venuto …e devo proprio ringraziare …  

 

… è una cosa che possiamo condividere tutti, … nonostante quello che ci capita nella vita, … poiché la fortuna … è qualcosa d’altro che ognuno deve scoprire … di poter vivere, … È proprio “il poter vivere” in se stesso! Vivere in questa possibilità nella quale fino ad certo punto siamo legati alla nostra forma biologica ma, come lei ha detto molto chiaramente, dentro la quale c’è posto per altro. Infatti, che cosa ci stanno a fare tutte quelle cose, che lei ha appena sentito, dentro di noi?

 

Noi siamo altro oltre a questo; dobbiamo scoprire o riscoprire chi siamo veramente! Non solo siamo quell’albero, quel prato, quel mare, … siamo l’intero universo! Ma dobbiamo concederci a tale possibilità, non porre limiti alla sua espressione, … poiché tutto è sempre presente in ogni istante!

 

IDP … ma noi percepiamo solo la fettina che ci sta davanti! …

 

Questa volta, … in modo non programmato, … abbiamo chiuso i nostri occhi e fatto silenzio! Ma quante altre volte, in modo non programmato, interrompiamo le nostre attività automatiche per fare una cosa simile? Mai!

 

IDP … dovremmo imporcelo! …

 

… così non servirebbe!

La parte più evidentemente positiva di questo nostro modo di scambiarci è che ascoltando determinate cose che si possono “pensare possibili” esse vengono richiamate e si presentano in maniera “non predeterminata”. Ecco perché solo “quando è il momento” si possono “sentire”!

Non quando ce lo imponiamo! 

 

Al momento in cui meno ce lo aspettiamo ci viene di chiudere gli occhi e in quel momento, senza averlo chiesto, ci arriva un segnale nuovo, inizia ad arrivare una risposta diversa ad un quesito posto (magari) venti anni fa! Come si fa altrimenti a comprendere che (dentro di me) io sono anche un prato, un albero, un mare, oltre a tutto il resto?

 

Pur vedendomi limitato nella forma e limitatamente alle parti visibili al momento (infatti non mi vedo né la faccia, né tutta la parte posteriore del corpo, né sotto, né sopra, né i lati) posso sperimentare l’essere anche prato, albero, mare.

 

Questo significa cominciare ad usare le chiavi che abbiamo in mano!

Quando è il momento, non c’è niente altro da attendere per usarle!

Dobbiamo aprire le porte senza farci paralizzare dalla paura, anche se potremo “sentire” paura! Dobbiamo varcare quelle porte e muoverci sempre con gli occhi aperti e coscienza sveglia perché entriamo in situazioni nuove e sconosciute! Guai a farlo solo per curiosità, sfida o spavalderia! Ricordate la storia di Barbablù e la sorte occorsa alle sue mogli curiose?!

 

Potremo “sentire” paura perché non possiamo farci l’anestesia né possiamo diventare “senza macchia né paura”, come antichi cavalieri, senza subire una trasformazione del nostro intero sistema! Però non possiamo aspettare all’infinito; quando è ora … è ora! Quindi possiamo permettere che il processo di trasformazione inizi a partire dalle domande che ci aiuteranno a richiamare la forza necessaria per spingerci ad attraversare quelle porte.

 

IDP … probabilmente è proprio quello … la paura di dover affrontare le cose … per cui ad un certo punto evitiamo di affrontare … eventuali problemi … che potrebbero sorgere anche nella (…azione) … nel pensiero …

 

… se facciamo mente locale, dobbiamo prendere atto che una parte della paura è vinta in partenza, almeno quella parte che ci impedisce perfino di ascoltare solamente “certe cose”. Poi potremo anche scartarle, ma intanto le abbiamo ascoltate!

 

Intanto una breccia si è aperta! …

 

 

… prosegue nel prossimo articolo.

 

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 13/02/2021