Totem totale
© E. Bersezio / CSA

Progetto “Sticks-up” dello scultore Enzo Bersezio

Totem e tabù: nel famoso saggio del 1913, Sigmund Freud teorizzava l’analogia tra le nevrosi individuali e certi costumi e riti tribali, rivolti ad esorcizzare e traslare i sensi-di-colpa ancestrali-parentali sul simbolo della memoria sempre incombente degli antenati (del padre/re edipico), attitudini e/o proibizioni già riprodotte e giocate nel ludico fantasticare e nel comportamento relazionale del bambino, nella dimensione di magica onnipotenza psichica nei confronti del mondo circostante; in ideale connessione, quantunque da differente angolazione interpretativa (la linguistica strutturale), Claude Lévy-Strauss avrebbe invece evidenziato, con un’ottica dichiaratamente non-eurocentrica – sebbene a tratti viziata dal medesimo errore di rifrazione prospettica, che si proponeva di evitare –, la sostanziale equivalenza semiotico-ermeneutica, a livello sia metaforico sia metonimico, tra il pensiero selvaggio (la Pensée sauvage, che fiorisce in viola cornuta), spontaneamente e naturalmente classificatorio, per niente “primitivo” o “semplice”, e la complessità categorizzante kantiana dell’“uomo moderno”, abitante presumibilmente cosciente della cosiddetta civiltà occidentale progredita.

 

Tali linee-programmatiche-filosofiche, perlopiù parallele, confluiscono in sintesi o sintonia e sembrano ritrovarsi in armonia nelle rette collegate in acute intuizioni di Sticks-up (2020), il progetto gettato (heideggerianamente) di Enzo Bersezio, che evoca l’essenziale foggia e funzione del bastone sciamanico: un colpo-al-cuore zen!

 

L’arioso insieme installativo di due esili assemblaggi di pali, che richiamano lo scheletro dei tradizionali teepee dei nativi americani – oppure guglie gotiche, o, forse, antenne radiotelescopiche che sondano e captano segnali cosmici –, si completa con le opere Verso il Tempo (2018) e Calvaria (2015): si compendiano quindi rimandi a varie matrici etnico-culturali, frequenti nel lavoro del maestro piemontese, dall’aulica poesia mitica dell’aedica epica o lirica, ipostatizzata in figura di colonna, all’architettura achemenide (i bassorilievi di Persepoli, ad esempio), dai menhir preistorici ai moai monolitici polinesiani, dalla mistica cristiana alla meditazione buddista tibetana (il chakra o ruota della preghiera) e ai simulacri cerimoniali aborigeni, magari in esotica esplorazione nel deserto con carovane berbere e tuareg, o a bordo di velieri che solcano il Mediterraneo… Queste profonde radici d’ispirazione tematica s’inscrivono in un silente lessico creativo declinato con estrema nettezza e limpidezza espressiva, coniugato con accenni e accenti poveristi (Kounellis, Pistoletto) e minimali, ma innegabilmente declamato senza enfasi, con parole piane e congruenti, in termini di professione e confessione di concretezza della materia, tramite lento, meticoloso, quasi ossessivo processo esecutivo di lisciatura e sbiancamento, intaccamento ed intaglio, accumulo e compattamento dei substrati lignei e cartacei, delle trame tessili e degli intrecci di ricamo, con inserti di spaghi e funi nautiche, elementi in metallo e contrappesi di bilanciamento, al limite della levitazione, del decollo in volo.

 

Il citato discorso e percorso euristico, olistico, in continua scambievole riflessione tra anamnesi epocale collettiva del passato, presenza sociale e personale esperienza umana, sovente riconsiderato e mutato alla luce di nuovi spunti inventivi ed immaginativi, però ancorato ad assiomi imprescindibili e irrinunciabili di coerenza ed onestà intellettuale, si incammina lungo il labirintico sentiero di un approccio concettuale informale di indubbio spessore tecnico-artistico, alla larga da facili scalpori superficiali, ed instradato sulle misteriose tracce e testimonianze letterarie ovvero suggestioni matematico-numeriche (la serie di Fibonacci), cifre, frasi e fram-men-ti dell’anima, marchiati sulla pellicola incarnata del manufatto scultoreo, brucianti cicatrici di sangue e inchiostro, cellulosa e pigmenti, da sfogliare sulle scompaginate pergamene del Libro della Vita. E decriptare le inspiegabili istruzioni per conquistare la vetta della rigenerazione integrale. Totale.

 

 

(Articolo redatto in collaborazione con la rivista Juliet e con CSA Farm Gallery)

 

 

Enzo Bersezio

"Totem"

"Sticks-up"

Progetto installativo

a cura di Marcello Corazzini

 

 

  

CSFarm Gallery

Via Vanchiglia, 36 (interno cortile) – Torino

 

Info: 011-0441264 / 339-7796065

info@csafarmgallery.it - marcello.corazzini@gmail.com

    

csafarmgallery.wordpress.com - www.mauricrenaissanceart.org

 

Orario: dal martedì al sabato, dalle 16,00 alle 19,30

(lunedì e festivi, chiuso)

 

 

 

Nella fotoimmagine di apertura, sotto il titolo dell'articolo

veduta espositiva dell'installazione “Sticks-up”, 2020

tecnica mista con legno trattato, tessuto, carta, corde nautiche, piombo, 230x100x100 cm.

di Enzo Bersezio

© E.Bersezio/M.Corazzini/CSA p.g.c.

 

© CSA Farm Gallery - CosmoShopArt - Mauric Renaissance Art

 

 

link al precedente articolo Elementi di geologia esistenziale

relativo mostra personale Stratificazioni di Enzo Bersezio

presso la CSAFarm Gallery e al Museo Ettore Fico di Torino :  

www.civico20news.eu/sito/articolo.elementidigeologia

 

link all'articolo Se scultura è cultura

relativo alla mostra collettiva (S)cultura/scultura

Palazzo Lomellini in Carmagnola (To) :  

www.bdtorino.eu/sito/articolo.sesculturaècultura

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/03/2021