L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: "Informare o malinformare: that is the question"

Riflessioni sul mondo della comunicazione

Ciò che oggi mi colpisce in maniera disgustosa sono i commenti che appaiono sui social per opera di chi considera un primato aggiungere ai commenti insulti sempre più vergognosi. Vergognosi, sì, perché dimostrano come l’educata dialettica non faccia più parte, e purtroppo da tanto tempo, del confronto leale fra le parti che si contendono il diritto al primato piuttosto che il raggiungimento dell’obiettivo: il bene comune.

L’uso dei mezzi di comunicazione sta perdendo sempre più il vero ed importante iniziale scopo; quotidianamente si assiste al trionfo della insofferenza, della negazione di tutto ciò che non giova al narcisismo che ognuno nasconde nei meandri più oscuri della propria inconsistenza, o per meglio dire della parte meno qualificante del proprio io, io compreso.

Il buon uso della propria intelligenza, comunque, aiuta ad uscire dai meandri di una vita asociale, da quel labirinto di falsità che generano talvolta la gioia, ma ancor più frequentemente la preoccupazione se non addirittura il terrore. Combattiamo quotidianamente lo tsunami dell’informazione che vuole ormai favorire oggi l’uno domani l’altro dando sempre meno importanza all’alimento principale di cui si deve nutrire: la verità.

Leggo con molta amarezza gli insulti che vengono dispensati, con dovizia di volgare espressione, a chi sta semplicemente svolgendo il proprio lavoro, ma questo è il gioco delle parti da cui si esce il più delle volte sconfitti pur avendo ragione per la sola colpa di appartenere alle “correnti di minoranza” che, per loro scelta, non appartengono ai grandi gruppi editoriali che tradiscono un ben preciso orientamento.

Ma tutto ciò è legittimo; purtroppo ciò che dovrebbe rappresentare il catalizzatore del sapere, cioè l’agorà dove raggiungere lealmente il risultato, si è trasformato nel tempo in una contesa sleale che premia più il dire piuttosto che il sapere, che esalta le doti dell’oratore a discapito della professionalità di chi mette in gioco il proprio futuro giornalistico con ricerche che danno fastidio, che valutano sempre ed attentamente le due facce della stessa medaglia.

Mi duole inoltre dover constatare che l’aggressione, per fortuna soltanto verbale almeno per ora, sia ormai diventata il filo conduttore di troppe trasmissioni televisive animate dai quei personaggi che “bucano lo schermo”, novelli profeti di una dottrina che non appartiene a loro medesimi bensì a chi li usa per affermare un credo in cui lui stesso non si riconosce, ma consente la scalata all’unica fondamentale meta: "l’audience".

A questo punto mi viene da pensare che sia impossibile percorrere a ritroso un itinerario ormai desueto, irto di rovi ed erbacce che nascondono gli orizzonti perduti. Tuttavia è ancora possibile camminare a testa alta eleggendo il rispetto verso l’altrui persona a baluardo della propria vita, qualunque sia la personale funzione temporale della propria esistenza.

Mi piace ricordare in chiusura Ferenc Molnár ed il suo romanzo “I ragazzi della via Pál”, una contesa fra ragazzi in nome dell’onore e del profondo rispetto verso la propria bandiera. Una storia che si chiude con la scomparsa del piccolo Nemecsek, ammalatosi durante la contesa con gli avversari storici della vicenda: Franco Ats, il capitano della fazione opposta, sarà il primo a rendergli omaggio.

Un accostamento che mi è caro e che non pretendo sia condiviso pienamente da tutti, ma mi auguro che almeno svolga la sua funzione: far riflettere, soprattutto, su lealtà e rispetto verso gli altri, doti indispensabili per dare un senso alla propria presenza nella vita terrena.

     

       Civico20News    

Il Direttore Responsabile                                   

      Massimo Calleri     

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Articolo pubblicato il 14/03/2021