Accanimento terapeutico per che cosa?

A cosa possono servire alcune iniziative umane.

 

 

 

Parte nona ed ultima del tredicesimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 13 dicembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

 

 

Crediamo di sapere perché viviamo o non ci poniamo neppure la domanda. Ma nel caso ciò avvenisse …

 

… ricordiamo semplicemente che non conosciamo coscientemente in che parte di un piano vitale siamo, quale funzione abbiamo e per quanto tempo serviamo, … mentre quello che possiamo fare davvero è vivere completamente le esperienze che la vita ci propone, senza fare discriminazioni tra quello che ci piace e quello che non ci piace, poiché sono le due facce della stessa moneta … e … la moneta con due facce uguali è falsa. Se usiamo moneta falsa siamo falsari oppure loro complici, e se “qualcuno” se ne accorge sono guai. Perché complicare le cose!

 

Vivere o morire sono le due facce della stessa moneta con cui paghiamo alla vita la possibilità che ci viene data di fare la nostra esperienza; è semplicemente il giusto prezzo da pagare, né più né meno. Inutile fare i furbi; si finisce solo per incorrere in prestiti con interessi assai costosi per poter pagare molto di più ciò che non ha nessun vero valore.

 

Vivere o morire sono fatti strumentali, niente di più niente di meno.

 

Quando la nostra esperienza è finita, perché trascinarla ancora in un letto di ospedale in un accanimento terapeutico senza scampo?

 

Perché non chiedersi perché cerchiamo di allungare la nostra permanenza a dispetto dei fatti?

 

IDP … anch’io sono di quel parere …

IDP … però nel nostro paese …

 

… in tutto il mondo … in tutti noi c’è l’idea di non voler morire …

 

IDP … no … io sì

 

… attenzione a ciò che affermiamo! …

 

IDP … mio padre ha sempre detto di voler morire … ed ha più di novanta anni …

 

… attenzione … anch’io in gioventù ho fatto affermazioni del genere di cui mi sono dovuto pentire alla prima occasione … ed ho capito l’antifona! Bisogna comprendere bene cosa si sta affermando prima di farlo, perché quando ciò che abbiamo chiamato si presenta non è mai come ce lo aspettiamo; … tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare … e la realtà è sempre un’altra cosa.

 

IDP … io … siccome ci sono andata vicino … ma sono ancora qui … se sono arrivata fin qui … pazienza! … pensavo che il biglietto fosse scaduto invece …

 

… ma se allora è ancora qui … forse vale la pena chiedersi perché … in questo sta la nostra responsabilità …perché se si è veramente compreso di godere di un extra bonus rispetto alla fine prevista ….

 

IDP … occorre viverlo meglio …

 

… a maggior ragione occorre scoprirne il senso profondo! …

 

IDP … forse devi ancora finire di allevare i figli o altro …

 

… i figli non possono costituire tale ragione … vanno comunque avanti per la propria strada con o senza i genitori; … nel mondo ci sono molti bambini che vivono in bande e che di propria volontà rifiutano di vivere con gli adulti … chiedetevi perché? Perché preferiscano vivere come animali, secondo come a noi appare, piuttosto di aver a che fare con adulti …

 

IDP … forse vivono bene così! …

 

… pensiamoci bene prima di dare risposte! … Perché tendiamo a dare risposte di comodo, che non siano troppo dure per la nostra coscienza, che non ci costringano a scoprire davvero quale sia la verità per timore di doverne portare le conseguenze, di esserne coinvolti.

La nostra coscienza tende a volerci mettere su una pezza per comodità. Ma solo attraverso domande scomode cominciamo veramente a conoscerci per quello che siamo, … a toglierci qualche maschera delle tante che indossiamo sostituendole opportunamente con una rapidità degna del miglior prestigiatore.

 

Possiamo cominciare a conoscerci solo se attraverso quelle domande apriamo delle porte senza richiuderle. Lasciandole aperte ogni cosa potrà passare e noi potremo riconoscerla chiaramente come appartenente a noi stessi … come appartenenti all’unica Verità di cui anche noi facciamo parte, all’unica Origine da cui tutti proveniamo.

 

IDP … qualche giorno fa è uscito un articolo … sul Corriere mi sembra … dove dice che i voti a scuola sono già prevedibili … perché sono legati al dna … Il 58% di cosa un bambino produce a scuola è già scritto nel dna … indipendentemente dal fatto che studi oppure no … quindi vuol dire che abbiamo già tutti una prefigurazione del nostro percorso …

 

IDP … ma non è il destino quello? …

 

… si può definire in modo diverso la stessa cosa …

 

IDP … esatto!

 

… lo abbiamo ripetuto spesso: ogni essere che nasce è corredato di un proprio piano di massima … che potrà restare tale e quale oppure essere modificato ed evolvere secondo le necessità e possibilità proprie e dell’intero universo. Riporto di seguito uno schema già noto a molti di voi per agevolare la riflessione.

 

 

In questo schema appare evidente come al momento del concepimento, prima ancora della fase di gestazione, ogni essere umano riceva una base di espressione vitale, un programma di vita, in relazione con il destino e con il sangue, o fattore ereditario, della famiglia, del paese e della razza a cui apparterrà.

 

Allo stesso modo appare evidente come a partire da tale base, le varie istituzioni, religiose, famigliari, scolastiche, sociali, politiche, e altre ancora, facciano di tutto per colmare il restante potenziale disponibile, e si sforzino persino di sostituire quello preesistente, impedendo di fatto il normale svolgimento del piano esistenziale previsto per quell’essere. Tale sforzo è volto a costituire una base comune a tutti gli esseri umani in modo che possano essere più facilmente gestibili da tali istituzioni.

 

Il compito di ogni singolo individuo è quello di andare oltre, di superare quella base comune …

 

IDP … così è più semplice per la scuola! …

 

IDP … sì perché appena ce n’è uno un po’ diverso … perturba la situazione … diventa un elemento da eliminare … (risate)

 

…bene, anche per oggi abbiamo terminato il tempo a disposizione.

A presto!

 

 

… fine dell’incontro.

 

 

grafica, schema e testo

pietro cartella

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/04/2021