L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Vaccini! AstraZeneca, tutti uniti ed appassionatamente!

La confusione è alta. Secondo un sondaggio, solo lo 0,9% degli italiani lo sceglierebbe.

Giovedì sera il Presidente del Consiglio ci ha caldamente  invitati a vaccinarci e per gli ultra 70enni e categorie fragili, in caso di diniego, ha paventato, con la consueta, pacata chiarezza, il rischio morte. Ha anche ribadito su indicazione dei virologi che l’AstraZeneca sarebbe il must per le predette categorie.

In Italia però, c’è ancora qualche  giornalista che diffonde informazioni non omologate.  Venerdì scorso abbiamo appreso due nuove notizie.

Il Comitato per la farmacovigilanza dell'Ema (Prac) ha avviato una revisione per valutare le segnalazioni di sindrome da perdita capillare in persone che sono state vaccinate con AstraZeneca.

"Nel database di EudraVigilance sono stati riportati cinque casi di questo disturbo molto raro, caratterizzato da fuoriuscita di fluido dai vasi sanguigni che causa gonfiore dei tessuti e calo della pressione sanguigna. La seconda più operativa ci dice che il ministro della Sanità francese Olivier Vèran ha annunciato che le persone con meno di 55 anni che hanno ricevuto in Francia una prima dose di AstraZeneca riceveranno la seconda di un altro vaccino anti-coronavirus. "E' del tutto logico", ha spiegato sottolineando tuttavia che l'annuncio ufficiale arriverà dall'Istituto superiore di Sanità (Has).

Per tornare alle comunicazioni del presidente Draghi, le analisi dell’Ema confermano che esiste un’associazione tra il vaccino oggi chiamato Vaxzevria e casi di tromboembolismi anche gravi. Ma Ministro della Sanità italiana ha deciso di proseguire e di inoculare quel vaccino solo agli ultra 60enni, sui quali non conosciamo le reazioni perché il vaccino finora non è stato utilizzato per gli anziani ai quali era destinato quello della Pfizer.  Ieri il generale Figliuolo, con un’ordinanza ha ancor ribadito per i vaccini, la priorità agli over 80 e alle persone fragili.

 

Il provvedimento, coordinato con il ministero della Salute, recepisce quanto indicato dal premier Mario Draghi in conferenza stampa.

Però, come abbiamo insinuato venerdì, dopo l’annuncio di Draghi, nel balletto tutto italiano dei vaccini, c’è qualcosa che non torna e vorremo cercare di analizzare e forse capire.

 

Il Mitico vaccino anglosvedese (AstraZeneca), avrebbe dovuto essere, secondo il Piano Vaccinale del Ministero della Salute, il vaccino destinato alle persone giovani, per categorie come insegnanti e forze dell’ordine, e il suo utilizzo in tal senso era stato già avviato. Altre indicazioni ne raccomandavano l’uso per persone al di sotto dei 55 anni.

Poi arrivò una precisazione ministeriale che estendeva a 60 anni l’età limite per il tanto discusso AstraZeneca, ma successe qualcosa di strano, e apparentemente inaspettato per il grande pubblico indotto da mesi ad attendere l’arrivo del messianico vaccino che avrebbe liberato tutti quanti dalla minaccia della Pandemia.

Cominciarono ad arrivare da vari Paesi europei segnalazioni di eventi avversi anche gravi, seguiti alla vaccinazione. Reazioni di tipo vascolare, e neuro vascolari. Reazioni che in un numero di casi sempre più crescente diventavano mortali. Da qui la decisione di vari Paesi di sospendere l’inoculazione di AstraZeneca, fino al provvedimento di ritiro cautelativo del vaccino da parte dell’Agenzia europea del farmaco, l’EMA.

Una decisione accolta in Italia dagli ambienti governativi con un atteggiamento a dir poco indispettito.

Qualcuno arrivò ad accusare giornali e giornalisti non imbavagliati, rei di aver dato notizia del numero di persone morte in seguito alla vaccinazione, accusati di “creare allarmismo” , o ai magistrati, “colpevoli” di avere aperto inchieste su queste strane morti di persone sane, di 30-40 anni. Atti dovuti e necessari, in realtà, stante le circostanze. Ma che un vaccino potesse dare effetti collaterali dannosi per l’organismo e addirittura la morte, era qualcosa che non si poteva e non doveva dire.

I soliti virologi da salotto hanno strepitato protestando contro le misure cautelative prese dall’Ema, e poi per brevissimo tempo fatte proprie dall’Aifa. Un atteggiamento davvero poco scientifico, e addirittura poco razionale.

AstraZeneca nel frattempo ha provveduto a cambiare il nome del suo prodotto. Un cambiamento di brand, al fine del marketing. Così ora si chiama Vaxzevria, ma il cambiamento di nome non ha portato ad alcun cambiamento nel contenuto del prodotto, semmai sono state portate variazioni nelle schede tecniche, più volte modificate. L’altro significativo cambiamento è avvenuto per quanto riguarda le età in cui somministrare il vaccino. Così il “vaccino per i giovani” oggi ha invece una indicazione per le persone al di sopra dei 60 anni.

Una confusione che ha in realtà una spiegazione molto evidente: questo vaccino (ma non da meno sono Pfizer, Moderna e l’imminente Johnson&Johnson) è in una fase del tutto sperimentale. Si sta procedendo per tentativi, magari tenendo conto dei risultati, dei nuovi dati emergenti, in uno scenario di processo sperimentale, con categorie di persone che fanno da cavie per l’esperimento.

Nonostante tutti i tentativi fatti per negare o ridimensionare il dato degli eventi avversi, le analisi del fenomeno condotte da parte dell’Ema hanno portato alla conferma che esiste un’associazione tra il vaccino oggi chiamato Vaxzevria e casi di tromboembolismi anche gravi, in sedi inusuali, fra i quali, casi di trombosi venosa dei seni cerebrali, trombosi splancniche e arteriose, associati a trombocitopenia.

La maggior parte dei casi è stata segnalata in soggetti di età inferiore ai 60 anni e prevalentemente nelle donne. Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino. Al momento – aggiunge l’Ema - non esistono dati sul rischio correlato alla seconda dose in quanto essa è stata somministrata solo ad un numero limitato di soggetti, e alla luce dei dati attualmente disponibili non è possibile esprimere raccomandazioni circa l’individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi dei suddetti episodi trombotici. Insomma: il vaccino è ancora pieno di incognite, come ovvio in ogni forma di tentativo sperimentale. 

Alla luce di tali evidenze, quali sono stati i provvedimenti assunti dal Ministro della Sanità italiana? Avanti tutta con Vaxzevria, che è approvato a partire dai 18 anni di età. Tuttavia, dice una circolare del 7 aprile, visto il minor rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico nelle fasce di età più avanzate, si è stabilito un uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni. Si tratta di una valutazione discutibile, dato che il vaccino finora non è stato pressoché utilizzato per gli anziani ai quali era ed è destinato quello della Pfizer. 

Per altro, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino.

Insomma, anche se la recentissima indicazione è di farlo agli over 60 scommettendo sull’ipotesi che a loro dovrebbe fare meno male.

Intanto l’Ema sottolinea l’importanza di riconoscere tempestivamente eventuali campanelli d’allarme per intervenire con immediatezza. Segnali come respiro corto, dolore al petto, gonfiore delle gambe, persistente dolore addominale, mal di testa e vista offuscata, macchioline di sangue sottocutanee nell’area dell’inoculazione.  Sarebbero indicazioni importanti, da tenere in considerazione. Per aumentare la diffidenza, s’è prodigato l’ineffabile Galli che ha parlato delle morti e dei danni da vaccino come “rumori di fondo”. Una strana definizione per delle vere e proprie tragedie che hanno colpito tante persone e le loro famiglie.

Intanto secondo un recentissimo sondaggio, solo lo 0,9%degli italiani, sceglierebbe AstraZenica. Questo vaccino sta diventando un anatema indigeribile.

Con quale serenità il povero cittadino ultrasettantenne che aveva ricevuto nelle scorse settimane, precise indicazioni dal medico curante di diffidare dell’AstraZeneca, potrà accettare, obtorto collo  l’inoculazione priva di alternativa e quindi forzata, magari con la foto ricordo?

 

Francesco Rossa - Condirettore Responsabile e Direttore Editoriale

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Articolo pubblicato il 11/04/2021