L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Oggi è Il 25 aprile, volgiamo lo sguardo all’Uomo ed alle sue positività

In Italia, ricorre il settantaseiesimo anniversario della fine del secondo conflitto mondiale

Il 22 aprile 1946 l’allora Principe e Luogotenente Generale del Regno d’Italia Umberto di Savoia emanò un decreto legislativo luogotenenziale che recitava “A celebrazione della liberazione del territorio italiano il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”.

Da allora sono trascorsi decenni. L’Italia ha sempre festeggiato il 25 aprile, anche se nessuna altra ricorrenza è stata così oggetto di discordie e divisioni e, purtroppo per le giovani generazioni, d’interpretazioni faziose della Storia. E’ il secondo anno che si celebra in cattività e le manifestazioni pubbliche si sono ridotte, sia per il momento  pandemico, che per la scomparsa dei già  pochi reduci di quel periodo storico.  Tra gli altri, è anche venuto a mancare l’ing. Piero Stroppiana, ultimo superstite della gloriosa “Franchi” che riuniva reduci e simpatizzanti sotto la lapide in ricordo di Edgardo Sogno, ogni anno in concomitanza con il 25 aprile.

Nel 2021 sono continuate ad emergere, pur sminuite o addirittura denigrate dall’Anpi, memorie autentiche e documentazioni attendibili sul periodo resistenziale, che per i più svariati motivi erano stati occultati. Nei lunghi venti mesi dal 1943 al 1945, ad epilogo della rovinosa seconda guerra mondiale, in Italia è successo di tutto. Giovani e meno giovani che, con abnegazione e per seguire un ideale,  erano confluiti nelle formazioni partigiane o si erano arruolati  nelle milizie della Repubblica sociale Italiana, compiendo gesti eroici, seppur su fronti opposti.

Purtroppo altri si sono distinti come approfittatori di guerra ed hanno speculato a man bassa, complice la situazione economica del paese, arricchendosi con la borsa nera e vessando la popolazione inerme e stremata dalla fame, anche con crudeli atti di violenza.

Altri veri e propri delinquenti, approfittando della guerra civile, hanno compito efferati delitti, per placare vendette personali, che con la guerra e la fazione politica poco avevano a che fare. Emerse anche la categoria  dei voltagabbana, tra cui ricordiamo  Mario Alicata, Amintore Fanfani, Pietro Ingrao, Aldo Moro, e Giovanni Spadolini, per citare i più noti che,  dopo aver acquisito benemerenze ed encomi tra le leve intellettuali del fascismo, si sono subito resi protagonisti del nuovo  ordine sociale e politico, ricoprendo cariche parlamentari e governative sino alla morte.

Ma, dal groviglio talvolta inglorioso, chi oggi vorremo ricordare? Le migliaia di donne e uomini che hanno combattuto per un Ideale, al quale noi delle generazioni che sono succedute, possiamo  legittimamente riconoscerci o prendere le distanze. Costoro sono periti od hanno rischiato la vita, perché credevano di costruire per le giovani generazioni, un futuro migliore.

Ricordiamo altresì chi ha dato testimonianza pubblica di un impegno politico e civile, rischiando la vita e poi, a guerra terminata, è tornato alla propria occupazione, senza vantare prebende e  vitalizi, ma pago di aver reso una testimonianza.  Così i medici e coloro che, ignorando  veti e vendette incrociate, hanno contribuito a salvare vite umane.

Gli Ecclesiastici e per tutti citerò il cardinale di Torino, Maurilio Fossati, per la sua opera silenziosa e solidale a favore dei prigionieri politici salvati dal plotone di esecuzione ed a sostegno di coloro che a causa della guerra vivevano nell’indigenza. A seguire, persone di ogni estrazione sociale e culturale che , con il loro operare, esempio di correttezza ed abnegazione, ancor oggi dovrebbero farci sperare nell’Umanità,  convincerci che nella lotta al male, agli egoismi ed all’indifferenza, c’è  molto di positivo.

Ci portiamo nel cuore i volti di persone che abbiamo conosciuto, che ci hanno reso, lontano dalle cronache ufficiali, la loro testimonianza  autentica e genuina. A nome di tutti ed a simboli della coerenza e fedeltà ai propri ideali, citiamo la nobile figura di Nicola Grosa che a guerra terminata,  dedicò il suo tempo nella pietosa raccolta dei resti di oltre duemila caduti, per dare loro umana sepoltura e, sul fronte opposto, la memoria di Luigi Sitia, allora tra i più giovani ad arruolarsi nella XMas, fortemente convinto di battersi per l’Italia. Grazie a questi protagonisti schivi ed esemplari, potremo ancora credere nell’onestà e nella grandezza dell’Uomo. In questi lunghi anni la cronaca ci ha anche fatto conoscere comportamenti aberranti ed esecrabili.

Purtroppo molti protagonisti di vicende delittuose, per ragioni di omertà e coperture politiche non sono stati perseguiti dalla Legge. I carnefici sono rimasti impuniti e le vittime o i loro famigliari superstiti, reclamano ancor oggi giustizia. Questo è il vero vulnus di quel periodo storico.

E’ ancora diffusa la ricostruzione subdola che  viene propagandata dalla sinistra, per  sminuire il ruolo avuto ed il valore dimostrato dal Generale Raffaele Cadorna a capo del Corpo Volontari della Libertà, il braccio militare della resistenza e dal Generale Giuseppe Perotti, coordinatore del 1º Comitato militare regionale piemontese (CMRP)  e fucilato al Martinetto il 5 aprile del 1944.Per non tacere degli ingiustamente  vituperati partigiani autonomi, militari e monarchici.

Ed è contro questa vergognosa e faziosa ricostruzione del periodo storico e dei singoli fatti resistenziali, che gli storici dovrebbero  impegnarsi per approfondire , affinchè ai giovani, quasi al traguardo degli ottant’anni dall’inizio della resistenza, venga offerta una visione serena ed imparziale. Altrimenti faziosità e barbarie continueranno a trionfare.

“Viva l’Italia Libera” era l’ultima espressione dei morituri , davanti al plotone di esecuzione. Auguriamo un positivo 25 aprile ai nostri lettori, guardando ad una riconciliazione degli spiriti liberi e non faziosi, perché la rinascita dell’Italia abbia come protagonisti i vivi, a vantaggio dei quali in molti si sono immolati a difesa di un ideale.

 

Francesco Rossa - Condirettore Responsabile e Direttore Editoriale

 

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Articolo pubblicato il 25/04/2021