L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Spunta la Loggia “Ungheria”, a quarant’anni dalla diffusione della lista con gli appartenenti alla P2 di Licio Gelli

Fango tra garantisti e giustizialisti o c’è dell’altro?

Sono ormai trascorsi quarant’anni dalla diffusione, volutamente scandalistica, della lista con i nominativi degli appartenenti alla Loggia “Propaganda Massonica P2”. La politica che conta e l’alta burocrazia vennero sconvolte e per certi versi falcidiate. Il 26 maggio 1981, si dimise il governo Forlani; uomini politici furono affondati da una campagna stampa ben orchestrata, principalmente  dal partito comunista. Carriere promettenti, in particolare  nella pubblica amministrazione e nelle direzioni  dei partiti politici, risultarono compromesse.

Obbedienze e Logge massoniche che nulla avevano a che fare con la P2 furono messe a soqquadro, con la pubblicazione sui giornali, dei nomi dei capitanti. Il Parlamento nominò una commissione d’inchiesta presieduta dalla democristiana Tina Anselmi.

Chi si è cimentato nella lettura dei 120 volumi dei verbali della Commissione, si è reso conto che si è trattato di una vera caccia alle streghe, dove ancora una volta, clericali integralisti e comunisti, si sono avvalsi, anche della diffusione di indiscrezioni non sempre veritiere, per esorcizzare gli avversari. Oltre a riportare banalità,  la Commissione Anselmi non indicò responsabilità giudiziarie, ma storico- politiche. Intervenne poi la Magistratura, si celebrarono processi e nessun imputato dell’unico reato contestato, di appartenere ad una Loggia coperta, venne condannato.

Molti presunti iscritti, erano pure inconsapevoli. Per cui, l’affaire P2 si rivelò una bufala colossale, a spese del contribuente. Però fu messa alla gogna un’intera classe politica democratica. Il colpo finale lo ultimò anni dopo Di Pietro, con la stagione di “Mani pulite”.  L'impatto di una comunicazione corrosiva e il clima di sdegno  che  si elevava nel Paese, furono tali da decretare il crollo della “Prima repubblica” nata dalla Resistenza  e l'inizio di una zoppicante seconda repubblica già al tramonto, in quanto i partiti storici  come la Democrazia Cristiana, il Partito socialista e il Partito liberale si sciolsero venendo sostituiti  nelle successive elezioni, da partiti di nuova formazione , eccetto il partito comunista che fu appena sfiorato da indagini e manette. Ed ora, ci risiamo?

Dopo il caso Palamara che ha sconvolto il mondo della giustizia italiana, questa bomba rischia di produrre ancora maggiori danni. Si fa riferimento alle dichiarazioni dell’ avvocato Amara, rilasciate ad un Pm milanese, nelle quali si parla di una fantomatica ” Loggia Ungheria ” , composta da magistrati, finanzieri, politici, giornalisti che avrebbe male agito a Roma ed in Sicilia.

Ma chi è l’ avvocato Amara? Un personaggio, o forse un puparo, che appare in molti processi, a volte come pentito, a volte come imputato. Si è spesso occupato di affari internazionali legati al petrolio. Ma le sue sono verità o fantasiose ricostruzioni da libro degli intrighi? Il personaggio si presta a notevoli illazioni. Ma c’ è forse qualche manina che lo guida o gli suggerisce?  tutto da scoprire. Come è da scoprire perché dei documenti secretati possano viaggiare da Roma a Milano ed arrivare anche nelle redazioni di molti quotidiani. Però tutto viene messo nei cassetti ben chiusi. Poi qualcuno parla ed esplode un putiferio. Anche il Presidente Mattarella viene tirato per la giacchetta. Assistiamo  a delle divertenti trasformazioni: giornalisti super giustizialisti diventare pecorelle garantiste.

L’ avvocato Amara parla inoltre delle consulenze dell’ ex premier Conte, prima che presiedesse due governi.  Che in Italia la Magistratura sia politicizzata, non è purtroppo una novità. Che Craxi, Berlusconi e Andreotti, tanto per citare i principali politici imputati, abbiano subito torti e vere e proprie persecuzioni giudiziarie è arcinoto. Sulla  sentenze “pilotate”, stanno emergendo le verità, con tanto di mandanti e di motivazioni.

Risulta inoltre che Magistratura Democratica classifichi i reati e pene conseguenti, dietro principi ideologici, a prescindere dal giusto processo in cui ogni cittadino ha diritto di essere giudicato e fornire le sue argomentazioni a difesa. Ma, per uscire dal polverone e non ripetere in peggio il passato, allora si facciano i nomi dei magistrati colpevoli e collusi e, se è del caso, arrivino le condanne. Non si possono alzare polveroni, accasando dei mariuoli ad un’Istituzione ultracentenaria, formata da uomini Liberi e non compromessi. Tanto per intorpidire acque già limacciose.

Misteri, trappole, corvi, veleni, uno spettacolo poco edificante. Il copione ricalca quello del 1981 e anni seguenti. Sulla canea che si era scatenata, molti Enti Pubblici, come la Regione Piemonte ed alcune società partecipate, improntarono la caccia al Massone. Addirittura in  Piemonte e nelle Marche, si setacciarono gli elenchi dei fornitori regionali. Il Massone veniva stralciato dall’albo dei fornitori e non poteva partecipare ai bandi pubblici. Così nelle designazioni in Enti e società partecipate. Neppure Mussolini nel 1925 osò tanto, perché i più autorevoli gerarchi erano massoni e tali rimasero.

A cent’anni dalla nascita, passata in oblio, intendiamo ricordare  l’integerrima figura di Armandino Corona, il  Gran Maestro del Grand’Oriente d’Italia che, avvalendosi della sue prerogative, cacciò Licio Gelli dall’Obbedienza massonica. Perché quel personaggio, con le sue relazioni altolocate in ogni Paese del Mondo e le affiliazioni importanti e non solo in Itala, nulla aveva da condividere con le finalità della Libera Muratoria. Ebbene, anche sull’operato di Corona, si accanì Tina Anselmi, sottoponendolo ad interrogatori estenuanti.

Non vorremo si ripetesse il copione infame, mentre sosteniamo che  i veri responsabili delle sentenze pilotate o di colpevoli omissioni, che ancora beneficiano di potenti protezioni, andrebbero puniti.

Il fumo e le calunnia sono insopportabili e di questo gli italiani sono stanchi. La pazienza è veramente finita, i mestatori sappiano regolarsi!

 

Francesco Rossa - Condirettore responsabile e Direttore editoriale

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Articolo pubblicato il 09/05/2021