Si può fare!

Chiunque nasce con capacità incredibili che poi vengono vergognosamente inibite in nome del vivere comodamente secondo schemi preconcetti.

Non so disegnare!

Non sono in grado di fare quello che mi servirebbe!

Non so da dove cominciare!

 

Sono affermazioni che sentiamo ripetere spesso da chi ritiene che solo coloro che hanno seguito un certo percorso di istruzione e formazione possano fare determinate cose. Ma tali affermazioni sono solo comode autolimitazioni ingiustificate e preconcette.

 

Se infatti ripercorriamo la storia dell’essere umano ci accorgiamo di quanto le persone comuni abbiano avuto importanza nell’inventare quelle cose che hanno cambiato il corso dello sviluppo umano: pensiamo all’anonimo inventore della ruota, oppure a chi ha trovato il modo di regolare il corso delle acque per portarle dove servivano per dissetare popolazioni, bestiame e coltivazioni.

 

Troviamo descrizioni grafiche di fatti ed invenzioni perfino nelle grotte utilizzate come ripari ed abitazioni dai nostri progenitori di molti millenni fa. Da tempi più vicini a noi, cioè da quando esiste un archivio delle invenzioni, sono moltissime le persone che, senza un titolo specifico, ma solo per conoscenza innata o coltivata, hanno pensato e chiesto di brevettare idee e tecnologie realizzative in ogni campo delle attività umane.

 

Non esiste alcuna persona che non sia in grado di trovare la soluzione ad un suo problema specifico … solo che, il più delle volte, crede di non poterlo fare. È una autolimitazione derivata da una erronea interpretazione delle possibilità potenziali e pratiche del singolo che la società moderna delega agli specialisti formati proprio per uno scopo specifico. Idraulici come ragionieri, ingegneri come scrittori, disegnatori, come panettieri, medici come artisti; l’elenco è infinito e la conseguenza è un disastro pratico quotidiano.

 

Non sto qui ad elencare quello che ogni essere umano è in grado di fare da sé, almeno fino ad un certo grado di complessità e di conoscenza tecnica, ma non c’è praticamente nulla che gli sia precluso a priori.

 

Infatti, che lo si voglia o no, …

 

 

A meno che ci si impegni per ostacolarne le capacità in ogni modo (anche a fine di bene o secondo un mal riposto buonsenso) come stiamo facendo tutti insieme, credendo di agire correttamente.

 

 

Proviamo ad approfondire quanto riportato negli schemi precedenti.

 

I componenti del genere umano, donne e uomini, sono naturalmente PROGETTISTI: infatti, senza alcun insegnamento diretto, dal momento in cui nascono iniziano a fare le cose necessarie allo sviluppo della loro vita attraverso l’autoapprendimento.

 

Tale processo di autoapprendimento è poi utilizzato dai genitori, dalla scuola e dalla società che, mettendo continuamente a disposizione materiale utile, partecipano alla formazione delle persone in questione.

 

Ecco in sintesi cosa avviene:

 

  • Punto 1: grazie a un trasferimento di CONOSCENZA, attraverso i cromosomi dei genitori …

 

Nessuno nasce come un foglio bianco, ma ha a disposizione un proprio foglio bianco all’interno di un libro le cui pagine precedenti sono state scritte da tutta l’umanità e dai propri avi. Il collegamento alle pagine precedenti è costituito dai propri genitori e l’accesso al collegamento avviene attraverso i cromosomi del dna presente nel sangue ed in ogni parte del corpo, nelle cellule, negli atomi, nei corpi sottili. Proprio grazie ai legami di tutte le parti dell’essere alla banca dati inconscia collettiva e personale, ogni nuovo essere compie, prima di nascere, una scelta di massima da quali genitori e in quale contesto nascere. Da ciò ne deriverà una certa disposizione verso alcune caratteristiche piuttosto di altre (che comunque saranno sempre disponibili in subordine a quelle primarie). Tali caratteristiche possono essere assecondate o ostacolate; di conseguenza vedremo svolgersi un certo tipo di vita piuttosto che un’altra. Anche nel caso di gemelli possiamo osservare differenze di sviluppo della vita in relazione al fatto che due entità simili possono comunque provenire da esperienze diverse e aver bisogno di farne altre, non per forza comuni o condivise tra di loro, anche se parte e predisposizione del patrimonio famigliare proveniente dalle due linee discendenti materna e paterna.

 

  • Punto 2: applicando il METODO OPERATIVO proprio del sistema operativo che permette le funzioni del corpo …

 

È evidente che dal momento in cui il nuovo essere nasce, per un piuttosto lungo periodo, non sia possibile istruirlo direttamente mediante somministrazione di informazioni convenzionali. Tuttavia così come il corpo cresce e si struttura al fine di diventare maturo per acquisire autonomia, così lo stesso sistema operativo che serve tale processo elabora gli strumenti percettivi di base per poter interagire con l’ambiente esterno. Ciò avviene particolarmente nei primi due anni di vita e continua, diminuendo gradualmente di efficienza, fino ai sei-sette anni, oltre i quali comincerà la sostituzione della fase di autoapprendimento onnicomprensivo (di cui i genitori sono il riferimento più autorevole) con quella dell’istruzione selettiva ad opera delle istituzioni scolastiche.

 

  • Punto 3: essi iniziano a cercare e trovare le INFORMAZIONI necessarie all’aggiornamento della conoscenza mediante l’esperienza …

 

Il metodo con cui il nuovo essere apprende da sé stesso, dall’ambiente e dalla banca dati dell’esperienza dell’umanità è ben visibile nelle modalità con cui il bambino si muove, gioca, guarda. Infatti, anche se gioca, sente i discorsi che si svolgono intorno e risponde come se vi partecipasse direttamente, oppure cambia repentinamente comportamento rispetto a pochi istanti prima, come se avesse cessato per un istante di elaborare, integrandole, un numero impressionante, ma finito, di informazioni relativo ad uno scopo particolare, chiudendo il cerchio di una fase di autoapprendimento e modificando di conseguenza tutti gli altri parametri funzionali del suo essere. Per un discreto periodo di tempo tutti i suoi sensi sono attivi contemporaneamente con la stessa priorità; quindi il suo sistema riceve informazioni costantemente integrate e coerenti anche se apparentemente incongruenti o frammentate.

 

  • Punto 4: e a sviluppare schemi di COMUNICAZIONE verso il proprio sistema e il sistema nel quale vivono e operano …

 

Pianti, suoni, ammiccamenti, manipolazioni, assaggi, fanno parte dei tentativi sperimentali per chiudere il cerchio necessità-risoluzione. Sono infiniti i modi in cui egli si procura le informazioni per soddisfare le proprie necessità, comprese quelle che non si vedono o si ritengono inesistenti. Spesso si sviluppa al suo fianco un amico “immaginario” con il quale dialoga in modo assolutamente reale anche se facilmente liquidato come pura fantasia da chi osserva dall’esterno. Da questa relazione a volte provengono indicazioni pratiche assai poco ortodosse ma concrete.

 

  • Punto 5: per giungere, con o senza aiuti esterni, alla REALIZZAZIONE degli obiettivi individuati …

 

Avviene che, come per gioco e con quello che capita, il bambino giunga al suo obiettivo e quindi termini l’attività corrente per passare a tutt’altra occupazione, senza soluzione di continuità.

 

  • Punto 6: Giunto alla maturità funzionale, questo processo può essere PIANIFICATO nelle sue linee generali e particolari, in modo flessibile, e, se non è ostacolato da un uso scorretto, funziona sempre.

 

Queste modalità funzionali dei primi anni di vita possono protrarsi per tutta la vita, integrando ed integrandosi in tutte le altre modalità di apprendimento generale e particolare che via via si presenteranno, specialmente se non saranno imposte nei tempi e nei modi o se non saranno rinchiuse in aspettative prive di valore. Si può facilmente intuire quali grandi potenzialità possano esprimersi se vengono rispettate le caratteristiche specifiche di un individuo anziché cercare di omologarlo a schemi prefissati. Quando tali caratteristiche sono rispettate, ogni azione conseguente può essere pianificata al solo scopo di indirizzare le operazioni necessarie per realizzarla in modo coerente; tuttavia tale situazione non sarà mai rigida e non modificabile, per permetterne l’adattabilità del processo alle imprevedibili varianti necessarie che si evidenziassero nel corso dello svolgimento degli eventi

 

I problemi insorgono quando nel percorso di sviluppo del piano di vita individuale si inseriscono, distorcendolo:

 

A – IL FATTORE FAMIGLIA, dove vi sia qualcuno che vuole imporre la propria visione a senso unico o si condiscano tutte le potenzialità in fase di realizzazione con “non fare questo”, “non fare quello”, “attento che cadi”, “attento che sudi”, e tutti i tentativi di fare quelle esperienze necessarie per “prendere conoscenza e misura delle cose” (mentre invece sarebbe auspicabile che in seno alla famiglia fossero sempre presenti altri bambini, altri adulti ed anziani, in modo che i piccoli possano “autoapprendere” da ciascuno di loro quello che serve quando serve).

 

B – IL FATTORE SCUOLA, in cui si sia tutti obbligati ad ingoiare le stesse nozioni, negli stessi tempi e stessi modi, senza tenere conto delle evidenti differenze individuali (mentre ad esempio tutti gli alunni o studenti di una scuola, indipendentemente dall’età e livello di apprendimento possano essere presenti insieme mentre tutti gli insegnanti svolgono le proprie lezioni contemporaneamente. Così facendo ogni bambino potrà seguire ciò che più gli interessa e, facendo comunque parte integrante dell’intero corpo scolastico, per osmosi lo trasmetterà anche alle altre parti impegnate diversamente su altri fronti, allo stesso modo in cui nel corpo umano ogni singola cellula apprende e svolge un proprio compito i cui risultati saranno acquisiti anche dal resto delle parti e degli organi del corpo di appartenenza.

 

C – IL FATTORE SOCIETÀ, in cui tutto, comprese le persone, deve essere omologato, pianificato e non modificabile per poter essere gestito più facilmente. Così facendo, però, non si tiene conto dell’individuo e lo si aliena da se stesso (mentre sarebbe più produttivo, edificante e soddisfacente, permettere a chiunque di apportare liberamente le proprie migliori attitudini e capacità per elevare la qualità della vita della comunità).

 

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Se invece tutto procede come si deve, ovvero non ci saranno forzature da parte dei fattori A, B, C, le cose si autodetermineranno in modo che all’individuo sarà chiesto di parteciparvi solo per quanto attiene strettamente le sue attitudini, il suo ruolo e funzione e quindi esse si risolveranno in modo quanto mai inatteso, ma sempre gestibile, in modo coerente e non forzato con risultati stupefacenti in relazione a quanto le energie e i mezzi impiegati lasciassero supporre.

 

Quindi ci potranno essere:

 

  1. Emancipazione dalla famiglia nei giusti tempi e modi.

 

  1. Assorbimento corretto delle informazioni utili per agire coerentemente con le necessità di conoscenza e coscienza personale integrandole con le esigenze del mondo circostante, senza snaturare la propria essenza e il proprio percorso esperienziale.

 

  1. Interazione armonica con la società, apportandovi valore e sviluppo senza doversi per forza omologare in schemi preconfezionati e con spirito libero da dipendenze e forzature di ogni tipo.

 

In questo stato di igiene fisica, emotiva e mentale si può fare qualsiasi cosa senza legarsi e dipendere dai risultati apparenti o da aspettative fuorvianti, poiché essi rappresentano solo passaggi necessari per giungere all’unica meta: la realizzazione dello scopo della propria vita nel modo più conforme possibile alle linee guida contenute nella propria essenza originale.

 

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Approfondiremo ulteriormente i punti trattati in prossimi articoli.

 

grafica, schemi e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 02/09/2021