Il richiamo di Mattarella alla sovranità condivisa

L’urgenza di una comune politica estera europea

Tutti i media nazionali hanno dato notizia del messaggio inviato dal Presidente Mattarella ai partecipanti alla 47° edizione del Forum di Cernobbio.

L’accento è stato giustamente posto ai richiami di Mattarella all’importanza della ritrovata unione tra i paesi UE per reagire alla grave crisi determinata dalla pandemia, una reazione “efficace e tempestiva”.

Inoltre il Presidente della Repubblica ha richiamato l’importanza, per non dire l’urgenza, di una comune politica estera europea.

Ai più è sfuggito, però, il fatto che il Presidente in un messaggio di poco più di una pagina abbia affermato due volte un concetto fondamentale, quello di sovranità condivisa.

La mia personale opinione vale meno di niente, ma credo che su questo concetto si giochi il futuro dell’UE, dal momento che la sovranità condivisa può essere la sola via di integrazione che non appiattisca il dibattito sul futuro dell’Unione da un lato su una delega totale di sovranità a istituzioni burocratiche e finanziarie lontane e oscure, e dall’altro su un sovranismo esasperato che porta a volere fare da sé incuranti dell’orientamento che sta prendendo il mondo con una velocità sempre più alta.

La rinuncia alle proprie tradizioni ed alle proprie specificità locali e nazionali ha portato a molta disaffezione verso le istituzioni comunitarie, viste solo – e spesso a ragione – come uffici burocratici e finanziari che impongono politiche lacrime e sangue.

Il voler fare da sé, il sovranismo ad ogni costo, non è la risposta adeguata; basta guardare una carta geografica, ogni singolo stato europeo può avere vantaggi propri dovuti alla sua collocazione geografica, ma risulterebbe comunque una pulce in un mondo sempre più interconnesso.

E se è  vero che la Gran Bretagna si è permessa l’abbandono dell’UE senza nemmeno soffrire troppo, non si deve dimenticare che è parte e  guida del Commonwealth; per valutarne l’importanza , anche in questo caso, basta dare un’occhiata ad una carte geografica.

Mattarella può piacere o meno, e personalmente sono distante dalle posizioni di centrosinistra che ha avuto fino alla sua elezione alla Corte Costituzionale; ma è universalmente riconosciuto come persona seria, prudente ed estremamente preparata, al di là delle posizioni politiche probabilmente è stato il miglior presidente che ci potesse capitare in questi anni travagliati e con questo duplice richiamo alla sovranità condivisa UE ha segnato il percorso che dovremo seguire.

Non una rinuncia ad ogni sovranità, non un far da sé che non fa per tre ma porterebbe allo schianto, ma una visione comune europea di fronte agli scenari mondiali in rapida evoluzione ed una solidarietà interna che non crei club dei paesi di serie A e di serie B; ma tutto nel rispetto delle particolarità e delle specificità di ogni Stato Ue, di ogni territorio e cultura.

Europei, insomma, proprio perché italiani e piemontesi. E viceversa.

E soprattutto una voce comune dell’Unione Europea nelle grandi questioni mondiali, necessità questa, sempre più urgente.

Se poi l’UE fosse sufficientemente autorevole da non accettare più i diktat degli USA su una posizione conflittuale con la Russia  e i canali diplomatici e di dialogo UE – Federazione Russa tornassero ad essere quelli di un tempo l’Europa potrebbe davvero essere la superpotenza del XXI secolo.

Sono occasioni da cogliere, il declino ormai conclamato della ex potenza USA – che dal 1945 ha fatto e continua a fare guerre in tutto il mondo senza mai riuscire a vincerne una –  l’ascesa della potenza cinese, l’instabilità del medio Oriente e l’Africa che si appresta a diventare, dal punto di vista demografico, un gigante; sono fattori rendono più che mai urgente un’Europa forte, libera da litigi interni simili a beghe da condominio e in dialogo serio con la Russia.

 

Luigi Cabrino

 

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Articolo pubblicato il 07/09/2021