Il fattore “conoscenza”.

Il PRIMO dei fattori essenziali del funzionamento e comportamento umano.

Questi tempi drammatici e caotici stanno sempre più rivelando quanto l’essere umano e l’umanità nel suo insieme si stiano allontanando dalla conoscenza di ciò che serve per condurre la propria esistenza lungo una via coerente con lo scopo della vita. La cacofonia di tutti che si parlano addosso e sopra gli altri, di tutti che scaricano le proprie frustrazioni e incapacità su chiunque capiti a tiro e su qualunque situazione, perfino segretamente voluta da loro stessi, mette in primo piano quanto si conosce fin dai tempi dell’origine: nessuno sa niente, non c’è alcuno che conosca qualcosa di reale e vero! Tutti però credono di sapere e di essere nel giusto, sempre!

Poiché però alcune leggi e regole naturali sono sempre presenti, pur se disattese, possiamo, ricercandole e riflettendoci su, impegnarci a salvare il salvabile di questi nostri piccoli cosmi individuali e collettivi per quanto ancora in nostro potere e secondo quanto ci è richiesto dalle necessità vitali di base (naturali o trascendenti non importa).

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Riprendiamo quindi alcuni paragrafi di un articolo precedente dal titolo “Si può fare” per approfondirne i contenuti.

 

I componenti del genere umano, donne e uomini, sono naturalmente PROGETTISTI: infatti, senza alcun insegnamento diretto, dal momento in cui nascono iniziano a fare le cose necessarie allo sviluppo della loro vita attraverso l’autoapprendimento.

 

Tale processo di autoapprendimento è poi utilizzato dai genitori, dalla scuola e dalla società che, mettendo continuamente a disposizione materiale utile, partecipano alla formazione (o alla de-formazione) delle persone in questione.

 

Ecco in sintesi cosa avviene:

 

  • Punto 1: grazie a un trasferimento di CONOSCENZA, attraverso i cromosomi dei genitori …

 

Scendendo più nei dettagli di questo assunto possiamo evidenziare quanto segue:

 

Nessuno nasce come un foglio bianco, ma dispone comunque di un proprio foglio bianco all’interno di un libro le cui pagine precedenti sono state scritte da tutta l’umanità e dai propri avi.

 

Ogni nuovo nato esordisce alla vita con un bagaglio ereditario che non interessa solamente caratteristiche e funzionamento del corpo fisico, ma include anche gli aspetti emotivi, mentali ed energetici che rendono la sua entità unica. Sulla base di tali disposizioni generali e alla luce della necessità di porre tali caratteristiche al servizio della continuità del percorso di vita della sua essenza profonda, tale entità “conosce” a grandi linee il piano e la direzione di vita che si troverà a sperimentare. È in pratica quello che comunemente viene indicato come “destino”. Tuttavia non si tratta di un destino “rigido e non modificabile”; così è solo se preconcetti, abitudini, deleghe e imposizioni, lo rendono tale, in quanto per sua stessa natura tenderà ad assecondare le linee guida inscritte in esso. Tali linee guida potranno essere assecondate passivamente oppure rielaborate attivamente mediante le possibilità correlate al grado di coscienza da cui tale entità può essere guidata se la si lascia libera di agire. Coerentemente con quanto accennato, la pagina bianca potrà essere scritta quale fotocopia delle precedenti oppure diversificarsene fino a raggiungere livelli impensabili, seppure entro certi limiti invalicabili senza una processo di completo cambiamento di tutti i parametri essenziali. Per tutto ciò che occorre fare, ogni nuovo nato dispone anche della possibilità di accedere alla banca dati delle esperienze umane di cui conosce intrinsecamente i codici di accesso ancora per un certo periodo dopo la nascita. Tuttavia tale caratteristica andrà sempre più scemando, fino alla quasi completa scomparsa, man mano che la pratica quotidiana e il coinvolgimento nelle esperienze si sostituiscono ad essa, ribaltando a proprio favore la percentuale di uso del potenziale energetico e informativo disponibile.     

 

Il collegamento alle pagine precedenti è costituito dai propri genitori e l’accesso al collegamento avviene attraverso i cromosomi del dna presente nel sangue ed in ogni parte del corpo, nelle cellule, negli atomi, nei corpi sottili.

 

Potremo dire che il “sangue” con tutti i suoi costituenti, anche quelli sottili, è il principale costituente della possibilità di accedere alla discendenza ereditaria sia in termini di caratteristiche sia in tema di continuità del programma di vita. Dallo stato del sangue dipende il tipo di esistenza; entrambi sono in relazione con lo stato della coscienza che dovrebbe “poter intervenire” sulle loro condizioni e la loro possibile emancipazione da esse. I legami di sangue sono ancestrali; essi nascono, si mantengono e si sviluppano nel più profondo dell’inconscio collettivo ed individuale costituendone la parte di collegamento più diretta. Tutte le informazioni e gli ordini che passano tramite essi partecipano alla strutturazione del dna, del codice genetico famigliare che caratterizza i suoi membri e ne indirizza il comportamento di base. Il comportamento di base può subire modifiche nell’interazione con l’ambiente esterno ed interno del singolo individuo.

 

Proprio grazie ai legami di tutte le parti dell’essere alla banca dati inconscia collettiva e personale, in cui sono contenute le sintesi delle esperienze precedenti, ogni nuovo essere, prima di nascere, sceglie di massima da quali genitori e in quale contesto nascere.

 

 

La vita non conosce interruzioni, ma solo discontinuità di stato tra esistenza che dispone di un corpo oppure priva di corpo fisico. La continuità è sempre mantenuta all’interno del circolo di periodi di vita e periodi di morte, che non è oggetto di questo articolo se non per gli aspetti che ci interessano. In tempi e modi adatti, tale continuità struttura necessariamente le fasi di preparazione dell’entità che dovrà proseguire la sua esperienza, ancora prima del suo concepimento. Contemporaneamente a tale processo e alla presenza della banca dati delle precedenti esperienze dell’entità in questione e a quelle dell’intera umanità, si creano le linee guida della futura esperienza. Tutto quanto parteciperà alla composizione funzionale del nascituro che diventeranno possibilità potenziali sviluppabili mediante gli strumenti di cui la nuova personalità sarà dotata durante il periodo di gestazione. Durante tale periodo l’embrione ripasserà, come fosse un riepilogo, attraverso tutte le fasi di sviluppo dell’essere umano dalla sua apparizione fino all’ultimo aggiornamento. Terminate le fasi di preparazione la nuova entità è pronta per nascere.

 

Al momento della nascita quindi tutte le potenzialità ereditarie, di conoscenza pregressa e futura, sono pienamente disponibili ma a livello latente dentro un sistema corporale non ancora in grado di rispondere pienamente alle necessità in modo correlato poiché per farlo ha bisogno di un periodo di apprendimento circa il modo di coordinare il sistema operativo della personalità con le informazioni e il programma di vita specifico. Col passare del tempo (la fase di coordinamento ed autoapprendimento delle funzioni si sviluppa per circa 28 anni) e delle esperienze il sistema diventa pienamente operativo.

 

Da ciò ne deriverà una certa disposizione verso alcune caratteristiche piuttosto di altre (che comunque saranno sempre disponibili in subordine a quelle primarie). Tali caratteristiche possono essere assecondate o ostacolate; di conseguenza vedremo svolgersi un certo tipo di vita piuttosto che un’altra.

 

Appare evidente che durante le fasi di coordinamento e autoapprendimento le disposizioni personali possono essere assecondate, ostacolate o distorte. Infatti il contesto famigliare, quello scolastico e quello sociale non tengono quasi mai conto delle specificità del singolo; infatti partono dal presupposto che, essendo l’essere umano un animale “sociale” egli debba adeguarsi alle esigenze del gruppo e quelle proprie gli debbano essere subordinate. Tuttavia ciò è solo parzialmente vero  in quanto, pur essendo la sua matrice naturale di ordine effettivamente animale, egli dispone di altre caratteristiche evidentemente specifiche dell’individuo volte allo scopo di sviluppare un’altra dimensione dell’essere: quella di individuo che coscientemente riconosce il valore della comunità apportandovi quanto da essa richiesto per elevare la condizione generale del contesto umano e permettere così lo sviluppo di una condizione di vita completamente altra, con valore intrinseco assolutamente diverso.

 

Perfino nel caso di gemelli possiamo osservare differenze di sviluppo della vita in relazione al fatto che due entità simili possono comunque provenire da esperienze diverse e aver bisogno di farne altre, non per forza comuni o condivise tra di loro, anche se parte e predisposizione del patrimonio famigliare proveniente dalle due linee discendenti materna e paterna.

 

 

La prova più evidente di quanto ciò sia vero, oltre ogni similitudine temporanea ed oggettiva, la si può riscontrare facendo crescere i due gemelli in contesti molto diversi. Dopo un certo tempo, saranno proprio le diversità di contesto a rendere più o meno evidenti le diverse peculiarità dei due gemelli che, in casi estremi, potrebbero non assomigliarsi più neppure fisicamente, mentre invece, forzando la situazione all’inverso, cioè facendoli crescere in un contesto limitato e sempre uguale potrebbero manifestare personalità fotocopia e reciprocamente dipendente.

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Certamente queste sono solo indicazioni parziali e discutibili, però sono sufficienti a mettere in evidenza quanto sia complesso il quadro generale in cui si inscrive la vita umana, almeno per un certo tratto della sua evoluzione. A ciò si può e deve aggiungere quanto segue:

 

la conoscenza non è cultura; non si impara né si tramette, ma si riscopre, in quanto è parte integrante del patrimonio genetico originale dell’essere umano in potenza. In essa sono comprese tutte le leggi e le informazioni di base sulle quali e dalle quali nascono, si strutturano ed evolvono, tutte le attività dell’essere in questione.

 

La riscoperta della conoscenza avviene tramite un processo di adattamento e trasformazione continuo dell’essere in perfetta coerenza con le linee guida dell’idea che sottende ad esso.

 

Ciò che esula da tale processo è solo memorizzazione e speculazione deviante che conduce a stati distorti e patologici della coscienza, non facilmente distinguibili come tali in questo momento dell’evoluzione umana, perché facenti parte della “cosiddetta normalità condivisa”.

 

Di conseguenza si assiste ad un incremento dell’offerta, acquisizione e consumo culturale e alla progressiva sparizione della capacità di accedere nuovamente alla conoscenza sia individualmente che collettivamente.

 

L’inversione di tendenza è auspicabile ma la sua messa in pratica potrà avvenire solo attraverso una conversione essenziale delle coscienze sotto la spinta dei cambiamenti indotti da eventi esterni traumatici perché abbiamo la tendenza a creare e sostenere continuamente delle zone di mantenimento dello status quo con i suoi schemi e preconcetti difficilmente rimovibili.

 

Speriamo in bene!

 

grafica, schemi e testo

pietro cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 16/09/2021