Bibbiano era davvero Orcolandia

Iniziano ad arrivare i primi riscontri

L’inizio della pandemia a febbraio 2020 aveva fatto calare l’attenzione sullo scandalo degli affidi di minori a Bibbiano.

Poi col passare dei mesi si è iniziato sbeffeggiare chi aveva dato credito alle accuse, quasi fosse stato tutto un trucco per gettare fango sulla parte politica che da quelle parti la fa da padrona da sempre.

Invece iniziano ad arrivare i primi riscontri, 22 rinvii a giudizio e una condanna a 4 anni per Claudio Foti, psicoterapeuta e fondatore della onlus Hansel e Gretel di Moncalieri che dai servizi sociali del consorzio di comuni della Val d’Enza aveva appalti a diversi zeri.

Ebbene, il tribunale di Reggio Emilia ha accertato che a Bibbiano si è instaurato un sistema di sottrazione di minori alle proprie famiglie, grazie a lavaggi di cervello e abusi psicologici mascherati da consulenze della Hansel e Gretel.

Bambini sottratti ai genitori da servizi sociali che contrattavano affidi (con tutto quello che ne consegue sul piano economico) e sottoponevano a torture psichiatriche questi minori per allontanarli dai genitori.

Tanto Foti quanto gli altri rinviati a giudizio avranno, come giusto che sia, tutte le possibilità di difendersi e ricorrere nei diversi gradi di giudizio e , va ricordato, sono comunque presunti innocenti fino alla sentenza definitiva, che è ancora molto distante; ma al di là delle responsabilità penali che, essendo personali, vanno chiarite e meritano tutte le garanzie dello stato di diritto, il tribunale reggiano ha messo bene in luce il sistema perverso di business con denaro pubblico che è stato fatto a Bibbiano sulla pelle di bambini e genitori innocenti; traumi che non si sa se e come potranno essere superati.

Sempre nel rispetto delle persone coinvolte che devono avere tutte le possibilità di difesa e di garanzia processuale, non ci si deve però nascondere dietro a un dito: in Emilia dal punto di vista amministrativo non si muove foglia che il PCI ieri e il PD oggi non lo vengano a sapere.

Davvero proprio nessuno aveva il minimo sospetto su queste porcate che per anni sono state perpetrate da servizi sociali e psicoterapeuti per fare business con gli affidi di minori che invece avrebbero dovuto restare con i propri genitori?

Certo, il caso è stato pompato anche politicamente, in quei mesi l’Emilia Romagna era in campagna per le elezioni regionali di gennaio 2020, e questo non è stato sicuramente un atteggiamento corretto; come non si deve lucrare sugli affidi di minori non si devono usare questi casi per lotta politica; ma almeno la Sinistra benpensante ammetterà che qualcosa non ha funzionato e, ciò che è più grave, a farne le spese sono state decine di bambini e genitori travolti in un sistema che veniva presentato come il fiore all’occhiello dei servizi sociali?

Inoltre anche noi piemontesi dobbiamo trarne le debite conseguenze.

Innanzitutto perché questo Claudio Foti coinvolto fino al collo in questo sistema con le sue perizie- lavaggio del cervello, ha la sede principale della sua attività a Moncalieri.

E poi perché tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, prima che la pandemia facesse dimenticare tutto, la giunta regionale aveva pubblicato un DDL regionale di riforma del sistema di affidi, il tanto discusso DDL Allontanamento Zero.

Anche in quel caso dal PD arrivavano le peggiori accuse di sciacallaggio, di voler cavalcare l’onda di Bibbiano etc…; bene, alla base di quel provvedimento c’era il principio basilare che il solo motivo di difficoltà economica non può essere causa di allontanamento dei minori dai genitori; principio su cui, onestamente, ci sarebbe ben poco da discutere.

Il DDL regionale era stato presentato in diverse parti del Piemonte riscuotendo un notevole interesse da parte di molti.

Come detto la pandemia ha fermato tutto: è decisamente il momento di riprendere la discussione di questo provvedimento in Regione.

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 15/11/2021