Il fattore “realizzazione”.

Il QUINTO dei fattori essenziali del comportamento umano.

Dopo aver parlato dei fattori conoscenza, metodo operativo, informazioni e comunicazioni, aggiungiamo ora qualche nota relativa al quinto fattore, quello delle realizzazioni. Riprendiamo quindi il punto che ci introduce a tale caratteristica degli esseri umani.

  • Punto 5: per giungere, con o senza aiuti esterni, alla REALIZZAZIONE degli obiettivi individuati …

 

Avviene che, come per gioco e con quello che capita, il bambino giunga al suo obiettivo e quindi termini l’attività corrente per passare a tutt’altra occupazione, senza soluzione di continuità.

 

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La modalità con cui il bambino giunge a realizzare ciò che si è generato in lui, o sarebbe meglio dire attraverso di lui, sfugge alla logica corrente. Infatti negli adulti si instaura la convinzione che vi sia un nesso sequenziale tra ciò che si pensa o desidera fare e ciò che ne consegue. Tuttavia il processo di realizzazione è ben lungi da essere così semplice e lineare. L’adulto non se ne rende conto poiché la sua attenzione è quasi sempre completamente assorbita dal focalizzare l’obiettivo da raggiungere, mentre nel bambino è ancora viva la percezione dell’intero processo in atto, al quale egli partecipa per quanto necessario. La differenza è sostanziale: infatti mentre nell’adulto insieme alla realizzazione è presente un giudizio di conformità o meno all’idea, nel bambino qualunque sia il risultato la questione finisce, cosicché, mentre nell’adulto le conseguenze continuano ad occupare parte della sua operatività con strascichi interminabili, nel bambino tutto è sgombro e pronto per un altro inizio, un altro processo, a meno che non intervengano disturbi esterni.

 

Il modo in cui il bambino partecipa alla realizzazione di quanto si è manifestato a lui come idea o impulso ha qualcosa di magico, di miracoloso, di sempre nuovo e imprevedibile, in grado di richiamare ed assorbire totalmente tutto ciò che serve per rendere tangibile il risultato. Tangibile anche quando apparentemente invisibile. Si tratta infatti di un processo realizzativo che coinvolge la psiche con la stessa valenza del soma al punto da renderne indistinguibili gli aspetti e gli effetti. Nel momento in cui entrambe le parti, o anche una sola di esse, ritengono sufficiente il risultato, immediatamente tutto cessa senza lasciare qualcosa di inappagato.

 

Perché?

 

Una parte delle risposte si trovano proprio nel suo essere ancora immerso in un tutto dal quale non si percepisce ancora come separato e quindi capace di godere dei risultati che si manifestano in tale tutto e che si riversano anche in lui completamente. Ciò avviene sempre e comunque, indipendentemente da quanto gli adulti possano osservare in relazione al suo comportamento. Tutto ciò è particolarmente evidente per esempio negli aspetti bio-fisiologici. Quando svolge le sue funzioni il bambino sta bene anche se il suo agire comporta conseguenze che per un adulto risulterebbero sconvenienti.

 

Ed è così che entrano in gioco tutte le azioni correttive che gli adulti ritengono necessario introdurre nel bambino per modificarne i comportamenti così da poter essere inserito nel contesto umano secondo le usanze e i preconcetti imperanti.

 

Purtroppo così si finisce per delimitarne le possibilità e impedirgli di far appello all’infinito potenziale presente nel tutto in cui naturalmente opera, facendolo diventare un animale ammaestrato da esibire o che si esibisce nel limitato circo al quale gli si fa credere o crede di appartenere.

 

Come funziona il metodo operativo del bambino?

 

Semplificando, per ragioni di brevità, potremo dire che funziona secondo tre principi che interagiscono: primo come attrattore di possibilità integrate nel tutto, un secondo come partecipante di un processo del tutto di cui fa parte ed un terzo come catalizzatore della sua specifica funzione all’interno del tutto.

 

Infatti nell’intero sistema del bambino si manifestano impulsi, idee, desideri, che sono parte integrante del suo specifico universo, naturalmente coordinati con tutti gli altri universi presenti nel tutto in cui si trova. Allo stesso tempo egli è una componente specifica e particolare dell’intera manifestazione del tutto di cui il tutto si avvale per esprimere una sua particolarità coerente con la sua essenza. Ed infine egli è il catalizzatore di tutte le risorse necessarie per esprimere tali particolarità del tutto in modo sintonizzato e sincronizzato. Al suo interno, nel suo laboratorio bio-fisiologico, avvengono tutti quei processi di realizzazione e trasformazione di cui ciò che appare praticamente è solo la punta dell’iceberg di quanto avviene in lui e attraverso di lui.

 

Il risultato è quindi sempre coerente con lo scopo della sua esistenza e di quella del tutto. Almeno fino a quando, come detto precedentemente, intervengono i fattori distorsivi di cui ci occuperemo nei prossimi articoli.

 

Come avviene tutto ciò?

 

Poiché l’essenza che si incarnerà nel bambino ha scelto il contesto in cui nascere ed al momento della nascita non avrà più una coscienza completa ed autonoma per ricordarsene “coscientemente” ciò avverrà in modo quasi del tutto automatico “tentando di costringere” i corpi sottili e quelli fisici dei genitori a farlo per lui, a integrare ciò che egli non può ancora fare autonomamente. Per questo si dice che la nascita di un figlio cambia la vita ai genitori. I quali normalmente credono di dover e poter plasmare il nuovo nato, mentre non fanno altro che mettersi per traverso sulla sua strada facendo del male anche a se stessi, senza riuscire a comprendere come fare per uscire fuori dalla trappola che si stanno costruendo essi stessi. Una trappola che inizia a costruirsi attraverso tutto ciò che viene veicolato in tutti componenti in gioco attraverso i legami di sangue ereditari in cui parlano l’inconscio individuale e collettivo e altre forze che avrebbero bisogno di esprimersi e/o risolversi attraverso di loro ma invece sono involontariamente bloccate con tutte le conseguenze che ne derivano.

 

Quali sono gli elementi che entrano in gioco negativamente in questo processo di risoluzione, trasformazione e sviluppo?

 

Come si possono rimuovere tali ostacoli?

 

È quanto cercheremo di esporre nei prossimi articoli.

 

grafica e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 17/11/2021