Coscienza di acqua.

È lo stato di coscienza di colui che comincia a prendere atto dell’esistenza di sé, degli altri e del contesto in cui si trova a vivere.

Proseguendo nell’indagine di quali stati di coscienza si alternano dentro di me devo constatare che ve n’è un secondo tipo che sempre più spesso fa valere la sua presenza. Inoltre per analogia e similitudine esso è riconoscibile anche in una certa parte dell’umanità.

Questo secondo tipo di coscienza che ho “classificato” è quello che mi accumuna ad una certa parte dell’umanità e mi fa agire, con un minimo grado di consapevolezza, come una cellula sempre riconoscibile anche quando partecipa ad un lavoro comune. È la coscienza di tipo B che si esemplifica in uno stato di acqua allo stato liquido.

 

È lo stato di coscienza di colui che, pur facendo parte ancora della massa umana indistinta, comincia a prendere atto dell’esistenza di sé, degli altri e del contesto in cui si trova a vivere ed inizia a rendersi conto che non esiste un solo punto di vista di osservazione delle cose che avvengono, da cui poterle giudicare senza equivoci. Per chi è dotato di questa possibilità inizia un percorso di riconoscimento dei propri e altrui valori e di conseguenza cresce il rispetto verso ciò che scopre. Gli altri non sono più solo nemici da combattere, ma anche alleati nel conseguire alcuni obiettivi comuni.

 

Se inseriamo una determinata quantità di acqua (la coscienza), all’incirca corrispondente a quella precedentemente considerata allo stato di ghiaccio, in un contenitore, che poi viene chiuso da un tappo ermetico (la nostra personalità con tutte le sue componenti), possiamo facilmente constatare che il suo peso si distribuisce sul fondo e su una parte delle pareti, fino al livello raggiungibile dal suo volume. Se muoviamo il contenitore, tale quantità di acqua, essendo libera di muoversi, potrà interessare una parte più o meno ampia di più pareti ma, se il movimento continua, potrebbe lambire anche il coperchio, lasciando libera una parete. Continuando a ruotare il contenitore, fino al suo completo capovolgimento, la condizione osservabile è l’interessamento del coperchio e di una parte delle pareti diversa da quella iniziale, mentre il fondo resterebbe scoperto. Ed infine scuotendo in modo incontrollato il contenitore, iniziando da una sua qualsiasi posizione, schizzi d’acqua potrebbero raggiungere qualsiasi parte del contenitore.

 

Non appena questo tipo di coscienza, ermeticamente circoscritta, viene inserito o adotta una personalità in carne ed ossa, come avviene per ogni liquido, essa si adatta al contenitore assecondandone il movimento con una certa conseguente gradualità. Per questa ragione si può parlare di una fluidità nel cambiamento della risposta della coscienza alle sollecitazioni che essa riceve. Ciò si riscontra anche quando cambia la temperatura del sistema coscienza-personalità almeno fino ad un certo punto. Ma se la temperatura del contenitore sale troppo oltre il limite sopportabile dallo stato liquido, l’acqua comincia a bollire e di conseguenza trasferisce il suo calore a tutto ciò che tocca, mentre dentro di sé si formano bollicine di vapore che, liberandosi nel resto del contenitore, coinvolgono tutto il suo interno in modo differente dall’acqua da cui hanno avuto origine.

 

In pratica chi è sottoposto a questa condizione acquisisce uno stato di coscienza e operatività della personalità assai variabile ed incostante, che lo renderà simile ad un essere vivente che reagisce in modo imprevedibile ad ogni specifica sollecitazione che avvenga nell’area in cui coscienza e personalità interagiscono.

 

Quell’essere sarà sempre più imprevedibile nelle sue reazioni in relazione a quali delle sue parti saranno o meno interessate dalla presenza della coscienza, mentre le altre parti ne rimarranno escluse come se non ne facessero parte. Questo è lo stato di coloro che si schierano convintamente nella direzione in cui gira la bandiera sotto l’azione variabile del vento, cambiando rapidamente stato, opinione e convinzione, secondo le convenienze, senza rendersi ancora conto di cosa ciò comporti.

 

È lo stato tipico di coloro che, per esempio, cominciano a rendersi conto di essere tra quegli uomini che vengono trattati da altri uomini allo stesso modo in cui essi stessi trattano i propri animali domestici per soddisfare alcuni loro desideri nascosti, ancora sconosciuti a loro stessi, senza fermarsi di fronte alle sofferenze che infliggono ad altri esseri viventi (guinzagli, museruole, castrazione, sterilizzazione, modificazione delle caratteristiche ed abitudini naturali, riduzione in schiavitù opportunista, etc etc), intenzionati e convinti di agire per il loro bene.

 

Vivono in una costante alternanza di stati d’animo tra il sentirsi abbastanza buoni o non abbastanza, ma sempre comunque insoddisfatti, se non per quei brevi attimi in cui ritengono di aver fatto una cosa buona (quasi sempre immediatamente smentita dai fatti). Tendono a voler coinvolgere gli altri nella propria narrazione della verità del momento e si arrabbiano se le loro posizioni non vengono condivise da altri. Salvo poi cambiare rapidamente opinione quando ciò viene imposto da una forza maggiore o dalla convenienza, dicendo di averlo fatto per il bene della comunità senza conoscerne davvero le implicazioni, ma solo per il quieto vivere, per non subire disturbi, per un proprio evidente momentaneo tornaconto.

 

Non seguono schemi ma solo l’onda del momento, quasi sempre il leader più gettonato o più forte, perché non hanno idee e forze proprie e quindi barattano la propria dignità con una ipotetica necessità superiore, per il bene comune, fino a convincersene al punto di volerlo imporre a coloro con cui vengono a contatto anche solo sporadicamente (come le bollicine con le parti del contenitore). Sperano che, così facendo, convincendo altri il più possibile, gli sia permesso di fare quello che loro piace e desiderano fare ancora per un po’ di tempo; per questo sono disposti a pagare un certo prezzo da suddividere con quanti più loro simili possibile. Sono amici di cui non ci si può fidare perché facilmente mordono la mano che li accarezza quando meno te lo aspetti.

 

Nessuno di noi è esente da questi stati che ogni tanto si manifestano nei momenti più impensabili e imprevedibili. Ma cosa avviene se l’ambiente interno o esterno si riscalda, sollecitato da un desiderio o pensiero specifico indotto inconsciamente o da cause esterne (come nel caso di una situazione di forte emozione popolare o in caso di emergenza)?

 

In tal caso il movimento convulso della massa d’acqua in ebollizione produce stati infiammatori e schizofrenici acuti pericolosi per sé e gli altri. La coscienza non è in grado di controllare le funzioni della personalità e viene sconvolta da continui tsunami emotivi che non lasciano scampo, travolgendo ogni cosa buona o cattiva che sia, lasciando solo desolazione dopo il suo passaggio. Per contro, alcune volte, dal disastro prodotto può nascere un inaspettato fiore sconosciuto.

 

Per questo si dice che alcune situazioni traumatiche possono far cambiare in meglio l’approccio alla vita.

 

È lo stato di coscienza acquisita da una importante parte dell’umanità che, vessata dalle circostanze, attratte a sé ancora quasi del tutto in modo inconsapevole, comincia a farsi qualche domanda in merito e riflettere sugli accadimenti. Tuttavia non è ancora giunta a maturare la condizione sufficiente per decidere di cambiare registro, sebbene ormai avviata lungo la strada per arrivare a comprenderne il senso.

 

Che non tarderà a esplicitarsi attraverso la costituzione di comunità temporanee di condivisione di idee, di ideali e di operatività, che possono durare anche a lungo o almeno fintanto che dura l’energia ed il carisma dei suoi leaders o apparati di gestione.

 

Come insegnano le leggi della natura a cui nulla e nessuno sfugge: nel migliore dei casi le condizioni metereologiche si possono prevedere con un certo anticipo, ma non si può evitare che si manifestino. In alcuni casi non sono neppure prevedibili!

 

Nei prossimi articoli prenderemo in esame altri tipi di coscienza, alternativi o coesistenti, che conferiscono le caratteristiche ad una sempre maggiore parte dell’umanità di divenire degna di tale nome.

 

grafica e testo

pietro cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 20/02/2022