Coscienza di vapore acqueo.

È lo stato di coscienza di colui che si trova in un certo equilibrio con sé stesso e il contesto in cui vive, ma...

Entrare nei meandri della coscienza umana è compito assai arduo e incerto. Tuttavia è necessario se si vuole iniziare a conoscere un po’ di più il mondo, quasi completamente sconosciuto, in cui l’essere umano vive senza rendersene conto. Perciò eccoci qui a continuare il viaggio di esplorazione nel “terzo continente” del mondo della coscienza.

Il terzo tipo di coscienza è quello che caratterizza una parte dell’umanità, un po’ più ristretta delle precedenti, facendola agire con un grado di consapevolezza diversa. Chi appartiene ad essa agisce come una cellula, sempre riconoscibile e dotata di autonomia, anche quando partecipa ad un lavoro comune, lavoro di cui è cosciente e di cui conosce il fine. È la coscienza di tipo C che si esemplifica in uno stato di acqua allo stato di vapore acqueo.

 

È lo stato di coscienza di colui che, avendo chiesto di partecipare al lavoro che coinvolge l’intera umanità, avendone compreso la necessità, inizia ad accettarne le conseguenze con tutte le contraddizioni che esse contengono.

 

Per chi è dotato di questa possibilità e accetta di perseguirla coscientemente inizia un processo di progressivo riequilibrio delle polarità, di cui tutte le cose sono composte, mediante il necessario riconoscimento di tale stato e l’applicazione dello sforzo che tale processo richiede.

 

Se inseriamo una determinata quantità di acqua (la coscienza), all’incirca corrispondente a quella precedentemente considerata allo stato liquido, in un contenitore, che poi viene chiuso da un tappo ermetico (la nostra personalità con tutte le sue componenti), possiamo facilmente constatare che continuando a scaldarla essa si metterà a bollire e poi, se le condizioni fisico-chimiche all’interno del contenitore lo permettono, cambierà di stato diventando vapore acqueo capace di esercitare una eguale pressione su tutte le parti del contenitore. Tale condizione non varierà qualunque movimento si imprima al contenitore o in qualunque posizione lo si disponga. Potremo definire tale condizione come temporalmente persistente, indipendentemente dal variare della temperatura, almeno fino ad un certo punto, ovvero sarà tale per un certo intervallo di condizioni impostele.

 

Non appena questo tipo di coscienza, ermeticamente circoscritta, viene inserito o adotta una personalità in carne ed ossa, come avviene per ogni elemento gassoso, essa si adatta al contenitore, occupandone immediatamente l’intero volume e trovando una condizione di equilibrio. Per questa ragione si può parlare di un cambiamento equilibrato della risposta della coscienza alle sollecitazioni che essa riceve. Ciò si riscontra anche quando cambia la temperatura del sistema coscienza-personalità, almeno fino ad un certo punto.

 

In pratica chi è sottoposto a questa condizione acquisisce uno stato di coscienza e operatività della personalità assai equilibrato, entro un certo campo, che lo renderà simile ad un essere vivente capace di reagire in modo apparentemente tranquillo e sereno ad ogni specifica sollecitazione che avvenga nell’area in cui coscienza e personalità interagiscono.

 

Quell’essere sarà sempre più imperturbabile nelle sue reazioni in relazione a qualsiasi delle sue parti siano o meno interessate dalla presenza della coscienza. Questo è lo stato di coloro che si non si schierano da nessuna parte perché si trovano in uno stato di equilibrio piuttosto consolidato e vedono le cose da più punti vista, constatandone gli aspetti positivi e negativi senza reagirvi.

 

È lo stato tipico di coloro che si rendono conto che tutti gli esseri umani sono diversi tra di loro e hanno diritto ad esprimere la loro diversità come un valore umano anche quando sembrano agire in modo inconsulto, pericoloso o malvagio. Sono coloro che, rispettando tutti gli altri esseri viventi, nel caso degli animali non interferiscono né con il loro contesto né con la loro vita, evitando in ogni modo di trascinarli volontariamente nell’ambiente vitale specificatamente umano per non trasferire loro distorsioni comportamentali e malattie.

 

Vivono in un costante stato d’animo equilibrato, ma iniziano a rendersi conto di non poter eliminare l’evidente tensione interna intrinseca ad esso. Percepiscono il limite di tale stato ed il pericolo che esso possa svanire per una qualsiasi ragione. Tendono a non voler coinvolgere gli altri nella propria narrazione della verità del momento e sembrano piuttosto distaccati dagli avvenimenti contingenti ai quali tutti sembrano dover reagire immediatamente e per forza. Non si arrabbiano facilmente anche quando vengono, direttamente o indirettamente, giustamente o ingiustamente, coinvolti in fatti che non li riguarderebbero, e ne accettano con una certa filosofia le conseguenze come inevitabili.

 

Sono piuttosto saldi nella propria condizione dovuta ad una certa pace interiore, riconosciuta in sé stessi, per cui non necessitano di essere rassicurati mediante l’appartenenza a gruppi o seguendo un leader carismatico. Non cercano di convincere né imporre proprie opinioni o teorie agli altri, perché è evidente quanto la libertà altrui e il rispetto della loro diversità sia una necessità vitale per tutti ed una condizione imprescindibile per lo sviluppo della comunità umana verso il suo fine. Seguono la propria strada facendo quanto essa chiede loro e, se incidentalmente cadono, trovano sempre la forza di rialzarsi e proseguire. Sono sufficientemente certi che alla fine ogni loro sforzo sarà ripagato, quando ciò non si verifichi già durante il loro cammino.

 

Ma cosa avviene se l’ambiente interno o esterno si riscalda oltre il limite sopportabile, sollecitato da un desiderio o pensiero specifico indotto inconsciamente o da cause esterne (come nel caso di una situazione di forte emozione personale o in caso di emergenza globale)?

 

In tal caso l’eccessiva pressione che si produce all’interno del contenitore fa scoppiare tale condizione di equilibrio ed ogni singolo brandello dell’essere può essere usato come una scialuppa di salvataggio o un salvagente a cui aggrapparsi per non affogare nel nulla che si rivela tutto intorno. Allora si ripresenta la paura del vuoto, del nuovo, la paura di cadere senza poter disporre di un appiglio o senza poter vedere cosa accade intorno. In tale circostanza si possono produrre stati infiammatori acuti e paranoici estremamente difficili da risolvere. Infatti tale individuo può continuare a vivere solo in uno stato alterato di coscienza, separato e circoscritto, in cui vigono leggi specifiche distorte e conseguenti comportamenti patologici, gestiti con un livello di lucidità non comune ma comunque applicato ad una evidente irrealtà. Oppure, ma si tratta di casi rari, lo shock può dare una scossa sufficiente a ricercare e/o trovare un nuovo e diverso equilibrio.

 

Per questo si dice che non tutto il male viene per nuocere e quindi si deve accettare come ogni altra cosa che ci venga proposta dalla vita.

 

E proprio sulla base di questa esigenza la loro coscienza è pronta, anche se attraverso un certo grado di tribolazione, a lasciarsi assorbire da una nuova condizione per non finire fossilizzata in uno stato di tranquillità che non può essere definitivo.

 

Che non tarderà a esplicitarsi attraverso un lavoro al servizio di chiunque senza distinzione secondo il principio ciò che tu avrai fatto ad un tuo fratello sarà fatto a te.

 

Come insegnano le leggi della natura a cui nulla e nessuno sfugge: ognuno attira a sé ciò che gli è simile, ma attraverso la polarità inversa, cioè attraverso l’aspetto contrario a quello che crede più simile al suo.

 

Nel prossimo articolo prenderemo in esame un altro tipo di coscienza che è in dotazione ai pochi che hanno cominciato a camminare lungo la strada del vero divenire umano.

 

schema e testo

pietro cartella

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/03/2022