Perché ci sfugge continuamente cosa ci stiamo a fare qui?

Forse perché non riusciamo a comprendere come dipenda solo da noi!

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 63 del 16.11.2021 che è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°8.

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Tra le tante cose che non conosciamo, pur convinti del contrario, spicca in modo evidente l’equilibrio personale.

 

Molti di noi sono certi di possedere un equilibrio sufficientemente saldo da permetterci di agire correttamente in ogni circostanza. Alla prova dei fatti però questa certezza svanisce come neve al sole. Le circostanze, le variabili di ogni genere ed altri elementi sconosciuti sono in grado di spostare ogni tipo di equilibrio verso direzioni imprevedibili. L’equilibrio sembra così diventare una questione essenzialmente personale.

 

Spesso sentiamo il bisogno di andare a cercare un terzo elemento esterno che metta insieme questo equilibrio.

 

Certamente! Infatti si dice che tra i due poli, nella tensione che esiste tra questi due poli, deve nascere un figlio, il terzo elemento che porta in sé nuovamente l’unione dei due. Ovvero i tre sono uno, ma da uno, l’idea, prima deve avvenire la divisione in due, i poli opposti, da cui si genera la terza parte, il figlio, per ridivenire nuovamente uno, il frutto dell’idea, e ricominciare nuovamente il processo.  Questo processo avviene in tutto ciò che esiste ed è descritto in tutte le filosofie, in tutte le religioni, da quando l’essere umano coscientemente agisce in tal senso. Ovvero prova a descrivere ciò che sente o ciò a cui anela. Non bisogna però perdere di vista il fatto che né la scienza, né la religione, né la filosofia, possono dare risposte a ciò che non è un loro compito. Queste risposte giacciono in ciascun individuo e solo l’individuo, ciò che non è più diviso, o indivisibile, ciò che è ritornato ad essere uno dopo un processo di divisione, dopo essere ritornato all’idea originale di sé stesso, può comprenderne il senso (poiché può vedere nuovamente l’intero quadro).   

 

Il discorso dell’uno che diventa due e poi tre per tornare ad essere uno, al di là di quale sia l’ambito filosofico o religioso, sta anche a significare che qualcuno in passato o adesso o domani riesce, diciamo, a intravedere qualcosa di extra dagli altri. Poi che riesca o no o lo usi per fare guerre non ha importanza  ma da qualche parte qualcuno ha già cominciato a muoversi in tal senso, … parliamo di migliaia di anni fa.

 

Allora come oggi, la differenza non è tanto nell’essere in grado di creare qualcosa come gli esseri umani stanno facendo da sempre per giustificare la propria vita, ma nel riscoprire le ragioni della nostra esistenza al di là di quello che ne abbiamo fatto e facciamo. Tutti i nostri atti manifestano questa caratteristica, diciamo, originale, ma noi non ce ne rendiamo più conto, non ne siamo più consapevoli, e giustifichiamo tutto quello che facciamo in base alle convenzioni che abbiamo stipulato tra di noi. Per una serie di esigenze di sopravvivenza dello strumento fisico e per tutta una serie di adattamenti successivi, anziché rispondere tenendo conto di ciò che noi sentiamo, nel profondo di noi stessi, come essere essenziale, ora seguiamo, con la parte cosciente, quella pelle, quella parte esterna della piramide che la nostra coscienza è ancora in grado di osservare. Tuttavia, se il senso della domanda era se qualcuno fosse già riuscito nell’impresa del processo uno, due, tre, uno, cioè di ridiventare uno in sé stesso, la risposta è sì! E se la domanda è: sono quelle persone rappresentative di certe religioni etc etc, la risposta è no! Invece altre persone che incarnano i principi fondamentali della vita originale, ma non possono essere riconosciute o riconoscibili come tali, per tutta una serie di ragioni non visibili, come emergenti dalla massa nel modo in cui vengono intese certe persone particolari, di livello diverso, sono sempre comunque presenti all’interno dell’umanità, sono una sua costante. Se così non fosse l’umanità sarebbe già sparita da un pezzo perché non c’è uno che non faccia guerra ad un suo simile. Così facendo, per eliminazione reciproca, si arriva ad un ultimo soggetto superstite che scopre infine l’impossibilità di vivere da solo.

 

Mentre nel caso corretto il processo assomiglierebbe molto a una eliminazione reciproca e continua di ogni divisione non necessaria, di ogni dicotomia o contrapposizione non essenziale, rendendo giustizia ad ogni singolarità indivisibile appartenente ad un insieme vitale in un piano diverso da quello a cui lo abbiamo costretto a soggiacere.

 

Quindi sì! Qualunque cosa emanata dalla stessa unica fonte, buona o cattiva che sia secondo il nostro giudizio (sempre errato perché non considera e non può considerare mai tutto), tutto quanto esiste, serve a questo processo, che è un processo di costruzione di coscienza, la cui capacità e finalità è di poter tornare all’uno, come se l’idea primordiale, non avendo ancora sufficiente coscienza di sé, avesse compreso la necessità di un piano per creare una coscienza in grado di riconoscere sé stessa, l’idea originale. Insomma una specie di valore aggiunto rispetto alla condizione originale.

 

Questo ovviamente non si lega molto bene ad un certo numero di filosofie e religioni ma è comunque l’imprinting di tutto ciò che esiste e vive. Quindi, indipendentemente da quello che noi pensiamo, a ciò ci condurrà. Tutta l’umanità sta seguendo questo percorso, ma i tempi e i modi sono diversi per ognuno dei suoi gruppi, aggregati, elementi, così come avviene per gli organi interni del nostro corpo, attraverso un successivo modificarsi dei componenti e funzioni in relazione alle necessità.

 

Poco per volta, proseguendo in questa esposizione sui massimi sistemi, scenderemo nei dettagli della nostra vita quotidiana per vedere quali siano le strette relazioni che esistono tra i fatti che ci accadono ed i principi fondamentali evidenziati. Poi scopriremo che lo spazio non è vuoto, il nulla e il tutto sembrano opposti che si attirano, e vedremo come queste cose influiscono nella nostra vita, anche solo per fare una scelta tra una dieta o un’altra. Oppure come la relazione con le cose sane può essere deleteria o viceversa la relazione con cose non sane possa anche essere positiva.

 

Questo ci aiuterà a capire come in un momento particolare come quello che stiamo passando, pandemia, virus, vaccini, relative patologie, stati di salute, esistano e siano in stretta relazione con ogni singolo individuo e gruppo, ma non allo stesso modo per tutti, così come una medicina può andar bene per uno ed essere veleno per un altro e viceversa. O, addirittura, la stessa medicina che una volta ha fatto bene ad una persona, la volta successiva può rivelarsi alla stessa nociva o fatale.

 

Era necessario fare questa lunga esposizione, per certi versi ancora troppo sintetica e non del tutto corretta, al fine di tracciare un quadro di partenza sufficiente, per cercare di aiutarci nel rimuovere alcune nostre convinzioni. Giusto per evidenziare come siamo convinti di certe cose, ma dovremo fare invece molta attenzione a quello che diciamo di conseguenza, esaminiamo alcune di queste.

 

Per esempio ogni giorno diciamo che al mattino il sole sorge e alla sera tramonta, quando sappiamo benissimo che non è così, non è il sole che sorge o tramonta, ma è la terra che nel suo movimento crea queste alternanze, producendo tale effetto. Tuttavia, pur sapendo che quanto affermiamo non è vero, noi ci abbiamo costruito sopra una serie di convenzioni in base alle quali regoliamo la nostra vita.

 

Facciamo così anche per quelle cose positive o negative che ci possono rendere difficile agire quotidianamente, cioè ne abbiamo una visione distorta a causa delle convenzioni attraverso le quali le osserviamo.

 

Ecco perché per cercare di semplificarci l’esistenza finiamo per complicarla enormemente al punto di perderne il senso, costruendo nel contempo le mura di una prigione che si stringe sempre di più intorno a noi. Allora siamo condannati definitivamente? Certamente no! A tutto c’è rimedio, anche se non è mai come ci aspettiamo o ci piacerebbe.

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Seguite i prossimi articoli con tutta la pazienza necessaria e man mano (forse) qualcosa si chiarirà inaspettatamente.

 

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foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 21/06/2022