Basiamo le nostre attività quotidiane su presupposti convenzionali errati o di parte …

… e allora perché stupirci (o come è di moda dire adesso, indignarci) delle conseguenze che comportano?

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 63 del 16.11.2021 che è stato suddiviso in 10 articoli. Questo è il n°9.

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Continuando nello sforzo di riscoprire come siamo realmente e perché ci siamo sempre più profondamente dimenticati di quello che siamo, riportiamo alla coscienza come ciò sia potuto avvenire per cercare una nuova modalità di ripristinarne una presenza operativa intelligente, modificando essenzialmente quanto abbiamo permesso che avvenisse a nostro discapito. Infatti e per esempio, pur sapendo che quanto affermiamo non è vero, noi ci abbiamo costruito sopra una serie di convenzioni in base alle quali regoliamo la nostra vita. Facciamo così anche per quelle cose positive o negative che ci possono nuocere, cioè ne abbiamo una visione distorta a causa delle convenzioni attraverso le quali le osserviamo per renderle meno nocive o più accettabili.

 

Pensiamo per esempio al canale che parte dalla nostra bocca e termina dove ben sappiamo. Questa specie di condotto che passa al nostro interno, i cui tratti sono riconoscibili come bocca, esofago, stomaco ed intestino, diciamo che è una nostra parte interna. Però dimentichiamo che le sue pareti interne dove passa il cibo sono pareti “esterne” al nostro corpo. Se noi potessimo dilatarne le dimensioni potremo osservarlo come un tubo al cui interno passa aria esterna. Non solo ma questo lungo tubo, per tutta una serie di ragioni, è chiuso, suddiviso in tratti mediante valvole o chiusure, chiamati labbra, cardias, piloro, ano. In questi quattro tratti del tubo considerato vivono colonie di batteri, virus e altri microorganismi funzionali all’equilibrio fisiologico e metabolico specifico di quella zona. Le loro attività vitali sono necessarie alla nostra esistenza, e sono positive fino a quando permangono nell’ambito loro assegnato, ma quando si spostano dalla loro zona e migrano, per una qualsiasi ragione, in un’altra zona, possono diventare nocivi e procurare guai a tutto il corpo. Quando tali abitanti si muovono per esempio dall’intestino allo stomaco, o dallo stomaco all’esofago, o dall’intestino all’apparato urogenitale, sappiamo bene per esperienza cosa possono provocare.

 

E cosa dire del nostro sistema immunitario, il nostro sistema di difesa che, fino a quando è in relazione corretta con gli spazi ed elementi appena descritti ed alle funzioni ad essi associate, ci garantisce una specie di “salute percepita” e tutto funziona bene, ma quando questo equilibrio viene meno le stesse difese immunitarie che sono al servizio del nostro organismo gli si rivolgono contro e non possiamo più farci niente.

 

Capite bene quanto sia estremamente semplicistico dire che una cosa fa bene o fa male, che una malattia è tale o che la salute sia tale quando non sappiamo in relazione a che cosa e soprattutto non sappiamo per che cosa ciò rappresenti tale stato.

 

Un po’ per volta capiremo che il senso della vita racchiude tutti i sensi che abbiamo menzionato in precedenza, ma anche lo sviluppo su piani diversi ed altri sensi ancora di cui non abbiamo parole per descriverne la funzione, poiché sono funzioni integrate mai separabili. Un senso che potremo quindi solo sperimentare praticamente, quando ne saremo nuovamente consapevoli.

 

E lo sforzo che cercheremo di fare tutti insieme sarà proprio questo, cioè arrivare ad un punto in cui il senso della vita si risvegli e non ci sia più bisogno che qualcuno ci spieghi la ragione delle cose o cosa dobbiamo fare e quindi potremo agire autonomamente. 

 

Tuttavia la storia non finisce così poiché il senso della vita è un ponte per arrivare al senso originale di quell’intelligenza che ha emanato da sé, dalla propria idea, ogni cosa ed essere vivente. Intelligenza che non ha niente a che vedere con quella che normalmente intendiamo come tale, che non è vera intelligenza. Quindi un bel programmino di lavoro, se avrete voglia di seguire questi incontri. Cercherò materiale che vi possa essere utile per una migliore comprensione di quanto sto esponendo, in modo che possiate, se vorrete, approfondirne i contenuti per conto vostro, nei tempi e modi che più vi si confanno. In ogni caso occorrerà aprire quanto più possibile la nostra capacità di percezione nei confronti di ciò che è nuovo per noi, aprendo, quanto più e meglio possibile, la nostra capacità di percezione per essere in grado di intuire ciò che è diverso e più fondamentalmente vicino e simile alla nostra essenza.

 

Intanto, per predisporci in modo coerente a tale finalità e facilitarci il processo di comprensione conseguente, possiamo cercare di ritagliare ogni giorno almeno cinque minuti di niente tutto per noi; cinque minuti in cui lasciare che tutto succeda senza reagire o intervenire in alcun modo, permettendo che rimangano in funzione dentro di noi solo quegli aspetti fondamentali essenziali per il mantenimento della vita, osservandoli agire senza la nostra partecipazione. Ne scopriremo delle belle!

 

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 23/06/2022