Ricetta per la pace

La Neutralità è da rivedere

Atteggiamento di chi non parteggia per nessuno dei contendenti e non sostiene nessuno degli avversari, la Neutralità è anche la dichiarata estraneità di uno Stato nei confronti di un conflitto internazionale.

Una frase lapidaria di Elie Wisel, saggista di origini ebraiche sopravvissuto all’Olocausto e premio Nobel per la pace, induce ad alcune considerazioni sul concetto di Neutralità: “Prendi posizione! – è la sua intimazione - La Neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima”.

La guerra in Ucraina ha indotto anche la Svizzera a ripensare alla sua atavica Neutralità e il quotidiano russo Kommersant ha scritto che se la Svizzera si schiera, il mondo è davvero cambiato.

La Svizzera non ha fornito armi all’Ucraina, però ha sanzionato la Russia e questo comportamento è stato giudicato come una violazione della sua neutralità. Ma a maggio scorso, al Forum economico mondiale (WEF) di Davos, il Presidente di quella Confederazione, Ignazio Cassis, è corso ai ripari dichiarando che la Svizzera sta perseguendo una "Neutralità cooperativa": ha innovato così la Storia, che non conosceva questo tipo di Neutralità.

La adesione all’ONU o alla UE, dunque, sta rendendo fluida la Neutralità, che potrebbe interferire, però, con la adesione alla NATO, perché questa è una organizzazione militare, quantunque di difesa.

La Svizzera, neutrale sin dal Congresso di Vienna del 1815, non è un Paese NATO. Non lo sono neanche la Finlandia e la Svezia, neutrali dalla fine della Seconda guerra mondiale; ma questi due Paesi, preoccupati per le mire imperialistiche di Putin, hanno presentato le loro domande di adesione alla NATO, per porsi sotto il suo scudo protettivo.

Da un recente sondaggio - “Sicurezza 2022” - del Politecnico federale di Zurigo, eseguito dall'Accademia militare (ACMIL) della Svizzera e dal suo Center for security studies, è emerso che: per il 58% della popolazione di questo Stato, in Europa, i conflitti armati saranno sempre più frequenti; il 52% è favorevole ad un avvicinamento alla NATO; il 35% è convinto che una alleanza di difesa europea aumenterebbe la sicurezza del Paese più della neutralità.

Al monito di Wiesel, per il quale essere neutrali significa schierarsi dalla parte degli oppressori, aggiungiamo anche la voce di una parte significativa di un popolo neutrale da sempre, per il quale la neutralità non rende sufficientemente sicuri, per concludere così: occorre rivedere gli ingredienti della Neutralità, perché possa continuare ad essere ricetta di elezione per la pace.

Si vales, vàleo.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 23/07/2022