L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Giancarlo Guerreri: considerazioni fuori dal coro

L’uomo si comporta da più di due millenni come se fosse il padrone assoluto della Terra

Una grave responsabilità è da imputare ad una lettura troppo letterale delle Sacre Scritture, dove l’Uomo deve essere posto al centro dell’Universo e dominare impunemente su tutta la Natura.

Nella Bibbia, l’Opera più famosa del mondo, se ne parla nel Libro della Genesi, dove vengono presentate due interpretazioni: il Racconto sacerdotale e il Racconto jahvista.

Nel Racconto sacerdotale il compito assegnato all’uomo dal Creatore è piuttosto chiaro: l’uomo è per natura diverso dagli altri esseri viventi, in quanto Dio l’ha posto per dominare “sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” e gli ha dato espressamente il compito di soggiogare e dominare la terra e tutti gli esseri viventi.

Si tratta più precisamente di ciò che, secondo la Bibbia, successe il quinto e sesto giorno:

…il quinto giorno venero creati gli esseri marini e gli uccelli, e furono benedetti perché potessero moltiplicarsi…

…il sesto giorno furono creati gli animali terrestri ("bestiame, rettili e bestie selvatiche"); fu poi creata l'Umanità a immagine e somiglianza di Dio affinché dominasse sugli animali, benedicendone la prosperità

Nel Racconto Jahvista la differenza tra Uomo e Cosmo è più marcata perché l'uomo è creato per primo e tutto il resto viene creato in sua funzione: per il suo nutrimento le piante e per la sua compagnia gli animali. Dando il nome agli animali l'uomo viene proclamato signore di tutto il creato.

Questa introduzione, piuttosto nota e forse scontata, ha condizionato la storia del pensiero etico dell’uomo attraverso decine di secoli, donandogli una “licenza d’uccidere” che lo assolveva da ogni sopruso e crudeltà perpetrata nei confronti di una natura con la “n” volutamente minuscola.

Il delirio di onnipotenza si è consumato per lunghissimo tempo, alimentando quel senso di potere donato dall’Alto, che lo assolveva da ogni azione nefasta o violenta contro una natura che veniva percepita come fonte inesauribile di ricchezza e di prosperità.

Per molti secoli i danni risultarono limitati dalla mancanza di una adeguata tecnologia che permettesse all’uomo di esercitare una pressione eccessiva sull’ambiente.

Tuttavia durante il XVIII secolo, in pieno Illuminismo, la Ragione divenne schiava della Tecnologia e soprattutto dell’Economia. Fu così che l’Età dei Lumi azionò quel gigantesco volano che si poneva come obiettivi il miglioramento della qualità di vita dell’uomo e un aumento della prosperità economica.

Programmi condivisibili e sicuramente ambiziosi che nascondevano, tuttavia, una sinistra quantità di “effetti collaterali” o meglio di “danni collaterali”.

L’Umanesimo stava lasciando il posto alla Tecnologia, l’Uomo contava sempre di meno.

Si passò da una Cultura rinascimentale, dove le Arti erano espressioni di un “Quid” spirituale e metafisico, alla divinizzazione di Techne, ovvero di quelle scienze che venivano incluse nel termine Tecnologia, che ottennero un grande rilievo nel XX secolo in concomitanza con la seconda rivoluzione industriale.

Nel 1937, il sociologo americano Read Bain ci regalò una calzante definizione: «la tecnologia include tutti gli strumenti, macchine, utensili, armi, strumenti musicali, abitazioni, abiti, dispositivi di comunicazione e trasporto e l'abilità attraverso la quale noi produciamo e usiamo queste cose».

Da questa definizione, ancora utilizzata dagli studiosi contemporanei, emerge una finalità molto precisa della tecnologia mirata al benessere dell’uomo, ma non fa alcun cenno al rispetto degli equilibri ambientali.

La natura continua ad essere scritta con la “n” minuscola.

Prosa, poesia, pittura, musica, scultura manifestano ancora le proprie eccellenze, ma l’occhio e il cuore dell’uomo vengono sempre più affascinati dalle seducenti esperienze tecnologiche che sembrano soddisfare i nuovi appetiti della Mente.

Non voglio cadere in una patetica retorica post moderna di matrice nostalgica, come sappiamo tutto evolve e non ci si bagna mai nella stessa acqua del fiume.

Vorrei invece sottolineare che la freccia dell’attenzione si rivolge sempre di più verso l’egoistico benessere dell’Individuo e della Società, e sempre meno verso gli inevitabili “danni collaterali” ai quali abbiamo in precedenza accennato.

Nell’odierno ordinamento governativo mondiale gli interessi delle singole nazioni sono indirizzati verso la supremazia politico-economico-militare. Non ci sono altre priorità. A questa nuova “Trinità” si è disposti a concedere tutto.

Il trinomio dell’ordinamento governativo assurge a novella religione e tutto ciò che tende a svelarne i piani segreti o a rivelare gli inevitabili scheletri presenti in troppi armadi, viene demonizzato e neutralizzato con la forza o con la “convinzione”.

Il “Pensiero Unico” diventa il nuovo dio che gestisce i vari demiurghi presenti nelle stanze di potere.

Prevedere quello che potrà succedere nel breve periodo è assolutamente impossibile, e forse addirittura inutile.

La Natura, quella con la “N” maiuscola non si preoccupa minimamente dell’uomo o dell’umanità, noi siamo gli unici a doverci preoccupare di noi stessi.

Spesso sentiamo dire che la Natura soffre per l’intervento di individui criminali che ragionano solo in termini di profitto e che non si curano di ciò che sta accadendo all’ambiente. Non è assolutamente vero!

La Natura, e dopo darò qualche dato a proposito, è assolutamente indifferente al benessere dell’Uomo, come lo è verso qualsiasi altro essere vivente e non.

Siamo noi, noi esseri umani, che abbiamo tutto da perdere. La Natura ci guarda e sorride come si fa con i stolti che inconsapevolmente si versano il veleno nel bicchiere prima di portarlo alla bocca.

Smettiamo di ragionare in termini antropocentrici… anche se riuscissimo a devastare l’intero Pianeta fino a renderlo invivibile, dopo qualche milione di anni la Natura riproporrebbe sicuramente nuovi scenari e nuovi ambienti che, con la massima probabilità darebbero origine a nuove forme di viventi molto diversi dalle specie attuali.

Qualche dato poco confortante ma assolutamente realistico:

La Terra si formò circa 4,5 miliardi di anni fa, circa un terzo dell’età dell’Universo (13,5 miliardi di anni).

La formazione della Terra e la contemporanea formazione del Sole e degli altri corpi del sistema solare si originò per contrazione di una nebulosa di polvere interstellare.

La nebulosa diede luogo ad un disco primitivo di polveri e gas con il Sole al suo centro ed i pianeti in formazione per accrescimento di materiale, in orbita intorno alla nostra stella.

Fu in questo periodo che si formò la Luna, probabilmente a causa di un impatto catastrofico tra la Terra ed un altro planetoide in formazione. Lentamente il nostro Pianeta si raffreddò ed acquisì una crosta solida nella quale presero forma i primi continenti.

Il continuo, incessante cadere sulla sua superficie di meteoriti e comete di ghiaccio rifornì la Terra di un'enorme quantità di acqua che creò gli oceani, mentre l'attività vulcanica ed il vapore acqueo crearono una primitiva atmosfera, formata da gas come anidride carbonica, idrogeno, acido solforico e altri, che attualmente sarebbero letali per la vita.

Inizialmente l’atmosfera era priva di ossigeno.

All'inizio la vita cominciò sotto forma di organismi monocellulari, ma in seguito si svilupparono esseri pluricellulari, e si creò un processo evolutivo superiore che utilizzava l’energia del Sole per creare zuccheri: la fotosintesi e che fornì di ossigeno l'atmosfera, che in quel periodo era un veleno potentissimo, e portò alla creazione di uno strato di ozono.

L’Evoluzione aveva avuto inizio.

Se trasformassimo in 24 ore i 4,5 miliardi di anni dell’età della Terra troveremmo delle incredibili sorprese:

0:00 a mezzanotte iniziano le danze

4:00 origine della vita

14:08 alghe unicellulari

20:28 alghe marine

21:52  piante terrestri

22:56 dinosauri

23:39 mammiferi

23:58 Uomo

In questa visione arbitraria ma coerente con il susseguirsi delle ere geologiche nelle 24 ore di esistenza della Terra, l’Uomo compare negli ultimi 2 minuti, (2 milioni di anni fa) e inizia a far danni 200 anni fa, quindi un 166° di secondo delle 24 ore, una frazione di tempo assolutamente trascurabile…

Non preoccupiamoci quindi della Natura e della sua salute negli ultimi centesimi di secondo, un nulla assoluto se paragonato alle 24 ore della nostra metafora, preoccupiamoci invece di noi, di noi umani e del ramo sul quale siamo seduti e del perché lo stiamo tagliando…

 

…«Segavano i rami sui quali erano seduti e si scambiavano a gran voce la loro esperienza di come segare più in fretta, e precipitarono con uno schianto, e quelli che li videro scossero la testa segando e continuarono a segare.»
                                                                                        -Bertolt Brecht-

 

      Giancarlo Guerreri

            Editorialista

 

                  

 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/08/2022