Biancaneve e i sette nani

Fiaba o realtà nascosta?

Una volta le fiabe erano raccontate soprattutto per gli adulti, ora invece sono relegate a raccontini fantasiosi per bambini. Abbiamo dimenticato l’irrazionale, abbiamo esiliato i desideri e i sogni.

Non frequentiamo quella parte di noi da dove è possibile sprofondare nell’inconscio, perché non siamo in grado di controllare e renderla conforme a quello che ci viene richiesto dal mondo circostante.

Un salto nel buio dove pulsano gli archetipi.

L’intuito cioè la capacità di avvertire, comprendere e valutare con prontezza un fatto o una situazione, si lega strettamente alla memoria, non solo nostra; ma è anche frutto del vissuto che ci hanno trasmesso i nostri progenitori.

Se sappiamo usarlo senza troppe impalcature razionali, è lo strumento migliore che abbiamo per sondare le interpretazioni di chi ha approfondito prima di noi gli argomenti a cui ci avviciniamo: è un’operazione che ci è sicuramente utile per essere guidati e affinare la percezione, utilizzandola in ogni ambito.

La conoscenza supportata dall’intuito ci porta a penetrare più profondamente gli archetipi, i simboli e i significati esoterici racchiusi nelle antiche Favole dell’Umanità.

Biancaneve e i Sette Nani è una delle più famose favole del mondo, popolarmente conosciuta come opera dei Fratelli Grimm, tradotta poi nel film di animazione di Walt Disney (vincitore del premio Oscar nel 1937); ispirata, come molti racconti degli autori, a leggende e storie della tradizione tedesca.

La versione che viene oggi universalmente raccontata è quella più fruibile da parte di un pubblico anche non adulto, e venne pubblicata per la prima volta nella raccolta dei Fratelli Grimm del 1857.

E c’è chi ha voluto indagare sulla genesi nascosta dietro alla fiaba…

Nel 1994, lo storico tedesco Eckhard Sander ha pubblicato il saggio “Schneewittchen: Marchen oder Wahrheit?” (Biancaneve: è una fiaba?), sostenendo di aver scoperto un possibile intreccio da cui era stata tratta la narrazione.

Si tratta della contessina Margaretha von Waldeck, nata da Filippo IV, conte di Waldeck-Wildungen e dalla prima moglie nel 1533, all’età di 16 anni costretta dalla matrigna ad allontanarsi dalla casa paterna e andare in semi-esilio a Bruxelles.

Lì Margaretha si innamorò di un principe che sarebbe poi diventato Filippo II di Spagna, contro il volere del padre e della matrigna. La relazione era infatti “politicamente scomoda”, e la ragazza morì misteriosamente a soli 21 anni, a quanto sembra mediante avvelenamento.

I resoconti storici indicano come probabile mandante dell’omicidio il Re di Spagna, che si oppose alla storia d’amore fra il figlio e la ragazza, e che inviò agenti speciali spagnoli ad uccidere la giovane Margaretha.

“Biancaneve e i sette nani” dei fratelli Grimm sarebbe una versione leggermente alterata della triste storia della principessa tedesca dove però il rapporto conflittuale del femminile entro mura domestiche rimane alla base del racconto. La matrigna cattiva che avvelena con una mela la principessa il cui nome indica la purezza di un femminile incontaminato, è un manifesto simbolo della Grande Madre che nutre e divora.

La fiaba fa anche affiorare il tema della creazione e della nascita del tempo.

A Walt Disney, studioso di esoterismo, non sfuggì la rappresentazione del sistema solare nella formazione dei sette nani a cui attribuire i sette pianeti.

Il primo è Dotto, il sapere, la conoscenza che si trova nel cuore e che è significativa del Sole.

Mammolo con la sua timidezza, il suo nascondersi, il non svelarsi appare come principio femminile, la Luna che presiede il lunedì.

Brontolo, l’iracondo è Marte collegato al martedì

Cucciolo, piccolo e giovane, è Mercurio (mercoledì), dio portatore dei segreti meno decodificabili, più reconditi.

Poi Gongolo, il festoso Giove (giovedì) dall’intramontabile ottimismo ed Eolo legato ai venti, al potere dell’Amore attraverso il contatto con Venere (venerdì) e infine il saturnino Pisolo, giorno del riposo e del sonno.

Biancaneve giunge come ottavo elemento, che esprime il concetto dell’infinito come eterno ritorno.

Con l’arrivo della principessa i sette nani vengono risucchiati in una dimensione diversa dove tutto cambia per polarizzarsi in una frequenza più alta, dove non vivono solo il tempo del lavoro in un bosco che li contiene senza dar loro modo di vedere un’altra realtà.

Iniziano a provare sentimenti, esulano dalla routine e vengono vivificati dall’amore reciproco.

Con la parola AMORE compare anche il suo contrario la MORTE che ha nella matrigna il suo testimone: il simbolo delle forze oscure che cercano di inibire il giusto fluire dell’esistenza.

Il torpore del sonno che coglie Biancaneve è fatale affinché la fanciulla possa passare dal limbo della non-conoscenza alla consapevolezza nell’incontro con il principio maschile.

Lo Spirito che dà vita all’Anima per il Viaggio nell’Infinito…

Così il mondo dei sette nani può passare da uno stadio embrionale di tempo ciclico settimanale a quello di un raggiungimento temporale senza l’interruzione della continuità.

È fiaba o realtà il mondo in cui stiamo vivendo? Gli elementi ci sono tutti, dalla crudeltà di uno stato che ci avvelena, per di più facendoci firmare un “consenso informato” senza alcun valore giuridico, visto che la composizione del siero e sconosciuta (segreto militare); alle formazioni di piccoli gruppi di mutuo soccorso fin dall’inizio della “pandemia”; al principe azzurro che verrà a svegliare Biancaneve… e a questo proposito non ci resta che aspettare, con una certa ansia, un extraterrestre di buona volontà.

 

  

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Articolo pubblicato il 23/08/2022