Giornata mondiale delle Nazioni Unite

Impegni presi e disattesi

Sono tante le ricorrenze e gli eventi che prevedono la esposizione della bandiera dell’Italia, all’esterno degli edifici pubblici, con quella della Europa Unita. Il 24 di ottobre al loro fianco, come disposto dal nostro Presidente della Repubblica con decreto del 7 aprile 2000, deve esserci anche la bandiera delle Nazioni Unite, che è simbolo universale degli ideali condivisi di pace e di sicurezza internazionale.

Fu in questo giorno del 1945 che, nella Conferenza di San Francisco, 50 Paesi sottoscrissero l’impegno ad una cooperazione globale, al di là delle opinioni politiche e delle convinzioni religiose, basata sul principio della sovranità e della uguaglianza di tutti gli Stati, per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Nel mondo ci sono oggi circa 200 Stati; di questi, ben 193 sono ormai membri della Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

La Carta di queste Nazioni, che attesta i principi basilari del diritto internazionale quali il rispetto reciproco tra gli Stati, l'integrità territoriale, la sovranità degli altri Paesi e la non ingerenza negli affari interni altrui, quel 24 ottobre del 1945 fu firmata tanto dall’ Ucraina, quanto dalla Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), poi Federazione Russa dalla fine del 1991.

Precedente storico di rilievo della Conferenza di San Francisco fu la Conferenza di Jalta, in Crimea, nella quale, alcuni mesi prima, quando la Germania era ormai prossima al collasso per la guerra in corso, si erano incontrati Franklin Delano RooseveltWinston Churchill e Iosif Stalin, in rappresentanza degli Stati Uniti d'America, del Regno Unito e dell'Unione Sovietica, potenze risultate vincitrici della Seconda Guerra Mondiale; per alcuni storici, Jalta segnò l’ultimo momento di franca collaborazione tra questi Stati.

I tre si erano già incontrati a Teheran a fine novembre del 1943 dove, preso atto della “responsabilità suprema che grava su di noi e su tutte le nazioni unite di fare una pace che comanderà la buona volontà della massa schiacciante dei popoli del mondo e bandirà il flagello e il terrore di guerra per molte generazioni” avevano deciso di lavorare “insieme nella guerra e nella pace che seguirà”.

Furono certo i 70 milioni di morti tra le opposte fazioni di quella guerra mondiale, la Seconda nella Storia, e le sue immani distruzioni, che spinsero quelle alte personalità ad una intesa globale, ormai indispensabile, per creare una organizzazione internazionale basata sul principio della sovranità e della uguaglianza di tutti gli Stati e finalizzata al mantenimento della pace nel mondo. L’ONU nacque dunque con questi obbiettivi: il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, la protezione dei diritti umani, la fornitura di aiuti umanitari, la promozione dello sviluppo sostenibile, il rispetto del diritto internazionale. Questi impegni, in modo formale dinnanzi al mondo, furono tutti assunti dagli Stati firmatari che fondarono l’ONU e quindi sottoscritti da tutti gli altri Stati che vi hanno aderito dopo.

“Pacta sunt servanda”: i patti, i trattati, gli accordi e le intese tra gli Stati vanno rispettati dagli stessi. Questa massima latina universalmente riconosciuta sintetizza uno dei principi fondamentali del diritto internazionale  e presiede alle relazioni tra gli Stati.

A questo principio si riferisce l’art. 26 della Convenzione sul diritto dei trattati stipulata a Vienna il 23 maggio del 1969, nel quale si legge: “Ogni trattato in vigore vincola le parti e deve essere da esse eseguito in buona fede”.

Tanto questa Convenzione quanto quella costitutiva dell’ONU sono state sottoscritte dalla Russia, ma Putin ne ha perduto la memoria: demenza senile o arroganza per troppo potere?

Si vales, vàleo.

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Articolo pubblicato il 18/10/2022