L’universo sconosciuto in cui si avvicenda la nostra esistenza con e senza il corpo.

Passiamo la nostra vita ignorandone quasi del tutto ragioni e leggi che c’è da chiedersi come facciamo a continuare ad esistere anche solo per un istante.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 66 del 07.12.2021 che è stato suddiviso in 9 articoli. Questo è il n°1.

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Benvenuti!

Ho appena finito di ripassare gli appunti della scorsa volta e in relazione a ciò cercherò di mettere ancora altri elementi per continuare questo assemblaggio di informazioni un po’ strane, inconsuete. In precedenza abbiamo detto che non abbiamo solo un corpo fisico ma che il nostro sistema è composto da più corpi. In realtà non si tratta di corpi distinti; sono tutti uno dentro l’altro, si compenetrano, funzionano insieme e non possono essere distinti come possiamo fare con le gocce d’acqua del mare. Ma a causa della nostra limitatezza mentale abbiamo bisogno di identificarli come separati per capirne senso e funzioni, di schematizzare tutto questo in un modo sufficientemente comprensibile. Il corpo fisico ci accumuna al regno minerale della natura, alle rocce, alle pietre, alle componenti fisico-chimiche dell’ambiente, quello energetico al mondo vegetale, quello dei desideri a quello animale, mentre quello mentale, ancora in embrione, dovrebbe essere prerogativa solo dell’essere umano e dovrebbe renderlo distinguibile dagli altri regni naturali per scopi e funzioni specifiche. L’insieme di questi corpi o aggregati è in grado di interrelarsi e comunicare con gli aggregati simili di altri esseri viventi o esistenti nel contesto in cui viviamo. La modalità adottata per queste azioni è quella del simile attira simile, ma attraverso polarità inverse. Dopo aver ricordato ciò, per ora lo mettiamo da parte e proseguiamo. Questa sera l’argomento tratterà più nello specifico la vita e la morte, poiché è necessario comprendere meglio perché ho affermato che è il figlio a scegliere i genitori e non viceversa. Quindi i genitori partecipano solo per la parte che viene richiesta loro. Tra le tre entità si stabiliranno rapporti che potranno durare tutta la vita ed anche oltre, ma comunque fatti sulla base della scelta di colui che dovrà nascere. Ovviamente ricordo che questa non è una scelta puntuale, di dettaglio, non ha niente a che vedere con le modalità con cui noi siamo soliti fare scelte, sulla base di criteri razionali o emotivi, ma piuttosto una specie di scelta di campo, un indirizzo di massima, un orientamento di base, di larga massima e per alcune ragioni prioritarie, come necessarie a continuare il percorso di vita ereditato, sul quale si innesteranno tutte le variabili e le varianti che saranno apportate successivamente attraverso l’esperienza del nuovo nato. Ciò vale perché nessun essere umano nasce come un libro dalle pagine bianche. Se così fosse nasceremo tutti uguali, con le stesse possibilità, e solo da quel momento in avanti potremo diversificarci. 

 

Certo che non è una scelta come quella che penseremo noi con la nostra mente, con la nostra ragione, però per quanto riguarda il campo di vibrazione, a livello di vibrazione, non è che il neonato si avvicina ai genitori per affinità di vibrazione e di campo, quelli più corrispondenti?

 

Teoricamente sì! Ma non è detto che sia così anche per un’altra serie di ragioni. Ci sono molte variabili in più rispetto a ciò che noi di solito consideriamo.

 

Ho capito!

 

Molte cose noi non le conosciamo perché stiamo cominciando ad esplorare un terreno completamente sconosciuto anche se presente dentro di noi, partendo da un piccolo 5% di conoscenze più o meno coscienti rispetto ad un 95% che non sappiamo neppure che esista. È solo su questa base che iniziamo ad esplorare il resto e comprendere sempre di più.

 

Per avere un’idea di quale sia la complessità del mondo che stiamo osservando ci sono alcuni libri che qualcuno di voi ha già scaricato gratuitamente da internet o acquistato e di cui vi darò nuovamente i riferimenti. Servono solo a tale scopo poiché le cose sono in eterno divenire e non si cristallizzano in uno stato inalterabile per sempre. Per questo siamo noi stessi a dover indagare in merito rispetto alle nostre necessità e possibilità. Perché diversamente è difficile comprendere qualsiasi altro aspetto rispetto a quello che siamo abituati a vivere nella nostra vita secondo schemi consolidati. Nessuno normalmente si chiede da dove arriviamo, perché facciamo quello che facciamo, per cui comprenderete che quando si comincia a guardare dove non si è mai guardato, difficoltà ed errori sono frequenti. C’è di tutto e di più insieme ai trascorsi esperienziali di tutta l’umanità, c’è perfino quello che non appartiene all’umanità, ma tutto quello che vive ed esiste in ogni dimensione conosciuta e sconosciuta. Basti solo pensare al fatto che noi, nella nostra dimensione, non percepiamo i suoni che percepisce un cane che vive nella nostra stessa dimensione. Allo stesso modo non percepiamo lo spettro visivo al di sotto degli infrarossi e al di sopra degli ultravioletti.

 

 

Stati di vibrazione della materia presenti insieme a noi in questo momento, ma che noi non percepiamo. Sarebbero percepibili solo attraverso organi sensoriali in grado di catturarli ed elaborarli. Ma non dai nostri sensi allo stato attuale, poiché non adatti. Quindi il nostro campo di osservazione naturale è assai limitato rispetto a tutto ciò che esiste a causa dei nostri sensi limitati. Se parliamo del 5% di tutto, di questo 5% i nostri sensi sono in grado di percepire solo un altro piccolo 5%: il 5% del 5%. Un’inezia. Considerate questa proporzione di conoscenza osservabile simile alla proporzione tra la massa della terra e l’intero universo. Una proporzione ridicola. Ma questo non significa che non possiamo accedere a queste informazioni. Vuol dire che noi non lo facciamo abitualmente perché, al momento, siamo convinti che ci basta usarne una piccolissima parte e non ci facciamo domande relative ad altro.

 

 

Tanto è vero che mentre nel nostro cervello passano milioni di informazioni al secondo, solo poche migliaia vengono processate e trasformate in pensieri e quindi ciò che possiamo “vedere” sotto tale forma è estremamente limitato. Ciò detto e per aggiungere un po’ di complicazione semplice, perché, anche se i concetti non sono così astrusi, sono completamente nuovi per chi ascolta per la prima volta, prendiamo in considerazione come avviene il continuo processo tra la vita e la morte, a causa del quale, come detto in precedenza, anche se muore il nostro corpo, in realtà l’essenza non muore mai e continua le sue esperienze. Ricorda un po’ il classico concetto di reincarnazione, non solo come tramandato in oriente ma presente anche nel cattolicesimo fino ad una certa data, oltre alla quale fu abolito dalla dottrina. Non si tratta di ciò; si tratta di un processo molto più articolato e meno semplicistico. Non si tratta infatti né di una continuità di un corpo in un altro, né dello stesso corpo che rinasce. Per tentare di acquisire una sufficiente comprensione dell’argomento cominciamo col dire quindi che non si tratta di continuità del nostro corpo fisico, quello in cui siamo abituati a vivere e nel quale ci identifichiamo. Ma ci riferiamo ad un qualcosa di altro che contiene anche il corpo fisico. Spero di riuscire a semplificare se vi chiedo di immaginare una di quelle grandi ruote panoramiche presenti in alcuni parchi gioco o in città come Vienna o Cesenatico. Queste ruote sono dotate di cabine disposte sulla loro circonferenza e, ruotando a velocità costante, le portano continuamente in alto e in basso facendole passare per tutte le posizioni intermedie. Dentro le cabine ci sono gli utenti che, seguendo il movimento della ruota, hanno la possibilità di vedere il panorama da diversi punti di vista. Bene, possiamo considerare ognuno di noi come l’occupante di una di queste cabine la cui forma è una sfera di circa 16 metri di diamentro.

 

 

La cabina ed il suo occupante rappresentano il nostro intero essere, un essere umano propriamente detto perché non limitato solamente ad un corpo fisico e neppure ai suoi corpi sottili, ma comprensivo di altri componenti importanti, anche se apparentemente inesistenti, perché invisibili e non percepibili dai sensi comuni. In sintesi l’essere umano vero e proprio è un universo in miniatura. La cabina è simile ad una sfera trasparente di circa 16 metri di diametro. Noi siamo al suo centro e siamo l’elemento in grado di dare movimento all’insieme. Una specie di manovratore che esegue ordini. E per il momento cominciamo così, per non complicarci troppo la situazione. Questa ruota continua a girare. Ora dividiamola in otto spicchi corrisponenti ognuno a circa cento anni di tempo così come lo misuriamo normalmente. Uno solo di questi spicchi o settori, cioè circa cento anni, rappresenta la nostra vita, la durata della nostra vita dotati di un corpo fisico materiale tangibile con i sensi. Le altre sette parti appartengono sempre della vita, ad una vita, ma si svolgono senza l’apporto di un corpo fisico e degli altri corpi annessi che man mano si dissolvono successivamente al corpo fisico dopo la morte. Vediamo allora cosa succede. La ruota è in perenne movimento. Non si ferma mai. Su questa ruota ci sono una infinità di cabine o globi come quello a cui apparteniamo come abitanti. Tanti globi, tante persone. Che fanno un giro? No! A fare un giro sono i globi mentre chi li abita lo fa solo per il periodo in cui il globo li contiene al suo interno, cioè solo per circa cento anni. Quando l’entità essere umano completo che deve fare l’esperienza di vita entra in quello spicchio in cui ha necessità di avere un corpo fisco, e gli altri suoi corpi annessi, ecco che vi nasce attraverso l’apporto dei suoi genitori, ovvero all’interno del globo si materializza un corpo. Appena nasce cominciano a materializzarsi anche gli altri corpi. Tutto avviene durante il transito del globo in quel settore. Terminato il tempo di percorrenza di quel settore e terminata la possibilità di utilizzare quel corpo fisico, giunto il momento che noi chiamiamo morte, quel globo comicia a perdere il corpo fisico e successivamente tutti gli altri corpi.

 

 

Non c’è che dire: le cose sono un po’ più complesse di come ci piacerebbe che fossero. Ma ogni cosa ha la sua ragione di essere, come man mano comprenderemo sempre meglio. Basta perseverare nella ricerca e nell’osservazione senza smettere di fare lo sforzo di comprensione necessario e non temere di sperimentare direttamente nel quotidiano cose che sembrano inutili o fantasiose. 

 

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto, schemi e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 06/11/2022