L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Sfarfallamento

Il caso delle ginnaste azzurre accende i riflettori - e la riflessione - sugli eccessi dell’agonismo e sull’ipocrisia dell’educazione sportiva, l’ambiente e altri grossi guai

Mens (in)sana in corpore (in)sano. Tralasciando per un momento, coll’ultima frecciatina, i gravi ed urgentissimi problemi – ossia, notoriamente, i rave, il tetto al contante e le ong – che affliggono il popolino bovino (vaccinato o no-vax) del peninsulare Belpaesello dello Stivaletto, cui il fascinoso esecutivo melonico, con italica fraternità, si sta prodigando di fornire pronta risposta, ci colpisce il caso delle ginnaste azzurre, che offre lo spunto per accendere i riflettori – e la riflessione – sugli eccessi dell’agonismo e sull’ipocrisia dello sport “educativo”: se lo spac/cato di presunte angherie, umiliazioni e plagi, denunciati dalle fanciulle e dalle famiglie, appare impressionante, emerge che spesso sono proprio i genitori, a compensazione delle proprie frustrate ambizioni giovanili, a spingere, o costringere, i figlioletti ad esasperati tour-de-force di allenamenti massacranti e competizioni sempre più impegnative, per primeggiare sugli altri (certo non per limitarsi a “partecipare” decoubertianamente), in ogni campo. Noi godiamo inorgogliti quando i nostri atleti si coprono di medaglie di metallo pregiato, all’ombra del tricolore sventolante (e… fiammeggiante), sul podio, magari con le auree note dell’Inno di Mameli, però poco o niente c’importa di quel che sta dietro a tali spettacolari risultati.

 

Dimagrire all’inverosimile, per volare artisticamente in gara e trionfare. Un bruciante sfarfallio di falene?

 

Queste considerazioni valgono per molte discipline e a maggior ragione man mano che si sale di livello categoriale e geografico, dalla pista regionale allo stadio olimpico: ricordiamo le mascoline virago dell’ex Germania Est, scientificamente superpotenziate da incentivi ormonali, le performance dopate nel ciclismo e le incredibili muscolature “aliene” di alcuni tennisti, podisti o lottatori (donne incluse, ovviamente), ma anche le gonfiature dei bilanci (sbilanciati) delle squadre di Serie A (e il Club dei Milionari della Nazionale in tacchetti, dopo aver conquistato miracolosamente il titolo europeo, manco si è degnato di qualificarsi ai Mondiali di Calcio 2022, che cominceranno ufficialmente domenica prossima, 20 novembre, a Doha, futuristica capitale del Qatar, emirato arabo non precisamente famoso per il rigoroso rispetto di diritti civili e libertà moderne!...); persino nella palestrina di quartiere, senza esigenze professionali di esibizione o concorso, i numerosi narcisistici culturisti dilettanti si imbottiscono di nocivi anabolizzanti per “bombarsi. La parola-d’ordine è una sola: vincere! Vincere, vincere, vincere! A tutti i costi. Pure contro nessuno.

 

Così non è infrequente che, specie negli adolescenti, s’instaurino perversi meccanismi di squilibrio nella percezione dell’aspetto fisico, con connessi disturbi alimentari (anoressia, bulimia, abbuffate compulsive), assai pericolosi e diffusi nell’odierna vita sociale – e social – ai quattro angoli del Globo: una distorta relazione tra psiche e soma, incompatibile col celebre motto latino, richiamato all’inizio dell’articolo, e paragonabile all’atteg/giamento schi/zo-frenico con cui affrontiamo l’irrimandabile questione climatico-ambientale, ormai prossima all’irreversibile tipping point della catastrofe planetaria (col rischio che la vanagloriosa ed improvvida Umanità si estingua a breve e duri sulla Terra un battito-di-ciglia d’un dinosauro, la cui spremuta fossile ingurgitiamo per riempire serbatoi e termosifoni ed intossicarci mortalmente). In merito, la faraonica piramidale montagnola propagandistica della COP-27 di Sharm el-Sheikh (nell’irregimentata Repubblica d’Egitto di Al-Sisi e dei dissidenti detenuti Abdel Fattah e Patrick Zacki, alla memoria perduta di Giulio Regeni), orfana degli inquinanti leader Xi Jinping e Narendra Modi (comunque rappresentati dalle rispettive delegazioni cinese e indiana), mentre snobba l’invadente zarino Ras-Putin (persona non grata) e s’onora di ospitare il vecchietto pimpante zione d’America Biden, mez/zo azzop/pato dalle elezioni, genererà l’abituale sorcetto farsesco di risibili bla-bla-bla di facciata? Un’insipienza, nutrita di dannata avidità, che, a bordo della medusiana zattera di Caron dimonio, con occhi di bragia, ci menerà fatalmente su la trista riviera d’Acheronte, quindi ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo (Dante, Inferno, III, 78-87).

 

Speranza sottozero.

 

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/11/2022