L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Giancarlo Guerreri: la Bellezza salverà il mondo?

Da “l’Idiota” di Dostoevskij, qualche spunto di riflessione

Secondo i calcoli di illustri astrologi versati nell’arte delle previsioni di fatti futuri, le congiunzioni astrali di questo orrendo momento storico ripropongono quelle che nel 1944 diedero il via al conflitto bellico di cui possediamo ancora triste memoria.

Pandemie di origine misteriosa, guerre sotto casa, effetti di una pericolosissima economia basata sulla globalizzazione delle risorse e sulla riduzione della biodiversità, inquinamenti delle terre e dei cieli, dai quali piovono improbabili sostanze chimiche, arsenali atomici che potrebbero cancellare la vita sulla Terra almeno una decina di volte… Questo è, ad oggi, l’inquietante palcoscenico sul quale rischiamo di veder rappresentata la fine della nostra umana commedia.

Volgendo lo sguardo intorno possiamo osservare che la “Bellezza”, intesa come euritmia cosmica, sta svanendo nel nulla.

Ci dovremo domandare se questa percezione di evidente assenza di armonia sia un fattore reale e oggettivo, oppure la proiezione di un nostro disagio interiore che emerge per motivi apparentemente sconosciuti.

La Natura nei pochi luoghi non ancora contaminati dall’Uomo sembra aver mantenuto quelle espressioni di perfezione armonica che caratterizzano le forme narrate nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande.

Non arrendiamoci e non abbandoniamo l’idea di rinunciare a considerare gli scenari naturali degli autentici palcoscenici in grado di rappresentare il Bello, inteso come perfezione metafisica e geometrica dell’Universo.

L’Armonia è quell’aspetto della Bellezza che emerge magicamente da ciò che osserviamo concedendoci di vederlo.

Un po' come avviene quando entriamo in un luogo affollato, immerso nella paludosa cacofonia di rumori o vacui discorsi, e ci accorgiamo che da quel caos pare affiorare una nota melodia musicale. Il passivo sentire diventa un attivo ascoltare e la melodia che ora udiamo distintamente emerge e cancella il rumore di fondo.

L’Uomo è quindi in grado di connettersi alla Bellezza e di percepire l’Armonia perché Bellezza ed Armonia sono dentro di sé.

 

La Bellezza salverà il mondo?

 

Probabilmente non sarò stato l’unico, l’anno scorso, a non celebrare il bicentenario della nascita di Fëdor Dostoevskij (11 novembre 1821 - 9 febbraio 1881).

Lo scrittore russo ne “l’Idiota”, intende creare una relazione intima tra il Bello ed il Buono: “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui.”

 

La Bellezza salverà il mondo?

 

A rivolgere queste parole al principe Miškin, protagonista del romanzo, è il giovane tormentato Ippolit. 

Dostoevskij pone questo doloroso interrogativo che esprime il peso della gravità del riscatto dell’intero mondo. Nel romanzo si percepisce una cappa di violenza e di morte che grava sui personaggi e sulle loro torbide vicende amorose, destinate a precipitare da un momento all’altro, nella completa catastrofe.

E’ possibile affrancarsi dal male?

San Francesco trova nella Bellezza dell’ estasi religiosa, una risposta a questa domanda:

“Tu sei bellezza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.”

 

Porre, come San Francesco, la bellezza in relazione con un sentimento di amore divino in grado di connettere l’Uomo con Dio, creando un rapporto diretto e inscindibile, significa anche ammettere l’esistenza di una affinità profonda tra l’Uomo e la divinità che può, in momenti di estasi profonda, trasformarsi in autentica identificazione mistica.

 

La Bellezza assume un ruolo determinante per uscire dalla disperazione dell’esistenza, una sorta di catalizzatore che attiva il riconoscimento della parte più profonda del nostro Essere, definita per antonomasia bella, buona e colma di armonia.

Utilizzando il Principio di analogia e di affinità se sapremo ancora cogliere in “senso del bello”, potremo forse emergere da questa situazione di pesantezza cosmica che sembra aver sporcato ogni cosa e ogni pensiero.

La pregiudicata situazione generale, attualmente, non riguarda forse uomini, donne ed eventi che sembrano allearsi per porre fine alla vita sul Pianeta?

Queste domande dovremmo porle a noi stessi, protagonisti di questo preciso momento storico, senza neppure dover disturbare Dostoevskij.

Il vero problema, a mio modesto avviso, è che il condizionamento mediatico al quale siamo costantemente sottoposti da giornali e televisioni di Regime, determina quel fastidioso “rumore di fondo” che impedisce alla mente di “connettersi” con quel Quid presente nei Piani Alti.

 

Possiamo affermare senza esitazioni che siamo meglio di quanto sembriamo e che se venissero meno certi condizionamenti, probabilmente, potremmo far emergere senza troppa difficoltà, quelle qualità che fanno parte dell’intelligenza del cuore.

 

Pensiamo per un attimo a quel meraviglioso senso di stupore che ci coglieva da bambini quando di fronte ad uno spettacolo di Madre Natura come un tramonto, un fiore, una mareggiata, un cielo stellato restavamo in silenzio quasi senza respirare.

 

Privati da tutte quelle incrostazioni mentali che ci hanno procurato insegnanti di varia natura, saremmo molto simili a dei bambini che riescono ancora a stupirsi e forse commuoversi di fronte a qualcosa che appare universalmente bello.

 

Saper cogliere la Bellezza non necessita di particolari conoscenze culturali, non serve comprendere nei dettagli che la spirale di una particolare conchiglia ripropone il concetto di Sezione Aurea, esattamente come la spirale di certe galassie o la disposizione degli stami di molti fiori. Non serve sapere che i pianeti del Sistema Solare sono posti a distanze che riprendono i valori della Serie di Fibonacci.

 

Basta osservare, basta ascoltare la voce di quella parte più nobile di noi stessi che parla direttamente al cuore o all’Anima…

 

Forse non è un caso che gli antichi Cabalisti abbiano rappresentato graficamente un Albero, detto delle Sephirot, all’interno del quale posero dieci vasi in grado di raccogliere le dieci qualità considerate più importanti e più significative.

 

Le Sephirot nella Cabala ebraica sono i dieci "strumenti" di Dio (che definiamo come Or Ein Sof, "Luce Senza Limiti") attraverso cui l'Ein Sof (l'Infinito) si rivela e continuativamente crea sia il reame fisico che gli Esseri dei reami metafisici superiori.

 

Sotto la “Corona”, massima espressione della presenza divina, i cabalisti posero la Saggezza, la Comprensione, la Misericordia, la Giustizia, la Bellezza, la Vittoria, la Gloria, il Fondamento e il Regno di questo Mondo.

 

Forse non è un caso che la sesta Sephirà, Thiferet (la Bellezza), si rovi proprio al centro dell’Albero, in una posizione che potrebbe corrispondere al cuore.

 

Sono sicuro che vi siano moltissimi segnali mirati a riproporre la necessità di un risveglio di tutta l’Umanità, la necessità di una connessione con il Sacro che non deve essere assolutamente percepito come arido dogma di fede o espressione di una qualsivoglia religione, ma come apertura animica a quelle dimensioni metafisiche la cui presenza inizia ad essere avvertita da un numero sempre maggiore di persone.

 

In caso contrario, ovvero nell’ipotesi drammatica che si continui a considerare la nostra Terra come un serbatoio di ricchezze da sfruttare o una grande discarica dove gettare le nostre immondizie, saremo inevitabilmente complici di un degrado irreversibile e del fallimento di ogni progetto di vita e di evoluzione spirituale.

 

La Bellezza salverà il mondo?

 

Dipende solo da noi e da coloro che sapranno riconoscerla…

 

   Giancarlo Guerreri

         Editorialista

 

 

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Articolo pubblicato il 20/11/2022