Casamicciola, Ischia: l’isola campana, come la Penisola italica tutta, sprofonda nel dissesto idrogeologico e ideologico
Perché tuona in Campania? (Non domandando a Donne, don John – per capirci –, il citatissimo chierico-poeta secentesco inglese, la cui risposta ammonitoria ben conosciamo, grazie ad Hemingway: “Never send to know for whom the bell tolls; it tolls for thee”, secondo la nota chiosa del celebre sermone, pronunciato acciocché nessun essere-umano si sentisse un atollo sperduto nello sterminato deserto oceanico.)
Astruse enigmatiche perifrasi e parafrasi a parte, se geme Ischia, l’isola, la Penisola italiota tutt’intera – dagli alpeggi della Marmolada alle piramidali Do-lo-mi-ti sbri-cio-la-te, dal marzapane collinare ligure “rapallizzato” all’arenaria litoranea sicula franante – certo non sorride: diluvia sul fradicio (anzi marcio, anche nelle Marche, ehm…, amleticamente alludendo)… E i sindaci ed amministratori locali, funzionari e governanti centrali, che, all’ennesima drammatica fatalità, disgrazia o calamità “atmosferica”, declamano tragici epicedi, inscenano funebri lamentazioni da prefiche, strac/cian/do/si le ve/sti, con coccodrilleschi lacrimoni deplorano e implorano, imprecano e pregano, sprecano appelli e moniti, indignazione e rabbia, commozione e pietà indicibile, sono gli stessi che, dall’epoca della Magna-magna Grecia, hanno favorito e approvato, sanato e/o non ostacolato l’abusivismo edilizio più creativo, evidente e scandaloso, il pernicioso depauperamento predatorio di ambiente e paesaggio, strizzando l’occhio (serrato o acciecato) a furbetti e mafiosetti della peggior specie, in cambio di voti alle urne, nonché tralasciato e obliato il collaterale problema dell’incuria e dell’abbandono del territorio. “Ipocriti, sepolcri imbiancati!”, Qualcuno esclamerebbe!
Sfal-da-men-to materiale e morale.
Insomma, come quelli calzati dal calunniato Soumahoro (disonorevolmente colpito e affondato, sprofondato!), lo Stivaletto del Belpaesello risulta infangato dal maltempo e dal malaffare. Un dissesto idrogeologico e ideologico ineluttabile, irrefrenabile. Che non risparmia le non gongolanti gogoliane anime defunte, ossia le loro misere spoglie inumate: mentre non è stato ad oggi completamente riparato, dopo quattro anni, il vergognoso sfacelo del Verano in Roma, sembra continuare l’incredibile smottamento di palazzine di loculi, con conseguente devastazione di vicini sacelli, del cimitero di Poggioreale a Napoli (“chissà quanti morti!”, si narra abbiano subito ironizzato, col classico umorismo nero partenopeo, alcuni abitanti del rione).
Immersi nella me…lma, non ci conviene protestare e strepitare troppo, o rischiamo la brutta fine illustrata dalla barzelletta dell’uccellino nella pozzanghera. L’urlo di Munch va soffocato.
Le vittime non riposeranno in pace e resteranno senza giustizia, giacché il reato “non sussiste” (ad esempio, son stati dichiarati innocenti gli imputati per il crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia, in Molise, sciagura “strutturale” che nel 2002, durante il sisma, causò il decesso di ventisette alunni e della maestra).
In merito, allargando l’orizzonte al panorama globale, all’irrimandabile questione eco-climatica connessa, ormai prossima al punto-di-non-ritorno della catastrofe planetaria, dobbiamo amaramente registrare l’agevolmente preconizzato (ci piace profetizzare facile!) esito insulso della recente COP-27 di Sharm el-Sheikh, faraonica montagnola propagandistica che ha generato il consueto sorcetto farsesco di insignificanti bla-bla-bla di facciata; ad immagine e somiglianza dei Mondiali di Calcio 2022 – che si giocano festosamente e fastosamente nell’esuberante Emirato del Qatar, sull’erbetta insanguinata da uno stuolo di cadaveri di lavoratori stranieri sfruttati all’osso e schiattati in cantiere per “infermità pregresse” (motivazione ufficiale), nella palese violazione dei diritti di donne e minoranze, all’ombra di sospetta corruzione (s’indaga pure su membri del Parlamento Europeo), sempre nel nome del demoniaco dio Denaro –, l’Egitto di Al-Sisi, dimenticati i dissidenti incarcerati Abdel Fattah e Patrick Zacki, perduta la memoria di Giulio Regeni, non poteva offrire garanzie migliori!...
Vogliamo però dimostrarci costruttivi (letteralmente) e suggerire un semplice, pronto rimedio per evitare futuri disastri: bisogna asfaltare, cementificare, coibentare, ingabbiare, sigillare, tombare ogni singolo millimetro – non sfugga nulla! – della nostra leggiadra Nazione; così rimane un unico blocco granitico, fisso, saldo, inalterabile, a imitazione del Grande Cretto di Burri. (Beh, un minuscolo dubbio ci sorge circa la necessaria manutenzione di tale Mirabile Opera Muraria, ricordando i piccoli inconvenienti che hanno afflitto in passato gloriose imprese, tipo il Ponte “Morandi” di Genova, la diga del Vajont eccetera eccetera… Ma, ahiahi, sbrighiamoci, ché già scendono le prime goccioline d’acquazzone!)
Un in-cubo di calcestruzzo, una lastra bituminosa di pessime deliberazioni che conducono alla landa infernale. La livella.
Spianata.
© 2022 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 11/12/2022