Remissioni spontanee di malattie gravi e conclamate …

… rappresentano circa il 2% delle guarigioni inspiegabili secondo i normali parametri scientifici.

Quanto segue si riferisce all’incontro n° 67 del 14.12.2021 che è stato suddiviso in 8 articoli. Questo è il n°4.

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Abbiamo una idea assai nebulosa della verità, ammesso che se ne possa realmente averne una. Ma siamo comunque portati a ritenere che quello che possiamo sperimentare e ripetere sia vero, perché “scientificamente” provato.

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Infatti posso fare esperimenti estremamente fittizi poiché le norme del gioco le stabilisco io stesso; quindi il gioco potrà riuscire perfettamente e lo potrò riprodurre come e quando voglio, ma non per questo sarà provata la sua aderenza alla verità. È una costruzione artificiale a nostro uso e consumo, una rappresentazione alla quale partecipiamo attivamente spostando la percezione di ciò che avviene veramente. Avviene come quando abbiamo male di testa e per qualche ragione ci concentriamo totalmente su qualcosa che ci interessa particolarmente. Per tutto il tempo in cui saremo in quello stato non sentiremo più niente, ma, appeno cessa quella condizione, sentiremmo nuovamente il mal di testa (che non era mai scomparso). Ma se continuo a proporre quell’esperimento artificiale a qualcuno che non lo ha visto costruire, per lui sarà vero. Senza ombra di dubbio! Non ne vedrà mai la causa prima artificiale. Non potrà mai rendersene conto e non potrà mai conoscere la verità. Non potrà mai sapere che è stato prodotto artificialmente proprio allo scopo di farlo apparire vero (anche se inconsciamente). Altrimenti occorrerebbe spiegarsi e spiegare come accade che il nostro corpo provvede a ripararsi ogni notte dai danni fatti dall’uso quotidiano senza alcun nostro intervento (specialmente cosciente), come accade che il corpo provveda a sostituire tutte le cellule deteriorate dall’uso, senza che ce ne accorgiamo, o come accade che il corpo espleti tutte le funzioni vitali senza la nostra partecipazione diretta e cosciente. Ci sarebbe bisogno di qualche milioni di vite solo per avere il tempo sufficiente a descrivere tutte le operazioni che si devono fare ogni secondo per far funzionare tutto il nostro complesso sistema metabolico e biologico. Mentre per i nostri scienziati e ricercatori sembrerebbe che basti semplicemente osservare al microscopio questa o quella funzione, separata dal contesto generale, per spiegarla in toto. Basterebbero cento passaggi di un processo che ne include infiniti per poterli spiegare tutti.

 

- Quindi qualsiasi tipo di intervento medico, ufficiale o alternativo, o energetico, è qualcosa di invasivo e in qualche modo modifica il sintomo impedendo al soggetto di vivere quel processo che dovrebbe portare da qualche altra parte, in una situazione diversa, in un’altra dimensione. Quindi ogni tipo di medicina andrebbe bandita, non serve a nulla, anzi è dannosa?

 

Questa è una grande domanda! In realtà non è così, nulla è del tutto inutile o solo negativo. Lo diventa solo quando noi vogliamo a tutti i costi intervenire prima di aver compreso a quale fine ciò che ci accade sta accadendo. Quando la persona malata o affetta da un qualsiasi accidente fa la sua parte, poiché ciò non le è capitato a caso, fa il suo lavoro sforzandosi di comprendere a quale fine gli viene proposta, quale sia il senso di ciò che le accade, non quali ne siano le cause (sarebbe impossibile risalire alla vera causa prima riconoscibile come tale), e riconosce quale tentativo di riportarla sulla strada corretta essa contiene, allora sì, può farsi aiutare. E l’aiuto potrà esserle fornito in qualsiasi modo possibile, convenzionale o alternativo, stravagante o fantasioso, incredibile o inaspettato, imprevedibile o banale, da medici, stregoni, comici o saltimbanchi, non importa. Qualunque aiuto potrà essere valido perché applicato ad una situazione ormai in gran parte risolta, o almeno inserita in un processo di risoluzione attivato dalla conoscenza, comprensione, accettazione e responsabilità del diretto interessato, i cui sforzi si sono orientati sinceramente verso l’unica ragione di vita degna di essere vissuta e non solo una mera questione di guarigione egoisticamente palliativa. Infatti in questo caso egli non starà facendo ricorso ad una mera soddisfazione di un bisogno personale, seppure lecito, ma ha chiamato in causa e lasciato agire tutto ciò che è a sua disposizione, prima di tutto e da sempre, per compiere la missione che la vita gli ha affidato e gli chiede di sperimentare coscientemente. Quell’individuo ha chiamato in causa prima di tutto sé stesso e di conseguenza l’intero universo, in cui è compreso, ovviamente, perfino l’aiuto più impensabile e stravagante, perfino quel medico, quello stregone o quel rimedio. Per questo si dice che ciò che fa bene ad uno può far male ad un altro e ciò che fa bene ad uno in una certa condizione, può fargli male in un’altra. Ogni volta il lavoro richiede attenzione alle diverse condizioni e alle relative variabili. Nessun respiro è uguale ad un altro e tutti i respiri sono necessari.

 

Ma quando ciò che compete all’individuo è stato messo in opera, qualunque altro aiuto non può che essere benvenuto e va sempre bene. Anche se dovesse procurare la morte di quella persona, attenzione! Infatti non è detto che ciò che va bene per la vita nel suo insieme vada bene per il singolo, almeno per quanto egli si aspetti in tal senso. Anche se muore un corpo la vita prosegue acquisendo un altro corpo per proseguire su quel piano verso l’obiettivo da conseguire, verso il suo scopo, verso il destino. 

 

- Quindi quella persona potrebbe fare a meno di rivolgersi a medici e stregoni e quanto altro. Se ha compreso questo basta! Senza ricorrere a farmaci, a medici. Medicine alternative o altro. Quindi potrebbero anche non esistere queste specializzazioni.

 

Certo! Se quella persona avesse realmente compreso, metabolizzato ed accettato tutto, cosa realmente impossibile, almeno fino a quando in noi resiste una sfumatura di paura che impedisce tale condizione assoluta, il recupero integrale dello stato di salute sarebbe la conseguenza inevitabile. Ad esempio: sono stato oggetto di diagnosi medica infausta, mi dicono che tra tre giorni sarò morto, mentre io sento e capisco che non sarò morto tra tre giorni, ma comunque questa è la diagnosi pronunciata e non posso di conseguenza bandire del tutto la paura come se nulla mi fosse stato detto; ciò basterà ad impedire la guarigione perché tale stato impone quale condizione necessaria la rimozione di tutti gli elementi ostacolanti come anche solo un legittimo dubbio o una piccola sfumatura di paura costituiscono. In poche parole o si è sani completamente o non si è sani. Se fossi completamente libero dalla paura lascerei che il processo faccia il suo corso totalmente e probabilmente, se non è giunta comunque la mia ora, perché se così fosse morirò anche se perfettamente sano, allora potrà conseguire la guarigione da quella specifica malattia. Ma tengo a dire che noi siamo immersi in una malattia generale; la nostra vita è una malattia in sé. Per questo siamo stati isolati dall’universo e posti su questa terra, come se fosse un ospedale, per permettere all’intero sistema essere umano di guarire almeno per una certa parte sufficiente a non infettare, a non fare danno, al resto dell’universo. Quindi è vero: se uno crede fermamente e non ha alcun timore di morire, qualunque sia la sua condizione può succedere che guarisca. I casi di remissione spontanea della malattia, perfino nel caso di tumori, perché anche di questo stiamo parlando, sono talmente evidenti specialmente in persone ritenute “semplici”, che non sono afflitti da troppi ghirigori mentali, da stati paranoici o schizofrenici dai quali siamo quasi tutti normalmente infetti. Persone semplici in cui l’affidarsi corrisponde ad un abbandono totale all’idea di poter guarire che non lascia spazio ad alcuna alternativa (sia fatto secondo la tua fede) o ad altri scenari futuri diversi. Persone semplici la cui osservazione mostra un certo numero di esperienze vissute come cicli di eventi risolti e quindi hanno fede e certezza che ciò che gli accade sia semplicemente un altro ciclo di eventi come quelli che si sono già risolti altre volte (il che è vero visto quanto potremo osservare in noi stessi se ci applicassimo stabilmente anche solo una macchina per esami mediante una ecografia continua, cioè potremo vedere nascere e sparire dentro di noi cisti o tumori che non danno disturbi e che perciò non avremmo mai neanche saputo di aver avuto). Il loro destino è ancora semplice, non troppo complicato, e perciò non è presente molto karma o troppo pesante e quindi vi sono possibilità di risoluzione di tali ostacoli maggiore rispetto ad altri, per una infinità di ragioni inutili da indagare in questo momento. Per loro si tratta di andare semplicemente oltre certe esperienze. Però, man mano che si avanza, tutto si complica a causa della ignoranza del compito affidatogli. La coscienza si trova ad affrontare situazioni sempre più complesse perché frutto di tentativi di risoluzione alla cieca. Privi di intelligenza. A situazioni che si complicano sempre di più corrispondono risposte sempre più complesse e difficili da praticare. Per permettere il ripristino del proprio sistema fisico grazie alle sue proprie risorse bisogna essere capaci di fare coscientemente cose come quelle che stanno capitando ai malati di Alzheimer, che non hanno più interferenze emotive e mentali e di fronte ad una malattia fisica dispongono di tutte le risorse necessarie perché non disperse su quei piani. Non ci sono memorie di processi pregressi da risolvere e tutte le risorse sono quindi a disposizione per quell’unica risoluzione fisica. Mio padre è stato la prova vivente per quanto è riuscito a superare in nove anni di permanenza in una Rsa in quello stato e le infermiere hanno chiesto più volte alle mie sorelle, che gli facevano visita e lo assistevano quotidianamente, di quale pasta fosse fatto per riuscire a superare ogni ostacolo fisico gli si parasse innanzi. Noi non siamo in quelle condizioni, non siamo capaci di non farci influenzare da desideri e pensieri, specialmente perché non siamo coscienti di quali pensieri e desideri si celino nel più profondo di noi stessi, particolarmente quelli provenienti dai legami di sangue e dall’inconscio collettivo. Quindi anche con la migliore delle intenzioni non riusciamo ad arrivare ad una condizione simile. Tuttavia può succedere, perché può verificarsi, anche solo per un attimo, in conseguenza di particolari concomitanze sufficienti a lasciare spazio, tempo e modo, per tale risoluzione. Per il nostro sistema avviene una specie di miracolo e di conseguenza si ripristina un equilibrio di base che cancella le anomalie accumulate nel tempo. Una guarigione istantanea. La remissione spontanea di alcune anomalie, una specie di reset, di cancellazione delle disfunzioni. Poi il processo proseguirà e, se nulla è veramente cambiato, riproporrà anomalie simili o più gravi.

 

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prosegue nei prossimi articoli …

 

foto e testo

pietro cartella

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Articolo pubblicato il 22/01/2023